De Sisti a SuperNews: “Vi racconto Roma e Fiorentina, lo scudetto del 1982 e l’allenatore nel pallone”

Giancarlo De Sisti, ai nostri microfoni, ha commentato il presente della Roma ed il momento di Bonaventura nella Fiorentina. E poi tante rivelazioni sullo scudetto del 1982 finito alla Juventus e sulla sua apparizione nel celebre film comico di Lino Banfi, con a tema il calcio italiano.

Oggi vi proponiamo l’intervista esclusiva che abbiamo realizzato, per conto di SuperNews, a Giancarlo De Sisti. L’ex giocatore ed allenatore italiano è stato campione d’Europa e vicecampione del Mondo. Ha costruito tutta la sua carriera con le maglie di Roma e Fiorentina, vincendo diversi trofei, tra i quali, appunto, lo scudetto gigliato nel 1969.

Salve De Sisti, la nuova coppia d’attacco Dybala-Lukaku della Roma è da Champions League? Nonostante la brutta partenza, i giallorossi possono puntare ai primi quattro posti della classifica?

Penso assolutamente di sì, possono riuscirci. Formano un abbinamento che piace da sempre a tutti gli allenatori. Uno dei due è un attaccante fisico e che fa salire la squadra, l’altro un calciatore molto tecnico, un fantasista dei nostri giorni. Insieme, appunto, formano una coppia che sarebbe apprezzata da tutti i tecnici, anche se ovviamente non si vinceranno tutte le partite 7-0 (si riferisce all’ultima gara di Campionato della Roma, disputata contro l’Empoli, ndr).

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Lei è stato un calciatore molto longevo, che ha giocato fino a 36 anni compiuti ad alti livelli in Serie A. Ci racconta allora quali possono essere i segreti di Bonaventura, che a 34 anni continua a risultare uno dei giocatori migliori della Fiorentina?

Beh, la cosa principale è che più cresci in età e diventi vecchio, più è il tempo che devi passare ad allenarti. Lo stile di vita poi deve essere più serio ancora del massimo possibile. Ci vuole, quindi, tanta autodisciplina, anche sotto il profilo dell’alimentazione. E poi Bonaventura ha davvero qualità ed esperienza da vendere.

Quanto brucia, a distanza di oltre 40 anni, lo scudetto perso con la Juventus, da allenatore della Fiorentina? Ed in quella situazione quale fu la cosa che gli diede più fastidio di tutte?

Brucia ancora tanto aver buttato in fumo all’ultima giornata, per un insieme di circostanze, l’ottimo lavoro fatto in tutto la stagione calcistica. Ancora oggi se penso al fallo fischiato a Bertoni contro il Cagliari, nell’ultima giornata di campionato, ho i brividi, anche perché fu Lamagni a spingere il nostro calciatore contro il suo portiere Corti. Quindi, non era un fallo da fischiare.

La cosa che mi ha dato più fastidio? La risposta dell’arbitro di quel match alla mia domanda sul perché avesse fischiato fallo. Lui rispose semplicemente: “Perché è così e basta!”.

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Ci meritavamo almeno lo spareggio, la bella dopo i due pareggi con la Juventus in Campionato, ma era l’anno del Mondiale 1982. Non ho ancora digerito quella storia, d’altronde avevamo fatto tutto per benino, giocando anche 12-13 partite senza Antognoni. Un po’ come se avessero tolto Platini alla Juventus del futuro.

Da lì il dualismo tra Fiorentina e Juventus esplose?

Sì, l’antipatia c’era già da prima, ma poi dilagò in una rivalità acerrima per i nostri tifosi. Non giocammo bene a Cagliari, ma se sommiamo il goal annullato a noi, il rigore per la spallata più che energica di Brio non fischiato al Catanzaro ed il penalty discutibile a favore degli stessi bianconeri…

Loro non ne hanno più parlato, noi lo abbiamo fatto al vento, partendo appunto dalla risposta ricevuta dall’arbitro della gara di Cagliari.

Chiudiamo, invece, con il sorriso: com’è stato lavorare con Lino Banfi nel film l’allenatore nel pallone? Il ricordo più piacevole di quel film?

Gigi e Andrea mi facevano morire dal ridere e poi Ia frase di Lino Banfi: “Io picchio De Sisti e gli spezzo pure la noce del capocollo!” mi ha cambiato la vita (ride, ndr). Non so più nemmeno quante volte me l’hanno ripetuta.

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Banfi ed il regista Sergio Martino mi chiamarono per fare il film proprio pochi giorni dopo che, chiacchierando con mio figlio (aveva allora 7-8 anni), era venuto fuori che il comico pugliese fosse uno dei suoi attori comici preferiti. Quindi alla loro chiamata risposti subito di sì, con l’unica condizione di poter portare mio figlio (sorride, ndr).

Ma sapete la cosa più buffa che mi è successa?

Prego De Sisti.

Lavoravo per Telemontecarlo, ero in trasferta con la troupe per un Lecce-Fiorentina. Stavamo mangiando un panino vicino all’albergo e mi avvicinano due ragazzi che continuavano a ripetere di conoscermi, ma di non rammentare precisamente chi fossi. Dopo vari tentativi mi dissero: “Ora ricordiamo, lei è il personaggio del film l’allenatore nel pallone”. Cioè, avevo giocato quasi 500 partite in Serie A, ma ero diventato più popolare per un’apparizione di 3 minuti in un film (scena, tra l’altro, ripetuta più volte perché parlavo troppo velocemente)!

E con un altro sorriso reciproco si conclude la nostra intervista.