Intervista esclusiva ad Alberto Malusci: "Bove, ritorna presto in campo! Scudetto a Firenze? Giusto sognare. Il Lecce con Pantaleo Corvino…"

Intervista esclusiva ad Alberto Malusci. Dopo essere cresciuto nelle Giovanili della Fiorentina, iniziò la carriera da professionista con la prima squadra viola nel 1988, disputando ben otto stagioni nel capoluogo toscano e vincendo la Coppa Italia 1995/96. Oltre a quella in Ligue 1 con l'Olympique Marsiglia, visse esperienze significative in diverse squadre del Sud Italia: la prima fu al Foggia, poi due stagioni ciascuna nel Cosenza e nel Lecce, infine un anno al Catania.

Intervista esclusiva della nostra Redazione ad Alberto Malusci. L'ex difensore, nativo di Pistoia, ha espresso il proprio parere sulle condizioni delle sue ex squadre, con particolare attenzione rivolta a quella del suo cuore e per la quale ha giocato in molti anni di carriera, la Fiorentina. Una dedica particolare anche a Edoardo Bove, per via del grande spavento vissuto durante quei minuti concitati di Fiorentina-Inter, oltre che uno spunto di riflessione sulla gestione delle emergenze che potrebbero verificarsi durante una gara. Anche sul Lecce sono state proferite belle parole, soprattutto su Pantaleo Corvino.

Alberto, buonasera. Grazie per aver accettato l'invito della nostra Redazione.

L'episodio che ha coinvolto, suo malgrado, Edoardo Bove ha trasformato il clima di festa dello "Stadio Artemio Franchi" in un vortice di grandissima paura e angoscia, inducendo la Lega Calcio all'annullamento della gara tra Fiorentina e Inter. Quali sono le considerazioni che Lei sente di rilasciare su quanto accaduto al 22.enne calciatore romano?

E' stato un episodio davvero straziante, indubbiamente. Vedere i compagni di squadra con le lacrime agli occhi, oltre che tutto lo stadio in un silenzio, ha creato molto sgomento anche a me. Purtroppo, quando accadono imprevisti come quello accorso a Bove, viene da pensare che c'è sempre bisogno di chi sia in grado di mantenere la lucidità per far fronte a queste situazioni molto delicate. Per questo motivo, mi preme risaltare la grandissima bravura di tutta l'equipe sanitaria, perché è stata molto tempestiva nell'agire dinanzi a una situazione che poteva compromettersi anche soltanto con qualche secondo di ritardo. Questo ha fatto sì che Bove potesse giungere al pronto soccorso in pochissimo tempo, facilitando la sua riabilitazione. Un ringraziamento di cuore è il minimo che possa essere fatto per rendere onore a questi professionisti.

Colgo l'occasione di questo mio intervento affinché si sensibilizzi il più possibile nella formazione di corsi di "Primo Soccorso" da estendere a tutti gli addetti ai lavori, inclusi i calciatori, perché resta fondamentale, soprattutto per chi gravita nel settore dilettantistico, che si conoscano le tecniche di base per agire in caso di estrema necessità. Negli ultimi anni, il calcio italiano ha fatto tanto per la prevenzione in campo, con la FIGC che ha istituito anche l'obbligatorietà del defibrillatore per tutte le società professionistiche. L'episodio di Bove ha dato dimostrazione di come certe dinamiche siano imprevedibili ma, quando accadono, resta determinante avere persone che sappiano come intervenire.

Proprio nelle ultime ore sono giunte notizie incoraggianti sullo stato di salute di Bove, con il pericolo scongiurato. A questo ragazzo mando un grande abbraccio, aspettando di rivederlo molto presto in campo.

Tornando al calcio giocato, la rosa attuale può essere annoverata tra le più forti nella storia della Fiorentina? Lei vede delle analogie tra questa squadra allenata da Raffaele Palladino e quelle vissute durante le otto stagioni da calciatore viola?

