Roma – Per l’appuntamento con le Super Interviste, abbiamo il piacere di ospitare Paolo Condò, giornalista della Gazzetta dello Sport, grande esperto di calcio estero e unico giurato italiano per il Pallone d’Oro.
Buongiorno Paolo, ci racconti come è iniziata la tua avventura di giornalista sportivo?
Ho iniziato collaborando con un settimanale che seguiva lo sport cittadino. Successivamente sono andato ad occuparmi del calcio dilettanti per il quotidiano Il Piccolo dove, dopo un anno, sono stato assunto. All’epoca le assunzioni avvenivano più facilmente rispetto a oggi. Dopo non molto ho conosciuto un giornalista della Gazzetta dello Sport e, siccome il quotidiano aveva avviato un ricambio generazionale, ho inviato alcuni articoli di prova. E’ stato così che ho conosciuto Cannavò e Gino Palumbo, all’epoca Direttore Editoriale del giornale che, dopo un paio di colloqui, mi hanno fatto firmare il contratto.
Fortuna, determinazione personale, scuola di giornalismo: qual è l’ingrediente che non deve assolutamente mancare per realizzare il sogno di diventare giornalista sportivo?
Tanti ragazzi vengono in Gazzetta con la speranza di ottenere l’assunzione, ma si tratta di un percorso molto lungo che spesso costringe a trascorrere in redazione tutti gli anni giovanili. La verità è che quando si è giovani si ha più energia e voglia di andare in giro per il mondo a raccontare storie, e invece si rischia di stare seduti ad una scrivania della redazione a seguire le agenzie. Mi fanno spesso questa domanda e la cosa che rispondo sempre è che, se si ha voglia di investire su se stessi, bisogna imparare bene le lingue e andare in giro per il mondo a proporre i propri servizi. Avere la possibilità di viaggiare, secondo me, è il vero divertimento di questo lavoro ed è sempre più raro poterlo fare. Si fa sempre più copia e incolla da Internet ed invece all’estero vivono tanti free lance che si godono la parte più bella e divertente di questo lavoro. Ricorre molto la parola ‘divertente’ in quello che dico perchè questo lavoro bisogna ritenerlo un divertimento, altrimenti può diventare infernale.
La vita da free lance è possibile anche in Italia oltre che all’estero?
No, non credo. Nell’ultimo periodo per esempio ho sempre consigliato ai più giovani di andare in Brasile: questo Paese si è ritrovato ad ospitare diversi eventi in pochi anni, tra cui la Confederations Cup del 2013, il Mondiale del 2014 e le Olimpiadi del 2016, tre grandi manifestazioni che i giornali, le televisioni e i siti di informazione sportiva non hanno potuto coprire come accadeva una volta. I quotidiani non hanno più a disposizione grandi budget da investire e il numero di inviati è sceso vertiginosamente. Trasferirsi in Brasile avrebbe consentito ai giovani giornalisti di raccontare delle storie interessanti e vivere delle bellissime esperienze professionali, facendosi così conoscere ai grandi quotidiani sportivi.
Dal punto di vista professionale hai scelto di seguire soprattutto il calcio estero. Cos’ha il calcio estero che il calcio italiano non ha?
Nel corso della mia carriera ho seguito tantissimo il calcio italiano, anche nel ruolo di dirigente all’interno di Gazzetta. Alla fine del 2006 però ho avuto la netta sensazione che il nostro calcio stesse perdendo importanza, mentre il calcio estero ne stesse acquisendo sempre di più. Ho voluto quindi iniziare ad occuparmi del calcio estero, argomento del quale nessun grande giornale si era mai occupato prima. Per me è stata sicuramente una scelta molto fortunata: ho avuto fiuto perchè negli ultimi anni l’interesse suscitato dal calcio estero è sicuramente aumentato a discapito del calcio nostrano.
Secondo te, le squadre italiane impegnate nelle competizioni europee hanno possibilità di vincere?
Quelle in Europa League, se ci credono, possono farcela. Lo scorso anno la Juve, senza crederci molto, è arrivata in semifinale. Io penso che una squadra come l’Inter, per esempio, possa farcela. Anche il Napoli può farcela perchè, considerato il non fortunato avvio di campionato, rischia di avere l’Europa League come ultimo obiettivo della stagione. Tra l’altro, non dimentichiamoci che quest’anno la vittoria dell’Europa League consente di ottenere la qualificazione ai preliminari di Champions. In Champions, invece, credo che l’orizzonte massimo delle nostre squadre siano i quarti di finale.
Cosa serve a Juve e Roma per limitare il gap con le big di Spagna, Inghilterra e Germania?
Juve e Roma sono sulla strada giusta e ce la faranno se i rispettivi club riusciranno a difendere i loro campioni. Io penso e spero che queste società abbiano già vissuto il momento più basso del calcio italiano nel quale era assolutamente necessario vendere i propri migliori giocatori. Penso e spero che club come Juve e Roma, ma anche come Inter e Milan, abbiano toccato il fondo e adesso possano risalire, difendere i loro grandi giocatori e acquisirne di altri.
A breve comincerà la corsa verso il Pallone d’Oro. Da membro della giuria chi credi sia il favorito per l’ambito trofeo?
Generalmente, i giocatori che hanno vinto il Mondiale sono guardati con occhio di riguardo: i tedeschi, che hanno giocato un grande mondiale, secondo me sono i favoriti. Lottano per l’ambito premio anche i calciatori che, pur non avendo vinto, hanno giocato uno splendido Mondiale: il colombiano Amez Rodriguez e i giocatori del Real Madrid che hanno vinto la Champions League, tra cui ovviamente Ronaldo, possono farcela. Un giocatore che io tengo in grande considerazione è Di Maria: ha giocato bene tutto l’anno ed è stato il giocatore decisivo nei supplementari della finale di Champions; anche al Mondiale ha fatto molto bene e, se avesse giocato l’intera partita della finale, l’Argentina avrebbe avuto maggiori possibilità di vincere.
In Italia non si è risolto ancora il problema della violenza negli stadi. L’ultimo caso si è verificato qualche settimana fa in occasione di Roma-Cska. Cosa si può fare di veramente concreto per debellare una volta per tutte questo problema?
E’ difficile trovare una ricetta rapida ed efficace. Le società di calcio conoscono bene ‘i violenti’ e devono isolarli. Si tratta però soprattutto di un problema di ordine pubblico ed è per questo che serve la certezza della pena. Esiste la percezione che un reato commesso all’interno dello stadio sia meno grave dello stesso reato commesso per strada. A dover cambiare è lo Stato e le leggi. Poi ci sono misure estreme tipo la chiusura del tifo organizzato, ma è chiaro che in questo modo si butterebbe via il bambino con l’acqua sporca perchè ci sono tanti club di tifosi assolutamente pacifici.
Vogliamo concludere con un pronostico. Dopo poche giornate di campionato è già testa a testa tra Juve e Roma. Secondo te chi si aggiudicherà lo scudetto quest’anno?
Per Juve – Roma il pronostico è difficile da fare. Le due squadre sono molto vicine e può bastare una piccola cosa imprevedibile per decidere la sorti del campionato in un senso o nell’altro. Sicuramente i giallorossi hanno colmato la distanza che li separava dai rivali ed hanno il 50% di possibilità di vincere. Non so dirti chi prevarrà, ma è già una notizia che una squadra come la Juventus, fino allo scorso anno super favorita e dominatrice del campionato, debba contendersi la vittoria dello scudetto.