Intervista esclusiva a Massimiliano Esposito: "Conte sta facendo qualcosa di magico. McTominay la rivelazione, Anguissa strepitoso. Grandissimo Ranieri, ma spero che in Champions vada..."
Intervista esclusiva della nostra Redazione a Massimiliano Esposito. Esordisce da professionista con il Catanzaro nella Serie C2 1990/91, restando con le 'Aquile' per tre anni; conosce la Serie A grazie alla Reggiana che lo acquista dal club calabrese, poi segue l'approdo alla Lazio. A cavallo di due esperienze con la maglia del Napoli, veste quella dell'Hellas Verona per una stagione. Di seguito, viene allenato da Carlo Mazzone con cui trascorre un campionato tra le file del Perugia e due in quelle del Brescia. Dopo una breve parentesi al Chievo Verona, va alla Ternana, restandoci dal 2002 al 2005. Seguono le ultime esperienze con Venezia prima e Triestina poi.
Intervista esclusiva della nostra Redazione a Massimiliano Esposito. L'ex calciatore ha espresso il proprio parere su vari temi che riguardano il calcio italiano, con un focus sul club della sua città natale, il Napoli. Non sono mancate osservazioni interessanti sull'attuale Serie A, dall'evoluzione dei partenopei con Antonio Conte in panchina alla contesa di diverse squadre per un piazzamento in Champions League, dall'Hellas Verona di Paolo Zanetti alla bagarre per la permanenza nel massimo campionato. Inoltre, si è soffermato anche sulla squadre con cui ha vissuto importanti esperienze, Reggiana e Brescia, oltre che sul Catanzaro alla ricerca di una posizione utile per la qualificazione ai Playoff del campionato di Serie B.
Massimiliano, grazie per aver accettato l'invito della nostra Redazione.
Tre sono le giornate che mancano alle fine del campionato, come anche le lunghezze di vantaggio del Napoli sull'Inter. Genoa in casa, poi la trasferta di Parma, infine il Cagliari al 'Diego Armando Maradona'. È ancora tempo di fare grandi scongiuri o c'è soltanto da attendere il conto alla rovescia per il quarto scudetto del club partenopeo?
Quelle che restano sono tutte da giocare e di gare facili non ce ne sono. Può essere una cosa ovvia, ma è bene ricordare che nulla è da dare per scontato nel calcio. Sono tre appuntamenti molto importanti per il Napoli, non c'è dubbio. Arrivano squadre che, almeno sulla carta, possono essere superate, ma resta sempre il campo a dire la verità. Ognuna ha da raggiungere i propri obiettivi ed è in grado di creare serie difficoltà; del resto, è stata proprio l'ultima gara di Lecce la testimonianza di quanto sia difficile vincere, anche contro una cosiddetta piccola che deve salvarsi.
Il Napoli, a differenza di qualche settimana fa, si ritrova a essere artefice del proprio destino. Dovrà tirare fuori tutte le forze che restano per consolidare questi tre punti di vantaggio o, quantomeno, averne uno in più della sua diretta rivale all'ultima giornata, perché l'Inter, al di là del periodo delicato che ha attraversato, potrebbe avere una reazione d'impeto con la qualità di cui dispone; ha avuto un mese di aprile molto dispendioso, con gli impegni di campionato e Champions l'uno dietro l'altro, oltre alle semifinali di Coppa Italia contro il Milan; però, questa eccezionale impresa contro il Barcellona, seppure con un dispendio notevole di energie, creerà un entusiasmo così contagioso che porterà la squadra a spingere al massimo anche in ottica scudetto, pur sapendo che non dipenderà soltanto dai suoi risultati. A maggior ragione, per la vittoria del campionato resta tutto nelle mani del Napoli.
Poi, non bisogna dimenticare che Conte sta affrontando degli ostacoli non da poco per via degli infortuni occorsi; ci sono state e ci sono tuttora delle assenze importanti, una su tutte è quella di Buongiorno; anche la mancanza di Neres si sta facendo sentire e spero che potrà farcela a recuperare per le ultime due giornate, se proprio contro il Genoa non dovesse essere in condizione; quindi, ecco, ci può essere un po' di paura per via di imprevisti del genere, ma è anche vero che in panchina c'è un allenatore espertissimo, uno che sa cosa vuol dire vincere e, soprattutto, come si fa a superare certe difficoltà. Antonio (Conte, ndr) ha dimostrato in tutto l'arco del campionato, ancora una volta, di quanto sia bravissimo nel gestire molto bene tutte le situazioni che si vengono a creare. Nessuno può mettere in discussione le sue qualità.
