Dunque, qual è il ruolo più adatto per Pjanic? Quello già conosciuto ed esplorato di mezzala, quello di regista che Allegri si ostina a volergli cucire addosso oppure trequartista come ai tempi del Lione e come provato ieri sera proprio contro la sua ex squadra? Il dubbio rimane, anche perché contro il Sassuolo in campionato e contro il Siviglia in Champions Pjanic ha giocato qualche metro defilato rispetto a Lemina da interno di centrocampo facendo bene e trovandosi a suo agio in un ruolo che nella Roma ha sempre ricoperto con ottimi risultati. Con il rientro di Marchisio nel ruolo di regista dovrebbe essere ancora più scontato il ruolo di interno ma il cambio di modulo optato da Allegri con il ritorno alla difesa a quattro ha fatto si che Pjanic venisse spostato dietro le due punte per poter fornire loro i giusti palloni per mandare in porta gli attaccanti bianconeri. In tutto ciò, spostato in un ruolo offensivo e senza grossi compiti tattici, Pjanic è apparso un corpo estraneo. Poca velocità di gambe, lento di pensiero, letture errate e poco, pochissimo, di positivo. Insomma, non il modo migliore per spingere Allegri a cambiare definitivamente modulo. Eppure, valutando le qualità dell’ex giallorosso, il copione sarebbe dovuto sfociare in un significato differente. Parlare di problema, probabilmente, risulterebbe incauto. Ma finora, al di là dei tre sussulti personali trovati, il numero 5 della Vecchia Signora non s’è rivelato un valore aggiunto. Anche come trequarista dunque non ha convinto e complice una botta rimediata nella ripresa è stato sostituito con conseguente ritorno alla tanto amata difesa a tre avanzando gli esterni Dani Alves da una parte ed Alex Sandro fresco dall’altra. Questione di tempo, questione di meccanismi. Intanto, però, il rebus rimane.
Juve rebus Pjanic: davanti alla difesa, interno o trequartista?
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