Esclusiva SN, Stefano Paolini: il futuro del Brasile tra rinascita e incognite
Stefano Paolini, classe 1972, consulente di mercato e profondo conoscitore del Brasile. Collabora con diverse squadre professionistiche italiane ed è spesso ospite di programmi radiofonici e televisivi a tema calcistico. Tifoso del Vasco da Gama, con lui affrontiamo questa chiacchierata informale a 360 gradi, in esclusiva per SuperNews.
Buongiorno Stefano. A quando il tuo prossimo viaggio in Brasile?
“Bom dia Francesco! Entro la fine dell’anno spero di fare di nuovo una capatina, per commentare coi miei amici il Brasileirão, che si concluderà il prossimo 3 dicembre”
Il colpo di stato che ha portato Temer alla guida del paese ha ricordato un periodo non particolarmente edificante della storia del Brasile. Un tuo commento sull'operazione Lava Jato e sull'attendibilità del pentito Youssef?
"E' incredibile come alcuni nomi, in Brasile, ricorrano sempre ogniqualvolta le autorità compiono grandi operazioni, che portano alla luce sistemi di tangenti sofisticati, quello di Youssef era già conosciuto dal popolo brasiliano a causa di alcuni scandali occorsi nel 2002. Probabilmente, la sua presenza ha provocato nell’opinione pubblica, e non solo, una sorta di “déjà-vu” riguardo la probabile evoluzione dell’indagine, che continua a coinvolgere, giorno dopo giorno, uomini d’affari e politici di tutti i livelli. Queste operazioni spesso vengono etichettate con dei nomi fantasiosi, per attirare ancora di più l’attenzione. Al momento è in corso l’operazione “Autolavaggio”, ma in passato ci sono state le “Castello di Sabbia” e “Vaso di Pandora”. In tutte il nome di Temer era presente, per poi essere cancellato dopo le dovute indagini.”
Il 2018 sarà l'anno delle elezioni presidenziali. Il ritorno di Lula appare una possibilità concreta, giudici permettendo. Anche se potrebbe profilarsi una sfida a tre col populista Bolsonaro e il moderato Alckmin. Non ti chiedo di sbilanciarti su chi appoggerai (entrambi sorridiamo), ma piuttosto un pronostico alla luce dei recenti sondaggi
“Quella dell’anno prossimo sarà un’elezione molto appassionante. La possibilità di vedere nuovamente Lula correre per il Planalto non l’avevano immaginata né i suoi avversari, né i suoi (alcuni non più) alleati. Nel 2012 aveva avuto un grave problema di salute e tutti pensavano che ciò l’avrebbe messo fuori gioco, ma evidentemente la sua proverbiale tempra non lo ha abbandonato. Secondo la mia opinione, salvo sorprese, se il Tribunale Regionale Federale darà l’ok alla candidatura di Lula, sarà Bolsonaro a contendergli la vittoria. E allora la settimana antecedente allo scontro finale sarà più pirotecnica di un Reveillon a Copacabana.”
Iniziamo a lambire l'ambito calcistico. Come si sta delineando il "partito dei reduci" di Romario, ovvero una sorta di Podemos in salsa verdeoro?
“E’ incredibile l’impegno profuso dal Senatore Romário negli ultimi anni a favore del sociale. Ammiro molto la sua voglia di mettersi in gioco e di studiare in maniera dettagliata qualsiasi questione politica. Quando ci deliziava coi suoi gol non aveva certo bisogno di allenarsi più di tanto, visto il suo immenso talento. In politica, però, non è così, ed a differenza di tanti personaggi famosi, che si candidano alle elezioni, lui lo ha capito. Ritengo che Romário abbia un grande futuro come uomo politico e uomo del Popolo. Siamo solo all’inizio e la sua recente svolta antipartitocratica è piaciuta molto ai brasiliani. Pelé è stato Ministro dello Sport, ma Romário ha le potenzialità per fare di più…”
Parliamo di calcio. Eravamo rimasti solo io e te a difendere Gerson, prima che si rilanciasse alla grande in queste ultime partite...
“Sono molto contento per il ragazzo. Ho accolto con grande entusiasmo il suo arrivo a Roma: finalmente la Roma aveva messo a segno un colpo pari a quelli delle grandi europee, che scommettono sui giovani. La gestione del suo ambientamento, però, è stata pessima. Lasciami dire, che avevo avvisato la Roma di stare attenta alle probabili ingerenze del padre Marcão. Fu proprio il padre a non volere che il figlio andasse in prestito al Frosinone e, in quel momento, la Roma non si è più comportata da grande europea, imponendo la sua posizione. Sono convinto che se l’avesse preso il Barcellona, il ragazzo sarebbe andato in prestito all’Alaves o all’Osasuna senza problemi. Far tornare Gerson in prestito al Fluminense è stato, dunque, un errore nell’ambito della sua crescita tecnica e umana e peggio ancora è stato per lui trovare al suo ritorno Spalletti, un allenatore che da sempre non ha feeling coi giovani. L’unica volta che lo ha messo in campo è stato contro la Juventus, chiedendogli di giocare in un ruolo che non è il suo…
Per fortuna, adesso c’è Di Francesco, che ha stretto con lui un patto che si cementa in primis sulla voglia di esplodere del ragazzo e sulla sua abnegazione. Iniziamo a vederlo in campo, tanto in campionato quanto in Champions League, e penso che pian piano vedremo finalmente sbocciare questo grande talento.”
Per una Roma che decolla, un Napoli che potrebbe patire la mancanza di ricambi all'altezza dei titolari. In assenza di Milik, vedremo finalmente Leandrinho?
