Esclusiva SN - Lucio Cecchinello sulla MotoGP: "Il mio Crutchlow non pronto per il titolo, punto su tre piloti"
Dal 1993 al 2003 protagonista nella classe 125, nel 1996 fondò una sua scuderia di cui attualmente è team manager. Parliamo ovviamente di Lucio Cecchinello che ci racconta la sua esperienza sia da pilota che da manager, i suoi sogni e le sue ambizioni, con un occhio particolare al Mondiale MotoGP che sta per iniziare.
Queste le parole del dirigente del team LCR ai microfoni di SuperNews.
E’ stato protagonista dal 1993 al 2003 nella classe 125. La gara a cui è più legato?
I primi anni di partecipazione al motomondiale sono stati difficili perché correvo con privati, poi nel 1996 ho deciso di fondare la mia scuderia che ho chiamato LCR. La prima grande soddisfazione, invece, arriva nel 1998 con la prima vittoria in assoluto al gran premio di Jarama (Madrid). Giornata indimenticabile.
Nel 2006 la sua scuderia è stata inserita nella Moto GP. Cosa ha provato nel momento in cui gli è stata data questa opportunità?
È stata una grandissima emozione che ricordo ancora molto bene. Nel 2005 avevamo concluso la stagione al 2° posto con Casey Stoner nella 250. In seguito l’australiano firmò un pre-contratto con un’altra scuderia, ma l’accordo saltò. Quindi mi ripresi Stoner e chiesi alla Honda una moto per gareggiare in Moto GP e nonostante non avessi coperture finanziarie il team accolse la mia richiesta. È stata una delle mie più grandi soddisfazioni avere un team nella classe regina e fare il primo mondiale con un pilota di sicuro affidamento ovvero Stoner. In seguito abbiamo vissuto anni difficili, ovviamente questo fa parte del gioco. Uno dei momenti più complicati è stato l’addio di Stoner che firmò con la Ducati e vinse il Mondiale.
Le differenze tra la vita da pilota e quella da manager, ruolo che lei ricopre attualmente.
Sono due stili di vita completamente differenti. Il primo è focalizzato nell’ottenere il risultato sportivo, infatti tutto ruota attorno alla performance sportiva. Il pilota si sente isolato rispetto a tutto quello che lo circonda, essendo uno sport individuale. Quando sei team manager devi pensare a lunga scadenza, quindi ad una strategia di lavoro, bisogna fare degli investimenti importanti per cercare di mantenere il team competitivo negli anni, di conseguenza devi assicurarti dei contratti di collaborazione. E’ un lavoro più imprenditoriale, da vero e proprio padre di famiglia.
Il suo sogno è quello di portare un secondo pilota nella sua scuderia, si è dato un limite massimo per far sì che ciò accada?
Siamo da anni a lavoro su questa opportunità, la missione è complicata perché bisogna che si incastrino tutti i tasselli. L’obiettivo concreto è quello di partecipare alla Moto GP con 2 piloti già dal 2018. Il nostro impegno sarà massimo, tanto che abbiamo già 2 opzioni che stiamo valutando, in maniera molto concreta. Il mio ottimismo mi fa pensare che dal 2018 potremmo avere 2 piloti in Moto GP, ovviamente il tutto va confermato dai relativi sponsor. Il mio sogno è quello di affiancare ad un pilota esperto, uno molto più giovane che possa rappresentare il futuro e seguire le orme del compagno di scuderia. In tutta onestà vorrei avere nel team un giovane italiano, ma non è per nulla semplice.
Il 26 marzo in Qatar avrà inizio il motomondiale. Secondo lei chi è il favorito per il titolo nella classe regina?
Il titolo sarà conteso al massimo tra tre o quattro piloti. Vedo decisamente bene Marquez, visto che la Honda ha fatto un ottimo lavoro nella messa a punto della moto e ci ha fornito motori molto potenti. Occhio anche a Maverick Viñales, pilota giovane in una squadra organizzata come la Yamaha, non sarei per nulla sorpreso se fosse lì a lottare per il titolo. Ovviamente non va dimenticato Valentino Rossi perché nonostante non sia andato alla grande nei test invernali, di lui bisogna sempre “diffidare” perché sono venti anni che corre ed è sempre lì in zona podio.
In questa lista di possibili favoriti non ha inserito il suo pilota Crutchlow. Scaramanzia?
Credo che Cal Crutchlow abbia un grandissimo potenziale, sono abbastanza fiducioso sul fatto che si possano ripetere i podi dello scorso anno, però onestamente con tutta la stima e l’ammirazione che ho per il mio pilota, vedo Marquez e Viñales di uno step superiore, perché hanno il doppio del personale che lavora intorno a loro, rispetto alla LCR. Di conseguenza direi che Crutchlow non lo vedo pilota da titolo, ma il nostro sogno è vederlo in lotta per il podio nella classifica generale.