Tour de France, Pogacar brucia Vingegaard nella 20ª tappa. L'Italia fa festa con Ciccone
La spettacolare edizione 2023 della Grande Boucle regala emozioni fino alla fine: a Le Markstein lo sloveno regola Vingegaard allo sprint nel giorno dell'ultima tappa di montagna. Pinot esalta i francesi, Giulio Ciccone festeggia a braccia alzate la storica conquista della maglia a pois
Un italiano a braccia alzate al Tour de France. A quattro anni e cinque giorni dall’ultimo successo azzurro alla Grande Boucle, quello di Vincenzo Nibali a Val Thorens, il movimento tricolore torna a battere un colpo nella corsa più importante del mondo. Con una tappa d’anticipo sulla conclusione, Giulio Ciccone è il miglior scalatore dell’edizione 2023 e salirà domenica sul palco degli Champs-Élysées con la sua fiammante maglia a pois. Questo il verdetto che interessava di più agli appassionati italiani della 20ª tappa del Tour, quella che ha sigillato, se ce ne fosse stato bisogno, la classifica finale, con il successo di Jonas Vingegaard davanti a Tadej Pogacar. Lo stesso ordine d’arrivo, ma ribaltato, della penultima tappa, vinta con rabbia dallo sloveno allo sprint proprio sul danese, regolando il gruppetto dei cinque “top”, completato dai gemelli Yates e da Felix Gall.
Tour de France, Ciccone conquista la maglia a pois: Gall e Vingegaard si inchinano
Giulio Ciccone ha fatto quanto annunciato alla vigilia. Attaccare fin dalla prima salita, in modo da chiudere il discorso prima che si scatenasse la bagarre per il successo di tappa. Detto, fatto, così lo scalatore della Lidl-Trek, aiutato da un encomiabile Mattias Skjelmose, è transitato per primo sui primi tre Gpm della giornata, il Ballon d'Alsace, il Col de la Croix de Moinats e il Col de Grosse Pierre. Proprio sul traguardo di quest’ultima salita Ciccone, salito a quota 103 punti in classifica e diventato quindi irraggiungibile per Gall, si è tolto lo sfizio di alzare le braccia per celebrare il risultato più importante della propria carriera. Per l’Italia è la nona maglia a pois nella storia del Tour, a 31 anni dall’ultima, quella di Claudio Chiappucci.
Thibaut Pinot esalta i francesi, ma senza lieto fine
A questo punto è iniziata l’"altra" tappa. Ciccone ha provato a restare in scia degli altri fuggitivi della prima ora, ma le gambe sono venute meno piuttosto in fretta. Così è scattata l’ora di celebrità per Thibaut Pinot, uno dei ciclisti più amati dai francesi, all’ultimo Tour della carriera. Lo scalatore della Groupama è via via riuscito a liberarsi della compagnia dei compagni di fuga scattando ai -5 dal Petit Ballon, penultima ascesa di giornata e di questo Tour, in cima alla quale Pinot è transitato per primo tra due ali di folla scatenate. Dietro, però, non si sono impietositi. Al contrario, l’UAE Emirates ha tirato per permettere a Tadej Pogacar di giocarsi la vittoria di tappa, con Jonas Vingegaard a non mollare di un centimetro, pur essendo rimasto da solo per la caduta di Sepp Kuss a inizio tappa, insieme a Carlos Rodriguez, ferito al volto.
Tour de France, a Le Markstein Pogacar beffa Vingegaard il "cannibale"
I primi due della classifica insieme a Gall hanno raggiunto e staccato Pinot ai -12 dal traguardo, poco prima dello scollinamento del Col du Platzwrwasel, venendo raggiunti nel finale dai gemelli Adam e Simon Yates, il primo chiamato a tirare la volata a Pogacar, il secondo in lotta per il quarto posto sul filo dei secondi con Rodriguez. Il finale a cinque ha rappresentato la degna conclusione di questo spettacolare Tour: Vingegaard ha provato lo scatto a 200 metri dal traguardo, venendo però letteralmente “mangiato” da un Pogacar più rabbioso e motivato, che rosicchia così quattro, simbolici secondi d’abbuono e chiude il suo Tour con pochi rimpianti e due tappe vinte.