Nove atleti Fidal assolti da accuse di doping
Nove atleti Fidal sono stati al momento assolti per archiviazione del caso, dall'accusa di Doping. Il Tribunale Nazionale antidoping, Tna, si è espresso tutto a favore degli sportivi italiani: quindi non esisterebbero prove sufficienti per dimostrare che si tratti di veri e propri casi di doping. Da ricordare che soltanto poco tempo fa agli stessi nove sportivi Fidal - rispettivamente Giordano Benedetti, Fabio Cerutti, Rosaria Console, Marco De Luca, Antonietta Di Martino, Marco Lorenzi, Giorgio Rubino, Claudio Michel Stecchi, e Michela Tricca- era stata mossa anche un'altra accusa per "mancata reperibilità", cosa che, a quanto pare, non ha aggravato la situazione e che ha comunque portato al proscioglimento da tutte le accuse. Una vittoria a dir poco schiacciante che sembra avere riportato in auge la "purezza" dello sport e degli sportivi italiani, contrariamente a quanto è accaduto solo pochi mesi fa in altre nazioni, come la Russia, bandite per doping di stato. Accuse che probabilmente, nonostante le polemiche, porteranno alla mancata partecipazione di questa e forse di molte altre nazioni, ai mondiali di Rio previsti dal 05 al 21 agosto di quest'anno. Allo scopo e al proposito degli atleti nostri connazionali, il Tna così si è espresso: "A prescindere da ogni considerazione sulla possibilità di configurare la condotta materiale dell'illecito di cui all'articolo 2.3 delle Norme Sportive Antidoping vigenti, anche nei casi di violazione degli obblighi relativi whereabouts,(reperibilità presso il luogo di permanenza), nel caso in esame non vi sono comunque elementi sufficienti per ritenere sussistente l' elemento soggettivo dell' illecito, ha disposto le archiviazioni dei precedenti procedimenti". Per la nostra Italia, come detto, un bel passo in avanti. Non solo nove atleti prosciolti da accuse quali mancata reperibilità e doping, ma anche, per noi italiani, un'esaltazione dello sport "firmato Italia". Dunque a a questo punto, ovviamente salvo imprevisti dell'ultimo minuto, non ci sarebbe nessun impedimento per il Bel Paese a partecipare ai prossimi mondiali di Rio De Janeiro. E questo a differenza di tanti altri stati nel mondo quali Francia, Brasile Kenia, Ucraina, Spagna non totalmente a norma con i parametri imposti dalla Wada, per i quali è stato precisato di mettersi in regola entro e non oltre il 18 marzo di quest'anno, fatto per cui viene richiesto esplicitamente l'intervento dei governi. Anche ad altri paesi -Belgio, Grecia, Messico- non completamente in regola, è stato intimato di conformarsi non oltre il 18 marzo 2016. Ancora non si sa se la pena per il non rispetto delle normative potrebbe essere la squalifica o parziale qualifica ai mondiali di Rio. Tutto resta ancora avvolto nel mistero: certo è che molti paesi dovranno "rimettersi in riga" se non vorranno andare incontro a squalifiche o sanzioni. Come menzionato, la Russia è la nazione forse più rovinata di tutti. A rischio la sua squalifica dal mondiale per "doping di stato" nonostante le chiacchiere e le polemiche dello stesso presidente Putin; il direttore dell'antidoping russo Ramil Khabriev molla portante dello stesso ente dal 2010, si è dimesso e per tutti gli sportivi "bandiera rossa" pende una sospensione temporanea, attualmente senza limiti di tempo. Che escano o no da questa difficile situazione è ancora tutto da stabilire.