Proprio in relazione alle difficoltà, Antonio Conte ha pronunciato, nel post gara contro il Lecce, queste parole: "Nessuno ne parla e noi non ne vogliamo parlare, ma Neres è fuori, Buongiorno è fuori, il suo sostituto, Juan Jesus, è fuori e oggi si è fatto male Lobotka. Stiamo giocando con Oliveira in difesa, siamo arrivati in emergenza, ma sembra sia tutto normale". Cosa ne pensa?
Sono parole che hanno diverse sfaccettature e possono racchiudere alcuni significati importanti. Può darsi che dietro ci possa essere un messaggio implicito rivolto alla società, come anche uno al popolo napoletano; è naturale che tutti i tifosi, in questo momento della stagione, siano euforici oltremodo e non potrebbe essere altrimenti, ma Conte non dimentica di essere l'allenatore di questo Napoli, quindi un professionista di altissimo livello che, giustamente, vuole smorzare questo entusiasmo e tenere tutti concentrati, perché il traguardo non è stato ancora raggiunto. Nessuno meglio di lui conosce tutti i particolari della sua squadra; è lui che vive lo spogliatoio ogni giorno ed è lui che ha il polso della situazione. Ogni qual volta rilascia delle dichiarazioni, condivisibili o meno, lo fa sempre con cognizione di causa.
Interpretazioni a parte, ciò che ha detto, in sostanza, è la semplice verità. Ci sono delle assenze importanti che potrebbero portare anche a dei risultati inaspettati, per cui è d'obbligo mantenere i piedi per terra e tenere tutti concentrati al massimo. Lui, inoltre, ha ribadito più volte che l'obiettivo principale del Napoli fosse il ritorno in Champions e il dare fastidio per le posizioni di vertice, ma, vista l'attuale classifica, sa benissimo che sta facendo qualcosa di magico da non vanificare per nessun motivo al mondo.
Il 3-5-2, sacro per Antonio Conte, è stato "profanato" con questo Napoli fino a trasformarlo in un 4-3-3 che, proprio all'occorrenza nell'ultima gara contro il Lecce, si è mutato in un 4-4-2. Cosa è piaciuto a Massimiliano Esposito a riguardo delle scelte tattiche adottate dall'allenatore salentino, in questa stagione?
Tralasciando i sistemi di gioco, credo che sia importante mettere in evidenza, da una parte, l'elasticità mentale che Conte ha dimostrato di avere, mentre dall'altra la disponibilità massima e l'abnegazione dei suoi calciatori. Ho visto un Napoli molto duttile, una squadra che ha saputo davvero cambiare pelle in relazione all'avversario da affrontare. L'intelligenza di un allenatore sta nel creare le condizioni per far sì che i suoi calciatori possano esprimersi al meglio delle proprie potenzialità e Conte ha dato prova, soprattutto quest'anno, di essere uno dei migliori allenatori. Ha compreso, cammin facendo, che il 4-3-3 fosse il più congeniale per le caratteristiche della squadra.
Proprio nell'ultima gara di Lecce, il 4-4-2 ha dato prova che questo gruppo sa anche adattarsi e soffrire, pur di non esporsi oltre il necessario. Credo che Conte abbia fatto volentieri degli accorgimenti rispetto al suo 3-5-2 per consentire ai centrocampisti di avvicinarsi il più possibile alla porta avversaria, sfruttando, soprattutto, le potenzialità di McTominay che è cresciuto tantissimo e sta facendo un campionato straripante; poi, specie in fase di possesso, il Napoli si è proposto diverse volte in avanti con un 4-2-3-1 molto particolare.
Ripeto, al di là della disposizione in campo, va dato grande merito all'elasticità di un allenatore che non si è fossilizzato su un'unica opzione di gioco e si è calato nelle caratteristiche dei suoi calciatori per tirare fuori il meglio da parte di tutti. Anche la squadra, naturalmente, ha dato dimostrazione di grande maturità mettendosi completamente a disposizione di Conte, senza mai metterlo in discussione. Quando c'è una simbiosi così forte tra calciatori e allenatore è impossibile non ottenere grandi risultati e, non a caso, il Napoli sta conducendo alla grande in vetta al campionato.