“Nello scorso calciomercato a Napoli sono stati bravi a trattenere i loro migliori calciatori, ma penso che mai, come in questo momento, ci sia stata una forte recriminazione a causa della rosa corta. Tra l’altro, è probabile che il Napoli debba disputare l’Europa League, che è una competizione scomoda a causa del giorno in cui si gioca e ciò potrebbe dare ulteriori problemi ai ragazzi di Sarri, che mi sono sembrati stanchi a Verona. Pertanto, se il Napoli dovesse disputare l’Europa League potremmo avere l’occasione per vedere finalmente Leandrinho.”
Spostiamoci su un altro nostro pupillo: ti aspettavi un Lucas Leiva a questi livelli?
“Come sai, seguo con entusiasmo Lucas dai tempi dei suoi esordi al Grêmio e devo dire che mi ha stupito la sua ottima forma fisica. Negli ultimi 2 anni aveva patito diversi acciacchi e mi ponevo il dubbio sulla sua continuità. Evidentemente deve aver lavorato molto sulla condizione fisica e sono molto contento per lui. Da sempre ogni opportunità di vederlo giocare è una lode al bel calcio.”
Capitolo Brasileirao. Il dominio del Timao appare schiacciante...
“C’è stato un momento nel quale si credeva che il Corinthians potesse perdere il titolo, ma è durato una sola settimana. Nello scontro diretto col Palmeiras i Moschettieri non hanno fallito e nessuno può più fermarli. “
Il campionato del nostro Vasco è apparso anonimo. Nelle ultime annate i tifosi della Caravella hanno inghiottito troppi bocconi amari, e questo non rende onore alla storia di questo grande club. Vedi all'orizzonte la possibilità di una risalita?
“Ѐ strano non vedere il Vasco da Gama in lotta per le primissime posizioni. Il calcio carioca non sta attraversando un grande momento e, come accade anche a livello nazionale, le dirigenze vengono spesso messe in discussione dai populisti del calcio. Il Vasco da sempre è stata una fucina di talenti e negli ultimi 20 anni il São Januário era, oltre che uno stadio bellissimo, un centro all’avanguardia per crescita tecnica e umana dei giovani calciatori, con tanto di collegio al suo interno. Ritengo che il progetto, che è stato un po' messo da parte ultimamente, debba essere riqualificato. Il ritorno di Eurico Miranda ha favorito una certa rinascita e stiamo già vedendo nuovi talenti come Paulinho. Al momento è di nuovo tempo elezioni e non è un caso che tutti i candidati abbiano messo questo aspetto tra i punti chiave del loro programma.”
Nel frattempo c'è stato qualche problemuccio per il Barbaro Guerrero..
“La sua presunta voglia di fumare uno spinello ha messo nei guai seri il Perù e il club per il quale gioca, non poteva scegliere momento peggiore per dare un dispiacere ai suoi tifosi. Se le controanalisi dovessero confermare i risultati precedenti, dovrebbe essere squalificato per un bel po'…”
Wendel, Maycon, Guilherme Arana. Chi consiglieresti come colpo sicuro?
“Mi piacciono molto tutti e tre. Tra un po' di tempo li vedremo fare grandi cose in Europa, al momento il laterale Guilherme Arana è il più pronto per il nostro calcio. Avrebbe fatto tanto comodo al Napoli in questo momento!”
Il Brasile si è qualificato agevolmente a Russia 2018. A mio avviso è stato abile il tecnico Tite a rilanciare l'importanza del concetto di squadra. La squadra verdeoro può essere la favorita del prossimo mondiale?
“E’ vero, il più grande lavoro che ha fatto Tite non è stato tanto quello sul piano tecnico, ma sul piano umano. Mi ha colpito molto che finora la fascia di capitano sia stata data, a turno, a 14 giocatori diversi. Ciò ha infuso in tutti un grande senso di responsabilità e di appartenenza. Tite, di solito, si esalta quando incontra situazioni nuove, quali quelle che possono crearsi in un torneo che prevede l’eliminazione diretta, per questa ragione il Brasile è la squadra favorita.”
Vorrei concludere con una riflessione sul valore del denaro nello sport e non solo. Utilizzo come esempio il trasferimento di un giocatore a noi poco gradito, Paulinho, per una cifra spropositata al Barcellona. Sommo a questa l'esborso astronomico del PSG per un giocatore, seppur bravo, come Neymar. Per fortuna nel calcio, a differenza del basket, non sempre vince il più forte o il più attrezzato. Quanto conta ancora la progettualità?
“La tua osservazione è corretta. Purtroppo, oggi il denaro domina ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Ѐ incredibile come ogni cosa che ci rende felici è sempre più inevitabilmente contaminata dagli interessi di pochi, che si approfittano della passione di tanti. La politica e il bene comune sono l’esempio principe di ciò ed il calcio non fa eccezione.
Sono rimasto molto colpito dalle cifre dello scorso calciomercato e condivido le tue riflessioni, in particolare quella su Paulinho.
La progettualità dovrebbe essere fondamentale per i Club che non possono contare su un magnate straniero, ma temo che le istituzioni non stiano andando in questa direzione. Le regole del fair-play finanziario sembrano facilmente aggirabili e i grandi Club europei non nascondono più la volontà di creare una specie di torneo a franchigie fisse, ricalcando il modello americano. Io credo ancora nella socialità del calcio e nell’uguaglianza per tutti i ragazzi del mondo che giocano mettendo gli zaini come pali, ma devo ammetterlo: mala tempora currunt…”
Un abbraccio, Stefano. Alla prossima