Feralpisalò, Andrissi (DS): "Allenamenti non prima del 3 aprile. Alla ripresa controlli ferrei"
La redazione di SuperNews ha avuto il piacere di intervistare il direttore sportivo della Feralpisalò Gianluca Andrissi. Tanti i temi toccati dal ds, dalle strategie adottate dalla società fino all'assunzione di misure di prevenzione quando i calciatori torneranno a svolgere l'attività agonistica.
Il Coronavirus ha fermato ogni competizione sportiva. Come credete sia stata gestita quest'emergenza in ambito calcistico? Cosa pensate delle misure adottate e del tempismo con il quale sono state attuate?
Non siamo dei tecnici, non siamo dei medici, neanche dei politici. Noi ci siamo adeguati a quelle che erano le linee guida della nostra lega di competenza, quelle della Lega Pro, della quale abbiamo massima fiducia. Anche se, in anticipo, avevamo adottato il protocollo della Feralpi Group del presidente Pasini, quindi c’era già un protocollo pressoché identico a quello del Ministero al quale ci siamo adeguati immediatamente dal 22 di febbraio. Si tratta di un protocollo ben preciso, molto duro, protocollo che ovviamente riguarda la prima squadra: calciatori, staff, dirigenti. Tutti erano già sotto il massimo controllo.
L'emergenza CoVid19 ha congelato la classifica: la Feralpisalò quinta a 44 punti insieme al Padova. Qual è il segreto per non perdere la giusta concentrazione in questo periodo di pausa?
La verità è che ci siamo concentrati molto sulla prevenzione della salute, e molto di meno dal punto di vista sportivo. E’ chiaro che, in questa situazione, la cura del proprio corpo diventi fondamentale. Ai calciatori è stata assegnata una dieta prestabilita dai nostri medici per questo periodo, sono stati dati e vengono dati quotidianamente degli aggiornamenti e degli esercizi da svolgere. Sono seguiti giornalmente, sia dallo staff medico sia dallo staff dei preparatori atletici, e ciò giova soprattutto coloro che hanno avuto problemi di infortuni. Abbiamo dato loro anche degli attrezzi, quindi abbiamo adottato una cura specifica, che parte dal rilevamento dei dati della temperatura corporea e del peso e viene completata da tutti i lavori di forza che devono effettuare a casa. Sono monitorati h24.
La società ha già stabilito quando riprendere gli allenamenti?
Sì, ieri c’è stato un accordo tra l’AIC, l’Associazione Italiana Calciatori e la Lega Pro, che ha stabilito che gli allenamenti non potranno essere effettuati se non a partire dal 3 aprile. E’ chiaro che si tratta di una situazione “step by step”, nel senso che ogni giorno ci si aspetta una nuova comunicazione. Si spera sempre che quest’epidemia possa calare. Sento di dover fare i complimenti alla Lega Pro per aver stabilito una data comune a tutti. Credo che sia giusto, perché ci stiamo affidando a loro e all’ordine dei medici sportivi italiani. Sono loro che ci devono dire a cosa ci dobbiamo adeguare e come dobbiamo comportarci. Adesso abbiamo come riferimento questa data, il 3 aprile, che vieta di svolgere gli allenamenti, e solo dopo si potrà riprendere l’attività tutti insieme.
Quali misure preventive verranno adottate per tutelare i suoi tesserati quando verrà ripresa l'attività agonistica?
Il protocollo classico prevede la misurazione della temperatura non appena si arriva al centro sportivo. Si tratta di curare un ambiente in cui ci sono calciatori, staff, in cui si muovono sempre le stesse persone. Tutti i calciatori useranno prodotti specifici a base alcolica per lavarsi le mani, verrà effettuata la sanificazione quotidiana dei locali da parte della società: dagli spogliatoi alla segreteria, dalla sala infermeria alla palestra. Per un po’ di tempo, i controlli saranno ferrei, fino a quando i medici non ci diranno che questo virus è scomparso. Sarà un protocollo che durerà nel tempo, che tutte le società dovranno adottare. Inoltre, i calciatori firmano ogni giorno un’autocertificazione che non permette loro di andare in giro, di andare nei locali, ma permette loro solo di allenarsi e tornare a casa. Anche la dirigenza si trova in quarantena dal 22 di febbraio, il che significa che non abbiamo un’attività sociale se non quella lavorativa.
Un'eventuale ripresa del campionato a maggio potrebbe destabilizzare le squadre e le loro prestazioni? Qual è il vostro auspicio sul proseguimento della stagione?
Credo che il livello di professionalità dei calciatori e degli staff di Serie C sia davvero alto. Ci sono degli staff incredibili, con più medici e fisioterapisti. Ci sono preparatori addetti a tutto, dal recupero infortuni alla preparazione atletica. Ci sono anche consulenti esterni, come il dietologo, l’osteopata. Credo che tutte le squadre potranno ripartire senza problemi e che ci sarà la voglia di ritornare in campo e dare qualche gioia anche alla gente che segue le squadre. Non sappiamo quando si riprenderà a giocare e se si riprenderà a farlo a porte chiuse, ma il calcio è per il pubblico, per i suoi tifosi.
Crede avverranno delle modifiche al calendario dei playoff e play out?
Come ha detto il mio presidente, tutti ci adegueremo alle scelte della Lega Pro, perché tutti abbiamo massima fiducia nel presidente Ghirelli, quindi loro decideranno quello che sarà più giusto fare. C’era già nell’aria l’idea della sospensione dell’europeo. Adesso, c’è anche l’idea di proseguire i campionati oltre il termine dei tesseramenti del 30 giugno, ma io credo che siamo davanti ad uno stato di emergenza tale per cui tutto quello che decideranno di fare sarà sensato.
Parliamo adesso dei provvedimenti finanziari e fiscali per i club invocati dal Presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli. Qual è la vostra posizione in merito a questo delicato punto?
Non sono un esperto in questo, però posso dire che il presidente Pasini aveva appoggiato il presidente Ghirelli, un po’ come hanno fatto tutti i 60 club della Lega Pro, sul progetto che aveva portato avanti il presidente Ghirelli sulla defiscalizzazione. Questo perché gli importi fiscali delle società di C, visti anche gli esigui introiti da parte dei contribuiti tv, che esistono fortemente per la Lega di Serie A e Serie B, sono molto più alti. A scapito di introiti bassi, è chiaro che un progetto del genere possa dare linfa e vitalità economica al club. Tutti gli accorgimenti che nasceranno per aiutare le squadre di Serie C, chiaramente sono ben visti da una società come Feralpisalò, proprietà molto forte con un presidente di grande livello.
Il presidente Pasini ha recentemente fatto una donazione alla Fondazione Comunità Bresciana Onlus, impegnata nella raccolta fondi per acquistare respiratori per gli ospedali bresciani. Vi sentite di fare un appello particolare ai tifosi verdiblù?
Credo che sia la società sia il Gruppo Pasini abbiano già fatto tante cose. Il presidente è molto attento alle questioni sociali, e in questo caso ha scelto di aiutare la città e gli ospedali di Brescia con una donazione che abbiamo accolto anche tutti noi, calciatori, staff e dirigenza. Sappiamo che il nostro presidente fa anche tantissime altre cose, a livello sociale, di cui noi non sappiamo nulla. Questo fa molto onore al club.