Sì, penso che possa rientrare nella lista delle più forti che abbia avuto la Fiorentina. Non credo sia la più forte, però i numeri, in questo momento, sono dalla parte di un'intera squadra che sta facendo sognare tutti i tifosi a occhi aperti. È razionale, attenta e sa quello che vuole ottenere. Sono arrivati calciatori importanti che hanno dato un tasso tecnico qualitativo notevole, tra cui De Gea, Gosens e Kean. Non bisogna dimenticare che il campionato è ancora molto lungo, anche se la Fiorentina ha dimostrato che sa giocarsela a viso aperto con tutte. Deve continuare su questo trend, se vuole restare in quella parte della classifica che occupa, pur sapendo che non sarà affatto facile.

Analogie con la Fiorentina dei miei tempi? Non credo che si possano fare paragoni, perché ci sono parametri e criteri che nel calcio sono cambiati a dismisura nel corso degli anni, sia a livello tattico che atletico. Per emettere dei giudizi più completi ed equilibrati bisognerà aspettare la fine del campionato.

Da ex difensore, quali del "reparto arretrato" dell'attuale Fiorentina stanno piacendo ad Alberto Malusci?

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Mi sta piacendo e mi ha sorpreso molto Pietro Comuzzo. Nonostante sia ancora giovanissimo, mi ha impressionato per la sua personalità e per il suo temperamento. E' un difensore già formato e quando scende in campo sembra un veterano. È molto bravo nel duello, quindi nell'uno contro uno, ed è uno dei pochi in circolazione che sa effettuare la marcatura a uomo, nonostante quasi tutti siano abituati a orientarsi soltanto nei sistemi a zona. Sembra un difensore di "vecchia scuola", il classico marcatore che fa sentire veramente il suo peso al diretto avversario.

La parola "Scudetto" resterà un lungo sogno a Firenze o si stanno già creando condizioni importanti per pensare di raggiungerlo durante la presidenza di Rocco Commisso?

In questa stagione, non mi sembra che ci sia la classica squadra da "ammazza-campionato", come l'Inter dello scorso anno o il Napoli di due anni fa. Tutte le big non stanno andando fortissimo ed è noto che per vincere un campionato c'è bisogno di portare avanti uno standard di rendimento continuo. Soltanto il Napoli e l'Inter, oggettivamente, sono quelle che possono aumentare il passo, anche se non sono riuscite a staccarsi in classifica. La squadra di Antonio Conte, non va dimenticato, non dovrà disputare le gare delle coppe europee, quindi ha la possibilità di lavorare durante tutta la settimana pensando soltanto al campionato.

Escludendo la Roma che sta avendo tantissime difficoltà, il Milan sta soffrendo molto ma cerca sussulti di orgoglio per non staccarsi troppo dalle sue rivali. L'Atalanta sta facendo molto bene e non mi sorprende più, inizia sempre un po' in sordina, ma quando riesce a far emergere tutta la condizione fisica diventa una forza della natura. Anche la Lazio sta facendo un buon campionato, seppur ridimensionata dalla sconfitta di Parma.

La Fiorentina, almeno per ora, sta subendo poche reti e ne sta facendo molte. Questa squadra sta dimostrando che sa giocarsela contro tutti e non ha paura. Fossi al posto dei ragazzi di Palladino, inizierei sul serio a pensarci in grande e a non tirarmi indietro. Occorre sempre mantenere i piedi per terra, ma sognare non costa nulla. Sarò anche di parte, ma da ex calciatore e da tifoso di questo club voglio sognare. La Fiorentina può essere la vera protagonista di questo campionato, tutti saranno desiderosi di sapere fin dove potrà riuscire ad arrivare.

Per Lei anche due stagioni a Lecce. L'approdo di Marco Giampaolo ha portato 4 punti di due gare, tra cui il prestigioso pareggio contro la Juventus. Il tridente Rebic-Krstović-Dorgu resta determinante per la garantire la permanenza in Serie A del Lecce?

