SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Tommaso Turci, noto giornalista e bordocampista di DAZN, per affrontare alcuni temi legati a squadre di Serie A e ad alcuni argomenti caldi del nostro campionato.
Tu hai una grande esperienza di “calcio visto da vicino”, visto il tuo lavoro a bordo campo. Onestamente: l’hai mai vista una squadra così devastante come il Napoli di quest’anno?
Francamente una squadra con questa continuità e questa armonia nel proporre gioco io non l’ho mai vista. Già il Napoli dell’anno scorso, con Insigne e Mertens, mi aveva fatto vedere delle belle cose, ma quello di quest’anno è impressionante: tutti quelli chiamati in causa portano beneficio alla squadra. Come dice sempre Spalletti, è una squadra con 15-16 titolari: ha Olivera al posto di Mario Rui, ha Raspadori e Simeone che sono stati decisivi sia in campionato che in Champions League. Insomma, sono tutti segnali che evidenziano come il Napoli meriti di portarsi a casa questo Scudetto. Al di là di questo, comunque, a livello di armonia e fluidità di gioco non ho mai visto una squadra così nella mia modesta esperienza.
Difficilmente, quindi, vedi la possibilità che possano perdere questo Scudetto…
Non solo dovrebbe cominciare a perdere punti, ma in più dovrebbe anche venir fuori una squadra che abbia la continuità di tenergli testa: finora, nessuno è riuscito a stargli dietro.
Capitolo Milano: Inter in ripresa, Milan in caduta. Chi finisce davanti a fine campionato?
Difficile da dire adesso, ci saranno altri alti e bassi. L’Inter è quella con la rosa più competitiva, anche quest’anno come l’anno scorso avrebbe dovuto lottare per lo Scudetto, anzi era probabilmente la favorita ad inizio anno anche più del Milan campione d’Italia. Se i nerazzurri si mostreranno più solidi difensivamente, allora potranno crescere: da qui, però, ad agganciare il Napoli recuperando 13 punti ce ne passa.
Il Milan quindi lo vedi meno solido? Si comincia addirittura a vociferare di un possibile esonero per Pioli…
Il Milan è una squadra che vive di emotività, di alti e bassi, di slanci grazie anche all’alchimia col pubblico e poi di momenti di depressione. Deve ritrovare certezze che adesso cominciano a mancare: non solo a livello tecnico, ma anche mentale. Non devono essere timorosi, devono recuperare cattiveria, voglia di sacrificarsi, umiltà soprattutto. Ovviamente Pioli deve fare in fretta questo “switch mentale“, non solo perché c’è un ottavo di Champions League da giocare ma anche perché deve mettersi nell’ottica che non si gioca più per lo Scudetto, ma per entrare nei primi quattro.
La Juve è partita male, poi ha fatto otto vittorie di fila, poi il 5-1 subìto a Napoli e infine il -15 in classifica. Come sta reagendo secondo te la squadra alla penalizzazione? Vedi un Allegri più nervoso, una squadra più tesa?
La situazione non è facile: lo dicevamo già a inizio stagione, tutto quello che succede fuori dal campo condiziona ciò che accade dentro. Dopo la penalizzazione c’è stata sì la gara con l’Atalanta che ha messo in mostra l’orgoglio di questi calciatori, ma poi la sconfitta col Monza ha fatto capire che questa squadra deve cambiare mentalità. Un po’ come il Milan, deve acquisire consapevolezza del fatto che l’obiettivo è cambiato: riprendere la zona Champions League è praticamente utopia. Il nervosismo è legittimo, quando ti cambiano i piani nel mezzo della stagione. C’è poi da dire che la Juve ha l’Europa League da giocare e lì, soprattutto con un po’ di fortuna, può andare avanti. Poi, la Coppa Italia deve essere un obiettivo: non ci sono scuse.
Una battuta su un caso bollente degli scorsi giorni: ti chiederei un giudizio sul caso Zaniolo, appena volato al Galatasaray.
Succede in tutte le realtà che un calciatore voglia cambiare aria, ovunque. Ma non è giusto però che questo si trasformi in una gogna mediatica, che questa situazione riempia tutte le prime pagine. Allo stesso tempo, però, il suo atteggiamento tenuto ultimamente, penso alla rinuncia di andare in trasferta a La Spezia, è stato deleterio per lui. Oggi, rispetto a tutto quello che si è detto, mi viene difficile pensare che possa tornare a far parte di questo gruppo. Ha rotto col pubblico, con la società ci sono state tensioni: ci vorrà tempo, tutte le cose si sistemano, ma servirà anche il “mea culpa” di Zaniolo. Io non ricordo casi analoghi, anche andando indietro nel tempo.
È stato, credo, il mercato di gennaio più triste degli ultimi vent’anni, almeno per le squadre italiane. Come ti spieghi questo dislivello tra Premier e Serie A?
In Inghilterra, la Championship è quasi più seguita della Champions League: questo fa capire di come sia la cultura calcistica da quelle parti. Poi c’è anche da dire che è vero che la Premier fa un altro sport, a livello di appeal e di crescita economica, ma è anche vero che gli altri campionati non è che navighino nell’oro. Noi facciamo sempre il paragone con l’Inghilterra, ma non siamo gli unici ad essere in difficoltà. Certamente, a livello di mercato abbiamo parlato tanto ma poi è successo pochissimo: dobbiamo accontentarci dei prestiti con diritto di riscatto e dei doppi scambi inutili. Poi lasciami dire una cosa.
Prego.
Dobbiamo imparare a vendere meglio il nostro prodotto, il prodotto Serie A. Bisogna migliorare, non solo come livello di calcio: c’è da pensare alla spettacolarizzazione del prodotto. Quindi stadio bello, prato bello, show pre-partita ben fatto, riuscire a far vedere che abbiamo una cultura calcistica importante, com’era negli anni ’90.
Ringraziamo Tommaso Turci per la grande disponibilità e gentilezza.