E’ anche per loro, per quelle 71 vittime, per quei 19 compagni tragicamente scomparsi, precipitati dal cielo, quello che da li a poco avrebbero toccato con un dito, giocandosi la partita più bella ed importante della loro carriera, che la Chapecoense torna a volare.
Quella finale, con l’Atletico Nacional, non si giocherà mai ma quel trofeo, la Copa Sudamericana, è finito comunque nel palmares della Chape, quasi obbligando i brasiliani a rialzarsi, a reagire, varcando ancora i confini della proprio terra, entrando di diritto tra le squadre che prenderanno parte alla Coppa Libertadores.
Mercoledì, 8 Marzo, la Chapecoense esordirà nella più importante e prestigiosa competizione per club del Sud-America, lo farà a Maracaibo, in Venezuela dove sfiderà lo Zulia, squadra nata dodici anni fa pronta ad entrare, per la prima volta, nella cerchia delle grandi con tanta voglia di fare bene, a partire dalla gara inaugurale contro la Chapecoense, senza lasciarsi intimorire, come conferma il tecnico dei Venezuelani: “Avremo la possibilità di mostrare quanto il calcio in Venezuela sia cresciuto. Non possiamo farci trasportare dalle emozioni”.
“Onorare il ricordo di chi non c’è più giocando bene a calcio” il vero obbiettivo dei brasiliani secondo Vagner Mancini, l’allenatore della rinascita della Chapecoense, che di quella squadra, oggi, conserva solo due calciatori Moises Riberio e Nenen, assenti sul velivolo precipitato il 28 Novembre, presenti oggi, gli uomini giusti per trascinare la squadra ad una vittoria, per i compagni, quelli scomparsi. Per loro.