È proprio Scott McTominay il calciatore rivelazione di questo Napoli, secondo Massimiliano Esposito?
Sì, assolutamente. Tutti si stanno comportando benissimo, va subito detto, ma lui sta facendo qualcosa di incredibile. È arrivato a Napoli con un bagaglio di esperienze importanti, provenendo da un club tra i più prestigiosi al mondo, e lo ha messo in pratica dal primo giorno. La sua fortuna, secondo me, è stata nel trovare proprio Conte che lo ha plasmato e migliorato ulteriormente nella sua completezza, a tal punto da renderlo imprescindibile per la squadra.
Oltre a McTominay, tengo a mettere in risalto anche il rendimento dello stesso Anguissa che, grazie al suo allenatore, quest'anno ha alzato la media realizzativa in maniera impressionante rispetto agli anni precedenti, pur non dimenticando che ha disputato tutti campionati di valore con la maglia del Napoli. Quest'anno, è diventato un centrocampista completo.
"Ho capito che a Napoli tante cose non si possono fare". Furono alcune delle parole di Antonio Conte che, nel pre gara contro il Monza, fecero un certo scalpore. Qualora arrivasse lo scudetto, potrebbe essere meglio considerare la chiusura anticipata del rapporto, ma da vincitore, oppure proseguire in considerazione di un contratto in scadenza al 30 giugno 2027?
Tutto questo è ancora da vedere. È naturale che, durante la stagione, vengono fatte delle dichiarazioni anche un po' pepate per stimolare i calciatori, mentre altre vengono fatte per stimolare l'ambiente; in questo caso, sono state fatte per mandare dei messaggi precisi alla società. Probabilmente, Conte le ha fatte in un momento di stallo per via della situazione che riguarda lo stadio, considerando che tra la società e il Comune di Napoli non si riesce ad arrivare a un'intesa; è una situazione piuttosto complicata che non porta benefici, anzi. De Laurentiis sta cercando da tempo una soluzione fattiva, con l'acquisto di un'area su cui costruire una struttura da dedicare al Napoli, ma non è affatto una cosa da poco.
Credo, quindi, che siano state dichiarazioni per far capire che, oltre ai risultati in campo, c'è anche altro a cui pensare per il bene di una società. Se arrivasse, è prevedibile che Conte farà pesare lo scudetto sul piatto della bilancia nel momento in cui si tratterà di affrontare le scelte di mercato. Qualora De Laurentiis dovesse non essere in linea con i pensieri dell'allenatore, potrebbe verificarsi un importante cambio delle carte in tavola.
Per tanti mesi capolista, poi la rimonta e il sorpasso dell'Inter, la debacle di quest'ultima poche settimane fa e di nuovo Napoli al primo posto. Massimiliano Esposito crede alla teoria secondo cui le troppe gare giocate dalla squadra di Simone Inzaghi abbiano inciso, in particolare, sul rendimento in campionato dei nerazzurri?
Sì, assolutamente. L'ho ribadito tante volte che i calciatori, pure quelli ad altissimi livelli, sono pur sempre esseri umani, quindi i cali fisici sono del tutto fisiologici. Le partite sono aumentate in maniera spropositata, il recupero è sempre più esiguo e i ritmi di diverse gare sono molto più alti rispetto a quando giocavo. Se non c'è un turnover adeguato, specie per le squadre che giocano su più fronti, è inevitabile aspettarsi dei cali fisici anche drastici.
È vero che una squadra trova gli equilibri giusti e calibra tutti i meccanismi quando tutti gli interpreti possono giocare insieme il maggior numero di partite, ma se queste ultime diventano davvero tante e giocano quasi sempre gli stessi titolari, è facile ritrovarsi anche con vari infortuni che decimano il gruppo. Optare per il turnover, quando ci sono molti impegni ravvicinati, è l'unica soluzione da adottare, sempre che un allenatore possa disporre di una rosa piuttosto ampia.
Atalanta-Roma, Lazio-Juventus e Milan-Bologna alla prossima giornata, la terzultima della Serie A. Tutte gare molto importanti, ma quale squadra ha più possibilità di qualificarsi in Champions League con il quarto posto?
