Andrea Sottil a SuperNews: “Nostro obiettivo? Giocarcela sempre contro tutti. L’anno scorso salvezza insperata, miglior momento della mia carriera da allenatore”
SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Andrea Sottil, tecnico dell’Ascoli. Dopo 7 giornate di Serie B, i bianconeri occupano il quinto posto della classifica a quota 13 punti. Un solo punto in meno separa i piceni dalla prossima avversaria, il Lecce di mister Baroni, che affronteranno in casa il prossimo 14 ottobre. Sottil ha commentato ai nostri microfoni il rendimento e i risultati dei suoi ragazzi in queste prime giornate del campionato cadetto, illustrando anche i motivi che lo hanno spinto a firmare e rinnovare con l'Ascoli e gli obiettivi prefissati per questa stagione. Infine, il tecnico piemontese ci ha raccontato uno dei momenti per lui più importanti nelle vesti di allenatore.
Andrea, come è nata la passione per il calcio? Hai sempre pensato di voler allenare una volta smesso di giocare, oppure non era nei tuoi piani intraprendere questa carriera?
La passione ce l’ho da quando sono nato. Ho iniziato a giocare molto presto, intorno all’età di 5 anni. Tutta la mia famiglia è calciofila, dunque l’amore per il calcio è stato immediato. Io ho sempre voluto fare solo questo. Ho praticato questo sport con passione, sacrifici e con qualità, e questo mi ha permesso di coronare un sogno e di fare una buona carriera. Per quanto riguarda il ruolo di allenatore ho sempre desiderato di indossare queste vesti, l’ho sempre sentito mio. Due anni prima di smettere di giocare mi sono avvicinato molto al mondo degli allenatori: mi hanno sempre appassionato la tattica, la strategia e la preparazione della gara. E’ un ruolo che ho sempre sentito addosso e che ho sempre voluto fare. Ho avuto la fortuna di iniziare subito con i professionisti, e da lì è iniziato tutto.
Da dicembre 2020 sei sulla panchina dell’Ascoli. Cosa ti ha convinto del progetto di questo club per firmare e rinnovare fino al 2023 il contratto?
Sono approdato ad Ascoli per la storia del club, perché questa è una panchina prestigiosa. Dopo l’esperienza al Pescara, Ascoli mi ha dato l’opportunità di continuare ad allenare e di farmi conoscere in Serie B. Inoltre, ho sempre creduto che il livello tecnico-qualitativo della squadra non rispecchiasse il posto che occupava in classifica. Non ho intenzione di screditare il lavoro di nessun mio predecessore, ma vedevo grandi potenzialità in quel gruppo. Nonostante le difficoltà, il direttore Ciro Polito mi ha voluto, ha puntato su di me insieme al supporto del patron e dello staff, e questo ha permesso di realizzare qualcosa di davvero importante e complicato. Dall’esterno, in pochi credevano in un risultato simile, ma noi ci abbiamo sempre creduto. Ho scelto di rinnovare con l’Ascoli prima di tutto per la grande stima che il patron ha dimostrato nei miei confronti e per la volontà di continuare questo progetto insieme a me. In secondo luogo, perché avremo modo di ripartire da una base di calciatori consolidata, fondamentale per me per dare seguito al progetto tecnico-tattico. Tutto l’ambiente e lo staff è molto compatto, e questo per me fa la differenza più di tutto il resto.
Attualmente l’Ascoli è quinto in classifica a 13 punti. In queste prime giornate avete raccolto 4 vittorie (con Cosenza, Perugia, Como ed Alessandria), 1 pareggio nell'ultimo turno a Crotone e 2 sconfitte contro Benevento e Brescia. Che ne pensi di questo primo risultato?
Si può sempre far meglio. Tuttavia, credo che siamo una squadra in crescita. Quest’anno abbiamo acquistato tanti giocatori nuovi, che per diverse dinamiche sono arrivati in ritardo, e abbiamo dovuto attendere l’inserimento di questi ultimi all’interno dell’ambiente Ascoli: dovevano approcciarsi al nostro sistema di gioco, alla conoscenza dei compagni, ai nostri princìpi. Ci vogliono circa 8-10 settimane per riassestare un nuovo gruppo. Inoltre, abbiamo avuto delle difficoltà già nel ritiro, iniziando la stagione subito con un nostro tesserato positivo al Covid, e questo non ci ha permesso di svolgere un pre-campionato come noi volevamo. Ci siamo allenati per gruppi e con la squadra incompleta. Alla luce di tutto questo, per tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora credo che il nostro sia un percorso in crescita. Adesso approfittiamo di questa sosta per recuperare la condizione fisica di qualcuno che è ancora un po’ indietro e per perfezionare la conoscenza tecnico-tattica della squadra. Siamo a un buon punto.
