Giuseppe Pastore a SuperNews: “Milan, col Tottenham il 60% di possibilità di passare. Il Napoli come il Milan di Sacchi? No, ecco perché"
SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Giuseppe Pastore, noto giornalista de Il Foglio, Cronache di Spogliatoio, Esquire ed altri portali. Autore del libro "Il Milan col sole in tasca. Gli anni 1986-1994", abbiamo toccato alcuni temi legati alla stagione rossonera.
SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Giuseppe Pastore, noto giornalista de Il Foglio, Cronache di Spogliatoio, Esquire ed altri portali. Autore del libro "Il Milan col sole in tasca. Gli anni 1986-1994", abbiamo toccato alcuni temi legati alla stagione rossonera.
Alla luce di quanto abbiamo visto all’andata degli ottavi di Champions League, pensi che il Milan possa superare l’ostacolo Tottenham?
Credo che sarebbe fondamentale il ritorno di Bennacer, anche se il Milan all'andata ha vinto senza di lui. Quindi, riproponendo lo stesso schema della gara di San Siro e soprattutto lo stesso spirito e la stessa attenzione, io credo che sia possibile strappare la qualificazione. Non ho visto un gran Tottenham, anche in altre partite, mi sembra grigio e spento. Gioca in casa, è vero, però in questa Champions League stiamo vedendo come il fattore campo sembri contare meno del solito. In ogni caso il Milan è migliore rispetto a quello di qualche settimana fa: Maignan sta recuperando, idem Tomori, potrebbe recuperare Florenzi: come percentuali, dico 60%-40% in favore dei rossoneri.
Tommaso Turci di Dazn ci ha parlato di necessità dei rossoneri di fare uno “switch”: basta pensare allo Scudetto, si badi al quarto posto. Pensi che questo Milan avrebbe avuto le potenzialità di vincere di nuovo lo Scudetto o ti aspettavi che non potesse andare oltre i primi 4 posti?
Diciamo che se c'è una squadra che viaggia sui 100 punti come il Napoli, è molto difficile pensare di arrivare allo Scudetto. Il Milan ci ha pensato, probabilmente sull'onda lunga del successo dell'anno scorso e in maniera anche abbastanza ovvia. Molti giocatori però non hanno fatto quello switch di cui parlava Tommaso, sicuramente a livello di applicazione difensiva soprattutto: basti pensare che alla prima partita il Milan prende gol al 2' minuto su calcio d'angolo con l'Udinese: è già un po' un trailer della stagione. Poi il disastro a gennaio dalla Roma in avanti: credo sia stata decisiva anche la mancanza di un leader temperamentale come lo stesso Ibrahimovic. Diciamo che adesso, dopo aver abbassato un po' il baricentro dopo il 2-5 patito in casa dal Sassuolo, è tornato un po' di ordine: il gioco ancora non c'è, e in questo senso sarà fondamentale il ritorno di Bennacer e in qualche modo anche di Maignan.
4-2-3-1 e 3-4-2-1: secondo te, su che strada deve procedere Pioli da qui a fine stagione?
Io credo che in realtà sia una questione di atteggiamento più che di modulo. In realtà i calciatori in campo sono gli stessi per entrambi i moduli: è chiaro, però, che senza Maignan i centrali sono costretti ad abbassarsi di più. Insomma, io credo che questa difesa a tre o a cinque sia solo una situazione-tampone, perché il Milan di Pioli è diventato grande giocando a quattro: penso che dopo il Tottenham, comunque vada quella gara, il tecnico tornerà al passato.
De Ketelaere: la pazienza dei tifosi sta per finire. Un tuo commento su questo ragazzo?
Pagato tanto, l'unico acquisto di peso del Milan campione d'Italia, cartellino del prezzo quindi sempre attaccato alla maglia. Con questi presupposti, per un calciatore con una personalità non formata e in un calcio complicato a livello di meccanismi ed automatismi come quello di Pioli, l'ambientamento non è stato facile. Diversi fattori hanno congiurato sicuramente per portarlo a questo momento di difficoltà: io credo, però, che per lo meno rispetto ad ottobre sia attorniato dall'affetto dei compagni, mentre prima sembrava un corpo estraneo e basta. Questo è comunque un passo avanti, e adesso deve cercare un interruttore, un evento positivo, una cosa buona qualunque: lui non fa un assist da agosto, è inquietante. Non è però né un problema fisico né tattico, ma solo di testa.
Pensando un po’ al tuo libro “Il Milan col sole in tasca. Gli anni 1986-1994”, mi sorge una curiosità: quale giocatore (uno solo) del Milan di quell’epoca ti piacerebbe vedere nella squadra rossonera attuale?
Pensando all'attacco, ti dico banalmente Marco Van Basten. Nel Milan c'è Giroud che ha 37 anni, servirebbe un ricambio, e pochi ricordano che l'olandese all'epoca fu pagato pochissimo: Van Basten arrivò con un semplice indennizzo di circa un miliardo di lire. Se al Milan riuscisse un colpo di questo tipo sarebbe davvero clamoroso.
E quale calciatore rossonero attuale, invece, pensi che potrebbe giocare nel Milan di fine anni '80 e inizio anni '90?
Visto che il Milan aveva un portiere che giocava molto alto, che era un buon portiere ma non un fenomeno assoluto, mi piacerebbe vedere Maignan, che aveva le stesse caratteristiche ma in maniera molto più naturale. Il francese credo che avrebbe potuto rendere quel Milan lì ancor più spettacolare e dirompente.
Sempre a proposito del Milan di quegli anni: ultimamente si comincia a fare il paragone tra il dirompente Napoli attuale ed il Milan di Sacchi. Pensi che sia un paragone calzante?
Intanto bisognerebbe che vincesse almeno una Champions, il Napoli di Spalletti. Poi quest'ultimo è sempre molto attento a non cedere mai a questi paragoni, a queste provocazioni: anche in tv, lo si vede sempre contrito, grigio in volto. In ogni caso: penso che siano diverse le differenze tra gli azzurri di oggi e i rossoneri di Arrigo. Quel Milan fu rivoluzionario per la velocità e per la fisicità che sapevano mettere in campo anche e soprattutto a livello europeo, mentre oggi queste caratteristiche non basterebbero più perché serve abbinare anche una grande tecnica. Spalletti sta facendo un lavoro importante sulla scia di Guardiola, o del miglior Liverpool di Klopp, quindi un calcio veloce, tecnico, fisico e verticale: penso sia la prima volta in Italia che si riesce a fare ciò. In più, ci sono alcune individualità che portano un'imprevedibilità pazzesca come Kvara o Osimhen: insomma, non è una squadra rivoluzionaria come fu quel Milan di Sacchi, però ha capito in che direzione sta andando il calcio molto prima di altri calciatori