Desidero premettere che il vero numero dieci del Lecce è Pantaleo Corvino. Con la sua presenza, il Lecce potrà stare al sicuro. Oltre che una persona di grande spessore, è uno dei pochi che possiede una conoscenza del calcio vastissima, direi unica. È un direttore sportivo che ci mette sempre la faccia. Credo che la scelta dell'esonero di Luca Gotti, a mio avviso un ottimo allenatore, sia stata fatta da lui a malincuore; purtroppo, quando i risultati non arrivano, si colpisce sempre chi dirige la squadra dalla panchina. Con Giampaolo, invece, sembra proprio che ci sia stato questo scossone di cui l'ambiente intero necessitava. Vittoria a Venezia e pareggio con la Juventus sono l'inizio di un nuovo percorso che, secondo me, porterà il Lecce a un'altra permanenza in Serie A. Spero di cuore che questo mio pensiero potrà diventare realtà il prima possibile.

Sono tre ottimi calciatori, ma il Lecce non è soltanto questo tridente d'attacco. Per la salvezza c'è bisogno di tutti, Ci sono anche altre individualità che offrono qualità importanti a questa squadra. Tra tutti, sento di citare Federico Baschirotto. È un trascinatore, un leader vero: non è un caso che sia il capitano.

Inoltre, Lecce offre un ambiente sano, molto accogliente per chiunque arrivi a giocare in questa società. La tifoseria c'è sempre, come anche il calore delle persone di Lecce che offrono la tranquillità di far lavorare bene. È un posto straordinario dove poter far calcio a certi livelli.

Un trascorso per Lei anche con la maglia del Cosenza. Settimo risultato utile consecutivo per la squadra di Massimiliano Alvini, tra cui il pareggio esterno in extremis contro il Pisa di Filippo Inzaghi. Se si continua così, questa squadra può puntare senza indugi ai Playoff?

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Conosco molto bene Massimiliano Alvini, anche perché è un mio conterraneo. Ho avuto la fortuna di essere allenato da lui, per cui ne sono al corrente anche dei valori che ha come professionista. È un allenatore bravo, coraggioso e innovativo, che ha scelto di condividere il progetto di una società che si trova in un posto che, personalmente, ricordo con molto affetto. Cosenza mi ha permesso la grande opportunità di cominciare un nuovo e importante percorso della mia carriera.

I risultati più recenti ottenuti da questa squadra sono la dimostrazione delle considerazioni personali che ho su questo allenatore. Sono convinto che Alvini potrà farsi ben valere anche a Cosenza. Se arrivano progressivamente risultati importanti, la tifoseria e la città non faranno mancare il proprio apporto per dare tutto il sostegno alla squadra. Arrivare in un posto utile per i Playoff? Certo che si può. Il duro lavoro porta a risultati importanti e mi sembra che stiano iniziando a venire fuori. Giocarsela partita dopo partita per centrare questo obiettivo sarebbe un po' come vincere il campionato. Anche il Cosenza potrà dire la propria e stupire tutti.

Campionato apertissimo a diversi scenari, ma sembra esserci un'unica certezza: il Sassuolo. Il primo posto si può dire che sia stato già assegnato, fino al termine di questo campionato di Serie B?

Si tratta di una società importante che lo scorso anno è un po' mancata nel campionato di Serie A. Nonostante le delusioni di una retrocessione che poteva compromettere il progetto di questa squadra, quando c'è una vera programmazione, oltre che una dirigenza sana e lungimirante, arrivano anche e soprattutto i risultati sul campo. La classifica di quest'anno del Sassuolo è emblematica.

Tutti sanno, però, che il campionato di Serie B è logorante e dovrà continuare a tenere i piedi a terra ancora a lungo. Sicuramente, ha tutto per restare al primo posto fino al termine della stagione, anche se le rivali alle sue spalle faranno di tutto per raggiungerla e metterla in difficoltà. E' una squadra che già sa qual è il suo obiettivo da raggiungere, perché è la più equilibrata e compatta rispetto a tutte le altre.

Guardando la classifica di Serie B, c'è una squadra da inserire come una "bella sorpresa" e un'altra come una "delusione"?