È una lotta agguerritissima, ma questa incertezza fa soltanto bene al campionato italiano che diventa ancora più entusiasmante per tutti i tifosi. Mancano tre partite, ma in questi scontri diretti può accadere qualsiasi cosa. La Juventus e la Lazio, pur restando lì a giocarsela apertamente, non sono riuscite a fare quello scatto decisivo per staccarsi, mentre la Roma è venuta fuori alla grandissima con la cura Ranieri, anche se ha pagato dazio per la difficilissima prima parte di stagione.
La prossima giornata darà dei risvolti molto importanti, anche se credo che occorrerà attendere l'ultima di campionato per ottenere tutti i verdetti.
Pur avendo perso qualche posizione in classifica, spero che in Champions potrà andare di nuovo il Bologna, perché credo che il mio amico ai tempi del Verona, Vincenzo Italiano, meriti di raggiungere questo grande traguardo; ha disputato una stagione ad altissimo livello, impreziosita anche dal raggiungimento di una storica finale di Coppa Italia. Ci sono ancora nove punti in palio, quindi mi auguro che, alla fine, sarà lui a festeggiare.
In considerazione della prima parte di stagione della Roma, si sarebbe aspettato di vedere questo recupero con l'arrivo di Claudio Ranieri?
A dire il vero, sì. Ranieri è l'allenatore più esperto di questa Serie A e ha dimostrato di sapere fare molto bene il suo lavoro in qualsiasi squadra della propria carriera. Ha un'esperienza enorme e sa gestire il gruppo con un carisma unico, come soltanto lui sa fare. I risultati ne sono la testimonianza. Poi, cosa non da poco, lui è romano e la sua romanità l'avrà trasmessa oltre la pelle dei suoi calciatori, facendo vivere quel senso di appartenenza che mancava a questa squadra. Per fortuna, la società è riuscita a dare in tempo una sterzata importantissima ad una stagione che si era messa davvero male, scegliendo l'uomo ideale per questa Roma. Sta facendo sognare tutti i tifosi ed è ancora tutto in gioco per la Champions, ma, conoscendolo, non mi meraviglia che lui sia riuscito a ottenere questi grandissimi risultati.
Quale giudizio dà a questa stagione della Lazio di Marco Baroni?
Marco (Baroni, ndr) ha disputato una bellissima stagione, secondo me. Al primo anno da allenatore di un top club, nulla gli può essere obiettato; è stato criticato da molti tifosi all'inizio della stagione, anche in maniera piuttosto energica, ma lui non ha mai fiatato. È stato sempre pacato in tutte le occasioni, ha lavorato in silenzio e portato avanti le sue idee e il suo lavoro con grande determinazione. Non è una casualità che la Lazio si trovi in quella posizione di classifica per contendersi, meritatamente, un posto in Champions.
All'inizio della stagione, credo che nessuno si aspettasse di vedere questa squadra tra le posizioni che contano. Si è ritrovato catapultato in una condizione piuttosto delicata, perché quello della Lazio è sempre stato un ambiente molto esigente. Ha iniziato tutto daccapo, con tanti volti nuovi e un bel carico di responsabilità, ma lui ha dimostrato, giornata dopo giornata, di essere un uomo in grado di mantenere sempre grande forza d'animo, oltre che un allenatore in grado di far giocare la squadra con una certa qualità.
Pur mancando ancora l'aritmetica, si può già affermare che la squadra allenata da Paolo Zanetti abbia raggiunto l'obiettivo di permanenza in Serie A?
Finché non arriverà la certezza matematica, il rischio può esserci sempre, ma credo che questo Verona possa già sentire il profumo della salvezza. La società ha lavorato bene, nonostante ci siano stati alcuni momenti della stagione piuttosto complicati, con una classifica che lasciava tutti piuttosto preoccupati. Zanetti è stato bravissimo a farsi carico di tutte le difficoltà e di venirne fuori con tanta calma e pazienza. Ha rischiato di cadere in un vortice pericoloso, ma si è preso l'intera squadra sulle spalle ed è venuto fuori alla grande, dimostrando un temperamento che non è da tutti.
Quando una dirigenza riesce ad andare in sintonia con la squadra e il suo allenatore, creando anche una certa autostima, il cammino per ottenere dei risultati importanti diventa più semplice. A Verona, per fortuna, c'è stata questa unità d'intenti che sta portando questa società a tagliare un altro grande traguardo. Tutti meritano elogi, perché si vince sempre tutti insieme, ma sia Zanetti che Sean (Sogliano, ndr) meritano un applauso più lungo per quello che sono riusciti a compiere. Sono molto contento per loro due, specialmente per Sean che, oltre a essere stato mio compagno di squadra ai tempi del Perugia, è anche un caro amico.
