L’indagine della Procura parte da quanto accaduto il 31 agosto scorso. Il Cagliari, che aveva ormai raggiunto l’accordo con il giocatore della Fiorentina e con lo stesso club gigliato per il trasferimento in Sardegna di Mati Fernandez è stato soffiato all’ultimo istante dal Milan che è riuscito a far cambiare idea al cileno. Il centrocampista decise, infatti, di non trasferirsi a Cagliari accettando invece le lusinghe del club rossonero. L’azione del Milan venne subito considerata inopportuna da parte del Cagliari che qualche ora dopo si è spinto oltre accusando chiaramente la società rossonera per aver coinvolto nell’operazione Pablo Cosentino, ex vice presidente del Catania squalificato per vicende legate al calcio scommesse. E’ stato lo stesso Capozucca a raccontare i particolari dell’affare Mati Fernandez.
La ricostruzione di Capozucca
“Siamo estremamente delusi da quanto successo con Mati Fernandez. Credo che sia giusto fare chiarezza su quanto accaduto: noi avevamo raggiunto l’accordo totale con la Fiorentina e con il giocatore per il trasferimento a Cagliari. Vi dico di più: il procuratore del ragazzo alle ore 21 era presente negli studi milanesi del presidente Tommaso Giulini e avevamo firmato tutte le carte, sia con lui che con la Fiorentina. Mati aveva addirittura parlato con Isla per cercare casa a Cagliari. Poi sembrerebbe che lo stesso giocatore abbia fatto un passo indietro. Alle 21.30 Alejandro Santisteban, procuratore di Mati, è stato chiamato in sede al Milan da Pablo Cosentino, che a noi risulta essere radiato. Quindi il nostro presidente è stato preso in giro anche a casa sua, poichè la trattativa con il Milan è stata fatta proprio mentre l’agente di Mati Fernandez era a casa del presidente”.
Dopo le dichiarazioni del Direttore Sportivo del Cagliari arrivò la smentita ufficiale del Milan.
“Le dichiarazioni rese dal Sig. Stefano Capozucca in relazione all’intervento del Sig. Pablo Cosentino nella vicenda Mati Fernandez sono false. AC Milan si riserva al riguardo ogni ulteriore valutazione e azione”.
Adesso però la Procura Federale vuole vederci chiaro in merito a questa vicenda che rischia sempre più di tingersi di giallo.