In un’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport”, l’ex calciatore, ora musicista, Pablo Daniel Osvaldo ha parlato della sua carriera, ripercorrendo la sua esperienza in Italia costellata da momenti bui. Uno dei temi è stata la sua vita a Roma con la maglia giallorossa e le parole dell’ex attaccante non sono certo state benevole verso l’ambiente della Capitale.
Osvaldo ha sottolineato come sia stato difficile gestire certe situazioni: “A Roma avrei dovuto gestire meglio certi momenti. Lì, però, c’è gente malata di calcio che ti insulta se non baci la maglia, quasi dimenticandosi dei 28 gol in 2 anni”. Poi una frecciata: “Sarei rimasto un altro anno solo per farmi rimpiangere…”.
Ma guai a dire che non era un professionista: “Ca***te, mi sono sempre allenato al top. Parlavano perché ero stravagante. Per me al 90′ finiva tutto, non ero come Cristiano Ronaldo che faceva palestra a casa. Avevo anche altri interessi fuori dal campo e pagai anche per questo“.
I rapporti con alcuni ex compagni sono comunque rimasti ottimi: “De Rossi è un fratello e Totti è una persona fantastica, ha fatto la storia e fa morire dal ridere”. Anche con Lamela: “Lo scontro fu subito risolto, ma i media fecero casino. Lamela è un ragazzo d’oro, lo abbraccerei”.