Nella lotta per evitare la Serie B, quale tra Lecce, Venezia ed Empoli rischia di più in questo finale di campionato?
Anche per la salvezza, è una battaglia apertissima. Alla prossima ci sono sia Verona-Lecce che Empoli-Parma, con quest'ultima che rappresenta una sorta di spareggio: se dovesse vincere il Parma, l'Empoli metterebbe un piede in Serie B, ma la squadra di D'Aversa gioca in casa e sa che è un'occasione d'oro per tirarsi su. Non è soltanto per via del punto di vantaggio in classifica, ma credo che l'organico del Lecce abbia qualcosa in più rispetto a Empoli e Venezia, pur non dimenticando che Di Francesco sta lottando come un leone. Questo è soltanto un mio pensiero, naturalmente. Ne mancano ancora tre e sono tutte partite da giocare fino all'ultimo secondo. Ci sarà ancora tantissimo da soffrire, ma il bello è che ciascuna di queste tre ha piena possibilità di restare in Serie A.
Massimiliano Esposito ha esordito da professionista nel Catanzaro. L'attuale squadra allenata da Fabio Caserta è in piena zona Playoff. È vietato porre limiti alla provvidenza, a questo punto?
Dopo tanti anni bui, trovarsi in Serie B e riuscire anche a lottare per un posto nei Playoff, credo sia un risultato semplicemente straordinario per il Catanzaro. Essere nella parte importante della classifica permette di programmare il futuro con una grande serenità, oltre che con un certo entusiasmo. I Playoff rappresentano un mini campionato dove tutto ricomincia, per cui potrebbe generarsi qualsiasi scenario. Ci sono squadre attrezzatissime per questo campionato e ritengo che, per alcune di esse, i valori non siano venuti fuori del tutto: mi riferisco al Bari e al Palermo. Sono due piazze importantissime e desiderose di grande riscatto, per cui vorranno affrontare questo impegno per ottenere il massimo. C'è da dire che anche lo Spezia è molto forte e non a caso ha il terzo posto in tasca, per cui potrà sfruttare questo vantaggio per la posizione ottenuta nella regular season.
Anche per il Catanzaro l'appetito viene mangiando, come si suole dire, proprio perché si trova in una certa posizione di classifica e può giocarsi le proprie chances con una certa spensieratezza; l'obiettivo più importante, cioè la salvezza, è stato raggiunto con larghissimo anticipo. Non è da escludere che, se si porta avanti un progetto ambizioso da puntellare nel tempo, il Catanzaro possa alzare l'asticella per pensare a un campionato di vertice già dalla prossima stagione. È lecito sognare, perché il pallone resta sempre rotondo per tutti.
Tre vittorie consecutive e, momentaneamente, fuori dal pericolo retrocessione. Se lo sarebbe aspettato da Davide Dionigi e dalla Reggiana?
Naturalmente, sono molto contento per Davide (Dionigi, ndr), perché abbiamo giocato insieme e lo conosco bene. Quando è arrivato a fine marzo scorso, speravo di cuore che riuscisse a compiere un cambio di marcia importante, pur tenendo conto di quale fosse la situazione. È subentrato in un periodo davvero complicato, dove diversi giocatori erano infortunati e il morale era bassissimo. Ha trasmesso a tutti il senso di appartenenza alla Reggiana, per cui quello che sta riuscendo a compiere ha un valore altissimo, specie se si considera anche che le ultime partite sono state affrontate in emergenza, con quasi la metà dei titolari indisponibili. Non me lo sarei aspettato, sinceramente, ma sono contentissimo di essermi sbagliato.
Specialmente contro lo Spezia e nel derby contro il Modena, per come sono state conquistate, si è trattato di due vittorie determinanti che hanno dato un'iniezione di fiducia enorme, a tal punto da ottenere altri tre punti preziosissimi contro il Cittadella. Nove punti in tre gare, per una squadra chiamata alla salvezza, sono un'enormità. Per ora, è fuori dalla zona pericolosa, ma non è affatto finita. Mancano ancora due partite, la corsa alla salvezza è agguerritissima e può accadere di tutto. Naturalmente, per la Reggiana c'è tanta adrenalina, per cui affronterà le ultime due gare soltanto con l'obiettivo di vincere ancora.