Il Pisa mi sta piacendo e Inzaghi ha portato entusiasmo anche a questa città grazie ai risultati che sta ottenendo con la squadra. Lui, inoltre, è un maestro della cadetteria, ha fatto già molto bene in passato con il Benevento e potrebbe ripetersi anche con la sua squadra attuale. Non sono delle sorprese, perché sono già note, però mi piace vedere anche lo Spezia e la Cremonese che si contendono il secondo posto. Se proprio devo individuare una squadra che si sta comportando da sorpresa, direi che il Cesena rientra tra queste, considerando che è una neopromossa. Anche Bari e Palermo, alla lunga, potrebbero rientrare in una posizione di classifica interessante per i Playoff, perché hanno organici con individualità importanti e che hanno una certa esperienza.

Tra quelle che stanno deludendo, potrei dire facilmente il Frosinone, purtroppo. Proviene da una retrocessione che, in fin dei conti, non avrebbe nemmeno meritato, considerando che con Di Francesco si erano viste ottime cose e la salvezza sfumò a una manciata di minuti dalla conclusione del campionato. Non è così banale e scontato creare una programmazione seria per cercare di ritornare subito nella categoria superiore. E' piuttosto clamoroso un tracollo così netto, da una Serie A a portata di mano a una retrocessione in un campionato di Serie B dove occupa l'ultima posizione. In certi casi, basta iniziare male le prime gare per incappare in un meccanismo che s'innesca interiormente e porta a far perdere convinzione e lucidità dei propri mezzi; può darsi che sia accaduto proprio questo all'intero gruppo. Mi sembra che nelle ultime gare, specie l'ultima contro il Cesena, stia venendo fuori la rabbia necessaria per tirarsi fuori dalla zona retrocessione. Spero che questa squadra potrà garantire, almeno, la permanenza in B.

Due punti nelle ultime tre gare di campionato, tra cui la clamorosa debacle tra le "mura amiche" contro il Trapani. Con Mimmo Toscano in panchina, Lei si sarebbe aspettato di vedere il Catania a nove lunghezze di distanza dal Benevento, dopo quasi metà campionato?

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Anche Catania è stata una tappa importante della mia carriera. Sono stato molto bene lì, bellissima città, tifoseria tra le più calorose e passionali in Italia. Posso dire, in maniera schietta, che è un ambiente che merita la Serie A. Spero che possa tornare al più presto a rivivere le emozioni della massima serie.

Non mi sarei aspettato di vedere questa squadra in questa posizione, sinceramente. Tra l'altro, è allenata da un mio ex compagno di squadra ai tempi del Cosenza, per cui conosco molto bene Toscano e so che persona di grande valore sia. Ha sempre fatto molto bene con tutte le squadre che ha precedentemente allenato, conosce molto bene la categoria ed è innovativo. Sta avendo delle difficoltà nel rendimento, ma sono sicuro che riuscirà a disputare un gran campionato nel girone di ritorno che gli permetta di poter andare a giocarsi le chances di conquistare la Serie B. Sarebbe il minimo sindacale per una realtà del genere, oltre che una grandissima soddisfazione per lui.

Proprio il Benevento, si candida a essere l'unica favorita per la vittoria del campionato, secondo Lei?

Anche Benevento è una di quelle realtà importanti che, negli ultimi anni, ha acquisito molta esperienza anche a livello dirigenziale. Ci sono stati nomi importanti nelle varie squadre che si sono viste, come ce ne sono anche quest'anno per tornare in Serie B. Ha il fiato sul collo dell'Audace Cerignola che è riuscita a frenare la corsa proprio della squadra di Auteri che, se avesse vinto, avrebbe messo una seria ipoteca sul campionato. Ci sarà da lottare strenuamente, ma il destino del campionato resta tutto nelle loro mani.

Alberto, è stato gentilissimo per aver condiviso i Suoi pensieri e La ringraziamo di cuore per questa intervista. Ci auguriamo di poterLa risentire, prossimamente.

Grazie a Voi, è stato un piacere per me.