Cristante e Cutrone brillano in Europa League, sono loro i giovani su cui l'Italia deve puntare
La serata di ieri ha confermato l'andamento più che positivo delle tre italiane impegnate in Europa League. Nella sfida contro l'Austria Vienna, il Milan, non senza qualche difficoltà iniziale, ha replicato il 5-1 dell'andata stesso risultato con cui, al Goodison Park, l'Atalanta ha umiliato una squadra del calibro dell'Everton. La Lazio, già qualificata, non va oltre il pareggio contro gli olandesi del Vitesse rimontati grazie al solito Luis Alberto. L'Europa League si dimostra sempre di più un fertile terreno di caccia per le squadre italiane e forse è da qui che deve ripartire il calcio nostrano. Con la Nazionale reduce dalla scottante delusione che tutti conosciamo e con una Champions che viaggia a ritmi impensabili è l'Europa League la dimensione più adatta al calcio italiano. Non bisogna considerarla una bocciatura o una retrocessione dai palcoscenici più blasonati delle "big" ma una presa di coscienza e i dati sono alla portata di tutti. Una competizione comunque da non sottovalutare e lo sa bene il Milan che più volte ha rischiato di compromettere il proprio cammino europeo.
Due sono i nomi che possono simboleggiare la rivalsa italiana in Europa: Cutrone e Cristante. I due sono accomunati da quei nomi più anglofoni che italiani, Patrick e Bryan, dalla crescita nel vivaio rossonero e dalla giovane età. Cutrone è stata la sorpresa "made in Italy" dell'estate milanista. Dopo i primi rodaggi in amichevole Montella decide di puntare su di lui e Patrick lo ringrazia con i suoi primi gol ufficiali, proprio in Europa League. Le buone prestazioni arrivano ad oscurare i 40 milioni di Andrè Silva. Non bisogna aspettare molto e Patrick segna pure in Serie A. Ma il suo gol più importante è senza dubbio quello che, sul finire di partita, regala al Milan la vittoria contro il Rijeka che in pochi rocamboleschi minuti aveva pareggiato i conti. Si parla di predestinato, si iniziano a fare paragoni pesanti e scomodi. La crisi del Milan degli ultimi mesi però ha colpito anche il giovane Patrick che ieri, con una doppietta, è tornato al gol dopo un periodo di digiuno e panchina. Può essere lui il futuro del Milan? Quel che è certo, per ora, è che la sua è la media gol più alta tra gli attaccanti rossoneri.
E poi c'è Cristante. Bryan rispetto a Patrick è già un veterano. Merito di Allegri che a soli 16 anni e 9 mesi lo fa esordire in Champions League. Il Milan però decide di non puntare su di lui e nel 2014 viene ceduto al Benfica per 6 milioni lasciando l'amaro in bocca a molti tifosi. In Portogallo non va tutto per il verso giusto e Bryan torna in Italia, prima a Palermo e poi a Pescara. Complice anche la situazione complicata delle due squadre, Cristante non riesce a distinguersi e sparisce dai radar. L'Atalanta, però, che di giovani se ne intende, trova in lui il sostituto di Gagliardini. Sotto Gasperini il giovane centrocampista rinasce anche attraverso il gol. Quest'anno sono già 7 le sue marcature comprese le due di ieri sera. Si è così dimostrato, nei primi mesi atalantini, uno tra i centrocampisti tra i più prolifici in Italia e giocatore molto duttile, in grado di alternare al lavoro di regia e impostazione l'abilità negli inserimenti.
Patrick e Bryan ieri sera si sono distinti. Due calciatori ovviamente diversi per ruolo, per esperienza e per storia ma che indubbiamente faranno parlare a lungo di sé. Uno dei pochi meriti di Montella in questi primi mesi è senza dubbio la fiducia riposta in Cutrone. Nonostante tutto ha saputo dosarlo con saggezza, senza bruciarlo e senza affidargli troppe responsabilità. Gasperini invece ha ridato linfa vitale a uno dei tanti giovani che il calcio italiano stava per perdere. Ha saputo valorizzarne le qualità e a Bergamo già pregustano una possibile (ennesima) plusvalenza. E noi speriamo, prima o poi, di vedere Bryan e Patrick con la stessa maglia, ovvero con l'azzurro della Nazionale.