Anni che passano costumi che cambiano: un tempo la maglia numero 10 era degli eletti

maradona

La maglia numero 10, maglia pesante da indossare e che un tempo era solo dei direttori d'orchestra, calciatori in grado di inventare senza pensare.

C'è stato un tempo che la maglia numero 10 e il ruolo del fantastista andavano di pari passo, un tempo che il classico trequartista aveva un segno di riconoscimento, due semplici numeri, l'1 e lo 0 che messi assieme hanno dato vita al numero 10.
Ad indossare questa maglia era il calciatore della squadra con maggior talento, colui in grado di inventare una giocata spettacolare in qualsiasi momento, il calciatore più amato dai tifosi, quello in grado di infiammare le platee e non a caso questa maglia è stata indossata da calciatori come Pelè, Maradona, Zico, e Platini per citarne solo alcuni, anche se la margherita da sfogliare è lunghissima e racchiude nomi che danno voce al movimento calcistico dotato di talento puro.
Tuttavia gli anni passi e anche il calcio ha subito un'evoluzione che, se vogliamo, ha tolto un pò di romanticismo alla maglia numero 10, ormai indossata anche da calciatori che non hanno nulla a che vedere con il trequartista o, meglio ancora, con il genio e la sregolatezza.
Non ce ne voglia Thiago Motta ma la scelta del ct della Nazionale, Antonio Conte, ha destato non poco stupore tra gli amanti del calcio, appassionati che hanno visto questa maglia sulle spalle di gente come Roberto Baggio, Alessandro Del Piero e Francesco Totti, per ricordare i talenti più recenti tra gli azzurri; tuttavia non è neanche giusto crocifiggere il centrocampista del Psg perchè se analizziamo attentamente la situazione possiamo notare che la maglia numero 10, ormai, sembra essere solo un numero soprattutto da quando la numerazione ufficiale è composta da 99 numeri. Il calcio, in pratica, è anche business e talvolta un numero piuttosto che un altro può essere considerato come moderno simbolo di riconoscimento, un simbolo personale che non ha nulla a che vedere con il romanticismo degli anni 70/80.
Se vogliamo essere più critici, a questo punto, potremo citare Cristiano Lupatelli, ex portiere che ha giocato anche con la Roma e con la Fiorentina e che ai tempi del Chievo Verona ha avuto la "fantasia" di indossare la tanto agognata maglia numero 10.
Insomma, potremo scrivere un libro del calcio elencando i pareri positivi e quelli negativi sulla scelta di indossare questa maglia così pesante, tuttavia faremo bene a fermarci subito perchè il simbolo del cambiamento lo troveremo senza troppa fatica in due calciatori che militano nel nostro campionato: Keisuke Honda e Paul Pogba. Il primo è un combattente e un gran lavoratore, giocatore capace di buone giocate ma di certo non dotato della stessa visione di gioco dei vecchi veri trequartisti, mentre il talento francese della Juventus è un giocatore con piedi educati ma che allo stesso tempo esprime un calcio per nulla vicino a quello dei classici vecchi numeri 10 che, forse, nel calcio moderno non trovano neanche più tanto spazio.
Però, poichè la speranza è l'ultima a morire, possiamo aggrapparci a Leo Messi, la pulce argentina, giocatore tra i più forti al mondo e forse tra gli ultimi veri numeri 10 capaci di infiammare le platee con giocate inarrivabili per i comuni mortali. Insomma, per farla breve, trovare un degno erede per questa maglia, nel 2016, è davvero un compito arduo perchè i tempi sono cambiati, il calcio è cambiato e per i più romantici non resta altro che fare se non guardare vecchie cassette con le magie dei veri eletti che hanno indossato e onorato la tanto agognata maglia numero 10.

Leggi anche:  Marotta: "Lautaro è la nostra bandiera. Zhang? Spero che resti"