L’Ascoli sotto la tua guida arriva alla seconda sosta per le Nazionali con 13 punti in classifica in 7 gare, ed è dal 2015 che non conquistava così tanti punti dopo le prime 7 partite di campionato. E’ un record che merita di essere celebrato…
Non sono particolarmente attento ai record e alle statistiche. Mi fa piacere, ma quello che interessa a me è preparare al meglio la squadra, renderla competitiva in ogni gara e cercare di giocarsela sempre con tutti. Questa è la mentalità che cerco di trasmettere da quando sono arrivato lo scorso anno, quando ci trovavamo ultimi in classifica a soli 6 punti e non era facile giocare sempre sul ciglio del burrone. Quindi questa è la filosofia che ci portiamo dietro dalla scorsa stagione, e la stiamo mettendo in pratica anche quest’anno. La squadra ha ancora grandissimi margini di miglioramento, può crescere ancora tanto e questo è l’obiettivo che mi prefiggo di raggiungere nelle sedute di allenamento. Certo, i record mi possono far piacere, ma quello che conta per me è riuscire a rendere la squadra competitiva e migliorare sia i singoli che il collettivo.
La prossima gara di campionato sarà il match casalingo contro il Lecce, che al momento ha solo un punto in più di voi. A causa della squalifica, all'Ascoli mancherà Buchel. Che gara ci dobbiamo spettare? Il tridente giallorosso Di Mariano-Coda-Strefezza è da temere?
Il Lecce crea da anni squadre corazzate per la categoria, con giocatori molto forti per ogni reparto. E’ chiaro che il suo obiettivo è quello di ritornare subito in Serie A. Per questa ragione, ci aspettiamo una partita sicuramente difficile ai nastri di partenza. I giallorossi possono contare non solo su Di Mariano, ottimo giocatore, ma su tanti altri elementi molto forti e che fanno la differenza in questa categoria, come Coda, Lucioni, un difensore di tutto rispetto, e tanti altri. Noi manterremo sempre lo stesso atteggiamento: grande rispetto per tutti, in questo caso per il Lecce, una signora squadra, ma noi giocheremo in casa, ci teniamo a far bene e ci faremo trovare pronti per dare continuità di risultato.
L’attaccante Federico Dionisi è al secondo posto della classifica marcatori di Serie B. Che rapporto hai con lui? E’ un risultato che ti aspettavi, questo, dal momento che Dionisi è anagraficamente uno dei più grandi di questa classifica?
Il rapporto con Federico è sempre stato ottimo. E’ un bravissimo calciatore, e questo non lo dico io, ma lo dice la sua carriera e il suo rendimento. Nonostante ciò, allenandolo ogni giorno e considerando le sue capacità e i suoi mezzi, io gli ripeto spesso che nella sua carriera ha ottenuto meno di quello che avrebbe meritato, e lui è d’accordo con me. Il nostro rapporto è trasparente. Dionisi è il nostro capitano, si è meritato quella fascia, perché è una guida per i giovani e un esempio quotidiano per tutti, dentro e fuori dal campo. Non mi meraviglio che sia al secondo posto della classifica dei marcatori: Federico è un giocatore top di questa categoria e può tranquillamente arrivare in doppia cifra, perché ha un bagaglio tecnico estroso. Non è un segreto. La chiave è allenarsi come si sta allenando da quando è qui con me, con allenamenti di grande intensità che gli consentono poi di essere brillante con i suoi mezzi tecnici.
Quali sono gli obiettivi dell’Ascoli per questa stagione?
L’obiettivo per me non è mai a lungo termine, perché la mente fa fatica a riconoscere questo tipo di obiettivo. Per noi è sempre meglio ragionare sull’obiettivo a breve termine, ovvero la partita che di volta in volta ci apprestiamo a disputare. Quindi, il nostro obiettivo è essere competitivi con tutte le nostre avversarie. Poi, al termine dell’andata, tireremo le somme, alzeremo la testa e capiremo dove siamo e cosa abbiamo fatto per ripartire con il secondo giro di boa.
Un’esperienza per te significativa nelle vesti di giocatore e in quelle di allenatore?
Ce ne sono tante, sia da calciatore che da allenatore. Nelle vesti di giocatore le esperienze significative sono dei momenti: partite, esordio in Serie A, traguardi raggiunti, primo gol nella massima serie, vittoria della Coppa Italia, salvezze sofferte fino all’ultima giornata, qualificazioni Uefa. Sono questi tutti obiettivi che ho raggiunto e tutte le emozioni che ho avuto la fortuna di vivere e condividere con i miei compagni di squadra. Da allenatore, ricordo il momento della vittoria del campionato con Livorno e con il Siracusa, per due volte. Ora non vorrei risultare di parte, ma credo che il miglior risultato che ho raggiunto da allenatore sia stata la salvezza conquistata la scorsa stagione con l’Ascoli, perché non retrocedere dopo 6 punti in 14 giornate e salvarsi matematicamente alla penultima di campionato non è sicuramente facile.