Ibra-Inter, ci risiamo

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“Succederà qualcosa di grosso, sono emozionato”, strano detto da uno che in carriera ha vinto ovunque è stato, in Olanda, in Spagna, ora in Francia, ieri in Italia, uno che le emozioni le ha sempre lasciate nello spogliatoio, presuntuoso, arrogante, ma dannatamente unico, calciatore venerato, ormai in maniera virale, come una divinità, un personaggio unico, che si è forgiato con gli anni, con i goal, con i successi, in una parola IBRAHIMOVIĆ.

Un uomo che non passa mai inosservato, mai banale, così in campo, così fuori, il prototipo del calciatore perfetto, un gigante di 195 centimetri dotato di una tecnica fuori dal comune, senza dubbio uno dei più grandi giocatori mai visti su un campo di calcio, Champions League o meno, come Zlatan nessuno mai, unico.
A trentaquattro anni, trascinatore, leader, di uno dei club più prestigiosi ed ambiziosi del mondo, nonché pilota, con i suoi 21 gol in campionato, della corsa al quarto titolo nazionale consecutivo del PSG, facile comprendere che quando c’è di mezzo Zlatan, nulla può passare in secondo piano.
Ibrahimovic a fine stagione, in scadenza di contratto lascerà Parigi, ulteriore conferma arriva dalle dichiarazioni di un compagno, Thiago Silva, il brasiliano ha confermato che l’attaccante svedese l’anno prossimo volerà lontano dalla Tour Eiffel, ma dove?
Cosa c’è nel suo futuro?

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Innumerevoli le ipotesi, due però le strade: Staccare la spina dalle pressioni, quelle che ha sempre avuto sulle spalle, larghe, larghissime, volando negli USA, piuttosto che in Qatar, o perché no in Cina, oppure rimettersi in gioco, nuovamente in Europa, magari in Inghilterra, in Premier League, campionato che ha sempre affascinato il ragazzone di Malmö ma che, per un motivo o per l’altro non lo ha mai ospitato. Potrebbe farlo dalla prossima stagione, chissà magari al Manchester United, prestigio, ambizione e voglia di tornare ai vertici del calcio Inglese e mondiale, il tutto, verosimilmente sotto la guida di Jose Mourinho, allenatore a cui Ibra è da sempre legato, un rapporto di stima reciproca che potrebbe essere il filo conduttore dello sbarco oltremanica di Zlatan. 
Difficile invece, pensare alla Bundesliga, l’unico club in grado di accogliere un giocatore come Ibrahimovic, sia dal punto di vista degli obbiettivi, ma, soprattuto da quello economico è il Bayern, società che da anni opera in prospettiva, con una programmazione minuziosa volta a guardare il futuro, tutti motivi per cui l’approdo in Germania dello svedese è assolutamente da escludere. 
Parla di emozione Ibrahimovic, sentimento forte, felicità per la consapevolezza di intraprendere una nuova strada, pronto a scrivere nuove ed inedite pagine della sua vita, oppure impazienza di tornare indietro, a quel capitolo tanto appassionante, per modificare ancora qualcosa, migliorarlo se possibile, prima di mettere la parola fine al romanzo della sua carriera.

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Che il “mal di pancia” causa dell’addio di Ibrahimovic all’inter si sia tramutato in “farfalle nello stomaco”? 
Lo svedese non ha mai nascosto il suo amore per l’Italia, per Milano e per le sue due squadre, in particolare per i colori neroazzurri di cui da bambino “era tifoso”, una rapporto finito male, dopo la rottura l’Inter ha vissuto la Love story più bella della sua storia, con quell’anno magico, quasi uno scherzo del destino per Ibra, a un passo da quella ossessione, quella Champions che non ha mai vinto e per cui è volato in Spagna, al Barcellona, gli è andata male anche li. Un tormento comune a Thohir, cosa di cui Martedì, probabilmente ha parlato a Zlatan, quando il presidente dell’Inter al Parco dei Principi ha assistito alla sifda, vinta dal PSG, con goal proprio dello Svedese, contro il Chelsea, respirando profumo d’Europa, quella che conta, quella che pretende che la sua Inter disputi il prossimo anno, per poi giocarla, magari, proprio con Ibrahimovic.

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