Intervista esclusiva a Pasquale Foggia: “L’Inter ha vinto lo scudetto, ingiusto l’esonero di Inzaghi, troppi cambiamenti nel Napoli”

Intervista esclusiva a Pasquale Foggia. Diversi i temi trattati: la lotta per lo scudetto, la Lazio dopo Milinkovic-Savic, le difficoltà di Pirlo e della Sampdoria, le problematiche di Salernitana e Napoli. L'ex calciatore ci ha svelato anche con quale allenatore gli piacerebbe lavorare.

Nelle ultime ore abbiamo avuto il piacere d’intervistare, in esclusiva, Pasquale Foggia, ex calciatore italiano (tra le altre squadre di Lazio, Sampdoria e Salernitana) ed oggi dirigente sportivo.

Di seguito le sue dichiarazioni ai nostri microfoni.

Dopo la sconfitta della Juventus contro l’Udinese, il discorso scudetto si è definitivamente chiuso a favore dell’Inter?

A questo punto dico di sì, ci sono troppi punti di distacco (potenzialmente 10, considerando che i nerazzurri hanno una partita in meno, NdR). Già era difficile prima per la Juve, ora diventa quasi impossibile rimontare.

Ad oltre metà stagione, proviamo a tirare un primo bilancio sull’annata della Lazio: la squadra è riuscita ad ammortizzare la cessione di Milinkovic-Savic?

Tecnicamente no, dato che le sue caratteristiche non sono rintracciabili facilmente altrove.

La squadra di Sarri può comunque lottare per il 4’ posto?

Assolutamente sì. Le prime 3 sono inavvicinabili e stanno facendo un campionato a sé, ma per l’ultimo piazzamento che vale la Champions League possiede i valori tecnici per battersi.

Un’altra delle sue ex squadre è la Sampdoria: nelle tante difficoltà di questa stagione ha scelto di mantenere la barra dritta e di continuare con Pirlo. È una scelta che si sente di condividere?

Per andare avanti in questa direzione, devono avere i loro giusti motivi. Sicuramente dall’interno vedono come lavora il reparto tecnico e si fidano delle sue scelte.

D’altronde, la Samp viene da un’estate travagliatissima e, dopo tante problematiche, ci sta anche di mettere in preventivo una stagione del genere. Forse non così tante, ma le difficoltà che avrebbe incontrato erano, a loro modo di vedere, prevedibili.

La Salernitana è stata l’ultima squadra della sua carriera da calciatore. Dopo l’esonero di Sousa, ecco quello di Filippo Inzaghi. Secondo lei, il neo allenatore Liverani può ancora giocarsela per salvarsi? I campani occupano l’ultimo posto in classifica, ci sono 14 partite tuttora da disputare ed i punti di distanza dalla zona salvezza sono 6-7.

I punti cominciano essere tanti, troppi. Considerando anche i molti scontri diretti a sfavore, ne va messo uno in più da calcolare ipoteticamente. Per questo risalire diventa complicato. Quindi, pur essendo convinto che la Salernitana lotterà con orgoglio, sarà difficilissimo salvarsi.

Vorrei poi esternare tutto il mio dispiacere per l’esonero di Pippo (Inzaghi, NdR), che è stato del tutto immeritato.

Kim (l’unica cessione importante degli azzurri rispetto alla stagione passata) era così fondamentale, oppure cosa è cambiato dalla rosa del Napoli dei record a quella incerta di questa stagione, a prescindere dai tecnici scelti da De Laurentiis?

La perdita di Kim è un fattore tecnico, ma non è il solo. La squadra ha cambiato allenatore, direttore sportivo e strategia. Si sono modificate, quindi, troppe cose in così troppo poco tempo. Non puoi non risentirne se vai a toccare tutti i punti fondamentali di una compagine.

Il Napoli, poi, non è una squadra “allenata” a vincere uno scudetto ogni 2 anni, come per esempio Juventus, Inter e Milan, che possono, quindi, molto più facilmente resettare dopo una vittoria, perché ci sono abituati.

Pasquale Foggia, con quale allenatore le piacerebbe un giorno lavorare come dirigente e perché?

Mi piacerebbe farlo con Spalletti. Questo perché, oltre ad essere un allenatore che insegna calcio, è un uomo diretto, insomma........vero! E questo mi affascina in un leader più di ogni altra cosa. Mi piacerebbe riscoprire in ogni allenatore con cui lavoro qualità, sia dal lato tecnico che da quello umano.