Milano, diventare "cinesi" sarà la soluzione giusta?
La Milano di Moratti e Berlusconi, di Beccaria e Manzoni, di Giuseppe Verdi e degli Sforza... In mano ai cinesi.
Fino a pochi anni fa sembrava una barzelletta, ma adesso, almeno nella Milano calcistica, dovremo abituarci a vedere sempre più occhi a mandorla, e non come semplici turisti che si fanno le foto, ma veri e propri miliardari pronti a investire nel capoluogo milanese.
Gli amanti del calcio italiano e dei presidenti che furono i primi tifosi della propria squadra, si dovranno ricredere, perché quel calcio ormai non esiste più...
Nei giorni scorsi infatti tutti i mass media hanno dato risalto all’acquisto dell'Inter da parte di una cordata di imprenditori cinesi di circa il 70% delle quote di proprietà dell’ex presidente Thohir, con l’impegno di acquistare a breve il residuo pacchetto di quote e divenire così unici proprietari della squadra nerazzurra.
In queste ore anche sull’altra sponda milanese si respira aria “cinese”.
Salvatore Galatioto, advisor della trattativa per l’acquisto del Milan, è a Milano per cercare di stringere l’accordo, anche se lo slittamento dell'esclusiva per la cessione del club al 30 giugno lascia ancora ampi margini di trattativa.
Ieri sera l'advisor della trattativa con i cinesi ha avuto un incontro, seppur informale, con i dirigenti Fininvest, mentre è fissato per la serata di oggi un vertice "operativo" ma solo nelle ore successive all’intervento al cuore cui è stato sottoposto in mattinata il Presidente Berlusconi.
Se l’operazione andrà a buon fine, dopo la Roma, il Bologna e il Venezia in mani americane, anche le due squadre di Milano avranno un proprietario che ne seguirà le sorti e dirigerà dall’altra parte del mondo.
I tifosi sperano nell’innesto di nuovi e ingenti capitali da destinarsi al calciomercato, perché solo col potenziamento in maniera massiccia si potrà tornare nuovamente a competere con gli squadroni inglesi, spagnoli e tedeschi - con l’eccezione del francese PSG - capaci negli ultimi anni, grazie all’entrata nel mondo del calcio di magnati russi, emiri e sceicchi arabi, di monopolizzare il calcio mondiale attirando i più grandi campioni del calcio e creando col resto del mondo una voragine sia a livello tecnico che, soprattutto, a livello finanziario.
Ma son tutte rose e fiori? In passato non sempre è andata cosi.
Ne sanno qualcosa in Spagna a Malaga, nel Principato di Monaco dove Ranieri contava su Falcao, Ferreira Carrasco, Ocampos e poi in Russia con l’Anzhi che fu capace addirittura di strappare Eto’o all’Inter del triplete.
Dopo l’entusiasmo inziale, gli investimenti sono terminati di colpo e con essi anche i sogni dei tifosi ai quali son rimaste solo le macerie.
E anche Thohir l’anno scorso ha incentrato una faraonica campagna acquisti, con la formula del "poi pagherò l’anno successivo (cioè quest’anno)" per poi cedere improvvisamente la mano...
Se son rose…. Lo vedremo presto!