Nba Finals: Richard Jefferson dà l'addio al basket con l'anello al dito

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NBA Finals
: la notte passata rimarrà nella storia per ogni “malato” di pallacanestro. Gara-7 tra Golden State e Cleveland è stata una gemma di rara bellezza, una “tenzone” dove gli attori sul parquet hanno saputo gettare il cuore oltre l’ostacolo. Tutti, nessuno escluso: i Warriors, con la spia della benzina accesa già da gara-6, hanno provato fino all’ultimo a infilarsi al dito il secondo anello Nba in fila. Purtroppo però il basket è disciplina spietata: non è bastato un Draymond Green stellare ai californiani per stappare lo champagne. Proprio l’ala biancoblu era il più deluso di tutti dopo la sirena finale: con la testa avvolta nell’asciugamano ha fatto immediato rientro negli spogliatoi. Il fair play però negli Usa fa la differenza tra gli ottimi giocatori e i campioni, così Draymond si è armato di forza ed è tornato a complimentarsi con Lebron James e soci. Onore ai vinti dunque, e giubilo pieno per i vincitori, che hanno firmato un’impresa a cui pochissimi credevano soltanto ad aprile, allo scoccare della post season. Di Lebron James, Kyrie Irving,  JR Smith, Kevin Love è stato detto di tutto. In pochi però hanno esaltato i playoff sorprendenti e di pura sostanza disputati da Richard Jefferson, autentico vagabondo della Nba con sei canottiere Nba alle spalle prima di quella di Cleveland (tra esse, ironia della sorte, pure quella dei Golden State Warriors, annata 2012-2013).

Ebbene, con il volto ancora solcato dalle lacrime di gioia, Rich-J ha annunciato il ritiro dal basket giocato praticamente un’ora dopo aver alzato al cielo il Larry O’Brien Trophy. A 35 anni (li compierà domani), l’ala uscita nel lontano 2001 da Arizona University ha deciso di dire basta: il suo contributo è stato tutt’altro che secondario nel trionfo dei Cavs e vista la tempra fisica avrebbe potuto tranquillamente tirare avanti almeno per un paio di stagioni, ma il suo no è stato perentorio. “E’ il sogno di ogni atleta – ha specificato commosso -  ritirarsi con il successo più bello della sua carriera. Io lo ho raggiunto stasera, ed ora ho tutta l’intenzione di godermelo”. Dopo 15 stagioni in Nba e tre finali disputate (nel 2002 e nel 2003 con i New Jersey Nets, entrambe perse, oltre a quella di quest’anno), saluta il basket un grande mestierante e un professionista sempre serissimo. Un uomo squadra vero, come lo stesso Lebron James ha riconosciuto più volte. Di quelli che sui campi di basket pro se ne vedono sempre meno.