Basket NBA, Boston Celtics: la squadra di coach Brad Stevens in crisi d'identità
Sono passate sei settimane dall'inizio della regular season del campionato Nba e i Boston Celtics di coach Brad Stevens sono una delle più cocenti delusioni di questo primo quarto di stagione. La franchigia del Massachussets infatti su venti partite disputate ha un record piuttosto scadente con dieci vittorie ed altrettante sconfitte, ben al di sotto delle potenzialità della rosa e delle previsioni della vigilia che davano i Boston Celtics la favorita numero uno per la Eastern Conference. Nelle ultimi dodici incontri si sono registrate ben otto sconfitte anche contro squadre sulla carta nettamente inferiori come New Jork, Dallas e Utah (2 volte). Il problema principale della squadra sono le percentuali al tiro, ma non solo. Basta leggere queste statistiche per rendersene conto:
- 27^ come percentuale complessiva (43,7%)
- 19^ nei tiri da tre (34,3%)
- 14^ nei tiri liberi (77,2%)
- 16^ nelle stoppate (5,4 a partita)
- 24^ nei punti totali (106,3 a partita)
- 5^ nelle palle perse (13,3 a partita)
Con questi numeri pensare di fare una stagione come quella passata è praticamente impossibile (raggiunta la finale dell'Est) ma andiamo ad analizzare le altre cause di questo inizio difficile.
- La giovane età media della squadra non aiuta quando ci sono alcune sconfitte di troppo che sicuramente ha fatto raffreddare gli animi dei giocatori meno esperti.
- Alcuni giocatori tra quelli più importanti stanno giocando al di sotto delle proprie possibilità come Al Horford, Jaylen Brown e Terry Rozier ma anche Gordon Hayward dopo il grave infortunio che lo ha tenuto fuori tutta la stagione scorsa, fa fatica ad entrare nei meccanismi di gioco del suo allenatore.
- La stella della squadra Kyrie Irving nonostante stia cercando di raddrizzare la situazione, sta subendo tantissimo a livello difensivo le guardie avversarie che spesso e volentieri sono i migliori marcatori dei match come è successo con Oladipo (Indiana), Murray (Denver), Burke (New Jork), Mitchell (Utah) e Barea (Dallas).
- Attacco con poche soluzioni e con Al Horford molto statico che non aiuta di certo a migliorare la situazione offensiva con gli avversari che sanno ormai leggere con facilità gli schemi di coach Stevens. Anche i pochi falli subiti fa si che i tiri dalla lunetta sono molto pochi rispetto al passato.
- La difesa che spesso inizia bene le partite, nei secondi tempo cala vistosamente con tanti punti subiti che portano di conseguenza troppe sconfitte.
- A differenza dello scorso anno i giocatori sembrano seguire molto poco l'allenatore e ognuno vuole cercare di rimediare per conto proprio forse anche per mettersi in mostra visto l'abbondanza in rosa, solo che in questo modo si peggiorano le cose.
- Lo spogliatoio sembra incominciare a scricchiolare con il diverbio sabato sera nella sconfitta nella trasferta texana di Dallas dove Irving è andato a discutere con il suo coach mostrando vistosi segni di nervosismo visibilmente arrabbiato per lo scarso impegno di alcuni suoi compagni.
Da come si evince i problemi della franchigia del trifoglio non sono pochi però il tempo per recuperare ce n'è in abbondanza visto che mancano la bellezza di 62 partite alla fine della stagione regolare e coach Stevens al sesto anno sulla panchina di Boston ha tutta l'esperienza e le carte in regola, insieme ai suoi ragazzi, per uscire fuori da questa situazione negativa venutasi a creare e per cercare di puntare magari alla quella finale per il titolo NBA che i tutti i tifosi dei Celtics sperano di conquistare dopo tanti anni di digiuno.