La prossima contro la Juve Stabia potrebbe essere quella decisiva; la fortuna, tra virgolette, è quella di incontrare una squadra tranquilla che sa di aver già raggiunto l'obiettivo dei Playoff; però, tutti conoscono l'ambiente molto caldo di Castellammare di Stabia e andare a giocare lì è difficile per chiunque. Servirà compiere la migliore prestazione della stagione, con grande determinazione e umiltà. Qualora arrivassero i tre punti, direi che la salvezza per la Reggiana potrebbe dirsi raggiunta all'80%.
Che effetto fa vedere le "Rondinelle" in piena zona Playout, considerando che Massimiliano Esposito ha giocato due stagioni nelle file di quel Brescia in cui c'era anche Roberto Baggio?
Quegli anni in cui c'era Roberto (Baggio, ndr), ma anche Guardiola, Hubner, Pirlo, Toni e tanti altri nomi di livello, fanno parte di un passato fantastico e unico. Adesso, purtroppo, è tutt'altra storia e non è affatto bello vedere il Brescia in queste condizioni. Le ultime stagioni non sono state semplici e questa in corso si sta mostrando ancora più delicata. Nonostante le difficoltà che ci sono, confido nella salvezza. Fa strano vedere, insieme al Brescia, anche nomi importanti che vengono associati alla lotta per non retrocedere: mi riferisco alla Sampdoria e alla Salernitana, anche se quest'ultima sta venendo fuori in maniera sbalorditiva. Tra l'altro, c'è proprio Sampdoria-Salernitana alla prossima, mentre il Brescia va a Modena contro una squadra che non ha più da chiedere al campionato, pur restando ancora possibile centrare l'ultimo posto utile per i Playoff. Resta sempre una gara in trasferta, per cui non sarà affatto facile, ma se il Brescia dovesse vincere, si porterebbe in maniera concreta fuori dalla zona pericolosa.
L'ultima del campionato di Serie B ha in programma proprio Brescia-Reggiana. Per chi farà il tifo Massimilano Esposito?
Qui è tosta. So soltanto che sarà una partita molto importante per entrambe, con una posta in palio altissima. Mi auguro che sia il Brescia che la Reggiana arriveranno a questo appuntamento con la possibilità di festeggiare insieme la salvezza.
Anche tre stagioni alla Ternana per Massimiliano Esposito. Se non si vincono i Playoff, sarebbe un fallimento sportivo per la squadra umbra?
La stagione della Ternana è stata alquanto travagliata. Sinceramente, ritengo ci siano state delle situazioni incomprensibili che hanno creato non pochi problemi alla squadra, tra cui l'esonero di Abate che, secondo me, ha fatto benissimo; ha anche avuto la sfortuna di trovare sulla propria strada una Entella superlativa che, meritatamente, ha vinto il campionato. Il gruppo resta di ottimo livello, la squadra ha nomi importanti e il secondo posto va visto come un traguardo di assoluto rispetto. È tempo di pensare al presente e tutti devono puntare a questi Playoff al massimo, insieme a Liverani. Sarà molto difficile, perché ci sono diverse concorrenti all'altezza, ma la Ternana ha tutte le carte in regola per poterli vincere.
Padova promosso in Serie B. Contento per questo traguardo?
Sì, assolutamente. Vivo a Padova da moltissimi anni, posso dire di essere padovano d'adozione. Tra l'altro, ho avuto anche il grande piacere di lavorare con questa società, sia nel settore giovanile che da secondo in prima squadra. Conosco benissimo l'ambiente e so quanto abbia lavorato questa società negli ultimi anni per ottenere questo grande risultato. Finalmente, quest'anno ha festeggiato un traguardo che, per come è arrivato, ha un qualcosa di straordinario. La squadra ha vissuto al vertice per quasi l'intero campionato e sembrava tutto liscio, poi c'è stato quel periodo molto brutto che ha permesso al Vicenza, un'altra grande squadra, di prendersi il primo posto. Questo sorpasso poteva spezzare le gambe a chiunque, ma tutti sono stati eccezionali a compattarsi e mantenere la calma, aspettando il momento giusto per osare e riprendersi di nuovo il primo posto che, in fin dei conti, è risultato meritatissimo.
Massimiliano, è stato gentilissimo. La ringraziamo di cuore per questa intervista. Ci auguriamo di poterLa risentire, prossimamente.
Grazie a Voi, il piacere è stato tutto mio. Buon lavoro.