Arturo Di Napoli a SuperNews: "L'Inter ha meritato la finale, Lukaku può essere decisivo. Juve e Roma avanti in Europa. Sousa ha cambiato la Salernitana"

In esclusiva ai microfoni di SuperNews è intervenuto Arturo Di Napoli. L'ex attaccante, soprannominato "Re Artù", ha indossato, tra le altre, le maglie di Napoli, Inter, Palermo, Salernitana e Messina. Di Napoli, che conta più di 400 presenze tra i professionisti, ha totalizzato complessivamente quasi 200 gol in carriera.


Terminata l'avventura da giocatore nel 2012, ha poi intrapreso il percorso da allenatore. Ecco le dichiarazioni rilasciate ai nostri microfoni.

Nel 1995 hai esordito in Serie A con la maglia del Napoli, quali ricordi ti legano alla piazza partenopea?

"Sono nato a Milano, ma le mie origini sono napoletane. Lì si respira un'atmosfera totalmente diversa, bisogna essere partenopei per capirlo. Ho grandissimi ricordi dell'esperienza in maglia azzurra. Giocare al San Paolo è stata una vera gioia. L'abbraccio della curva B è sempre nei miei ricordi, sono sensazioni indelebili. In maglia azzurra ho fatto l'esordio in Serie A e ho segnato il primo gol in massima serie, a Napoli contro la Sampdoria. Sono grato, è stata una bellissima esperienza".

Ti saresti mai aspettato la vittoria dello scudetto da parte del Napoli? C’è stato un uomo chiave a tuo parere?

"Il Napoli ha vinto lo scudetto in maniera assolutamente meritata, esprimendo anche un ottimo calcio. Sinceramente non mi sarei mai aspettato una stagione del genere. De Laurentiis, Spalletti e i calciatori ci hanno sempre creduto, siamo stati noi dall'esterno a commettere l'errore di dare poco credito a questa squadra. Il club si è tolto una grandissima soddisfazione. Portare lo scudetto a Napoli dopo 33 anni è un risultato incredibile. Un uomo chiave? Credo si debba partire dal presidente fino ad arrivare all'ultimo dei calciatori, e non solo. Fare un nome credo sia riduttivo. C'è stato un grande lavoro da parte di tutti, soprattutto nella selezione dei calciatori adatti al gioco di Spalletti. La conquista di quest'obiettivo così prestigioso è certamente merito di tutte le componenti del club azzurro".

In carriera hai indossato anche la maglia dell’Inter, ti ha sorpreso il cammino europeo della squadra nerazzurra? L'Inter ha le potenzialità per alzare la coppa in finale di Champions League?

"L'Inter non è una sorpresa, ha dei grandissimi calciatori e una rosa completa. Non mi spiego come sia possibile che abbiano perso undici partite in Serie A. I nerazzurri avrebbero potuto fare un campionato diverso, ma quest'anno il Napoli è stato davvero imbattibile sotto tutti i punti di vista. E' una squadra forte, che ha vissuto momenti difficili. La società mi ha sorpreso in positivo, nonostante le critiche ha sempre protetto il suo allenatore e i calciatori. Inzaghi ha mostrato grande carattere ad accettare le contestazioni e andare avanti. La finale di Champions è il giusto tributo ad una società che ha lavorato molto bene ed ha investito tanto. Finale? L'Inter si troverà di fronte una grandissima squadra, abituata a vincere, non sarà facile. In partita secca però molte cose si azzerano e tutto può succedere. Ritornare dopo tredici anni ad una finale di Champions è comunque un gran merito".

Tra i protagonisti di questo finale di stagione c’è stato soprattutto Lukaku. Come spieghi questo cambio di passo dell'attaccante dell'Inter rispetto alla prima parte di campionato?

"Purtroppo i risultati negativi hanno tirato in mezzo un po' tutti, Lukaku compreso. Per certi frangenti è apparso davvero fuori forma, lontano da quel calciatore devastante visto con Conte in panchina. Ora però sta dando un contributo importante soprattutto in campionato e può essere determinante anche in finale di Champions. Gli attaccanti vivono di momenti difficili, la miglior medicina è il gol. Quando sei in un grande club sei facilmente soggetto a critiche, ma Lukaku ha mostrato ampiamente grande determinazione e voglia di riemergere".

Anche Juventus e Roma si giocano l’accesso ad una finale europea. Qual è il tuo pronostico sulle imminenti semifinali di Europa League? Ritieni ci possa essere una finale tutta italiana?

"Per il calcio italiano l'augurio è quello che ci possa essere una finale tutta italiana. La prepotenza mostrata in Europa quest'anno ci fa ben sperare anche per il futuro. L'auspicio è che anche la Fiorentina possa ribaltare il risultato dell'andata. Almeno una Coppa europea, insomma, bisogna portarla a casa, farebbe bene a tutto il movimento calcistico italiano. La Roma in campo internazionale dall'arrivo di Mourinho ha fatto un ottimo percorso. La rosa giallorossa, però, è un po' corta e questo potrebbe influire a questo punto della stagione. La Juventus, invece, ha una rosa più attrezzata e delle individualità migliori. Quello che è successo a livello societario però non ha aiutato. Allegri è stato bravo a mantenere in piedi la baracca".

La Salernitana ha raggiunto quest’anno una salvezza tranquilla. Il cambio di allenatore è stato determinante per raggiungere l’obiettivo a tuo parere?

"Con la città di Salerno ho un bellissimo rapporto. Alla Salernitana mi lega un sentimento di grande affetto. Davide Nicola ha fatto un miracolo sportivo nella passata stagione. Quest'anno però solo con l'avvento di Sousa c'è stato il cambio di passo decisivo per la salvezza. Il portoghese ha responsabilizzato i calciatori e la sua impronta da allenatore "internazionale" si è vista fin da subito. Rispetto alla prima parte di stagione, la Salernitana ha mostrato un coraggio notevole, andando a giocare con tre punte anche a San Siro. Sousa cerca di imporre sempre il proprio gioco ed ha cambiato la mentalità della squadra. Credo sia questa la strada giusta da seguire".

La Salernitana ha le potenzialità e le qualità per alzare l’asticella degli obiettivi in vista della prossima stagione?

"Penso che l'obiettivo della società sia proprio quello di alzare l'asticella per i prossimi anni. Il fatto che abbiano chiesto anche la Licenza Uefa è esemplificativo di quelle che sono le aspirazioni per il futuro. Il club vuole crescere, Iervolino ha portato entusiasmo e solidità finanziaria. La Salernitana sta lavorando innanzitutto per stabilirsi nella massima serie. Prima bisogna trovare la giusta continuità, poi pensare passo dopo passo al futuro. La società sta facendo un lavoro che alla lunga porterà i propri frutti".

Hai intrapreso la carriera da allenatore, a livello personale quali sono i tuoi obiettivi per il futuro, in particolare dopo l'assoluzione dalle accuse di illecito sportivo?

"Era un'etichetta che non mi si addice. Si è trattata di una situazione che ha sicuramente complicato i miei piani per il futuro. Nella vita però gli imprevisti ci sono, bisogna andare avanti e credere nella propria persona. Soprattutto non bisogna mai lasciare che la dignità venga calpestata. Il sogno di allenare c'è sempre, ma non "elemosino" niente a nessuno. Non mi importa la categoria, spero in un bel progetto. Una cosa è certa: non so ancora in quale ruolo, ma morirò su un campo di calcio perché la mia vita è da sempre legata al calcio".