Italia fuori dal 6 nazioni, la proposta del Times

Il Times non ha dubbi e vuole l'Italia fuori dal 6 Nazioni di rugby. Il quotidiano inglese reputa la nazionale azzurra troppo debole rispetto alle altre squadre, Inghilterra, Irlanda, Scozia, Francia e Galles. Sulle colonne del Times si legge un lungo e duro editoriale: "È tempo che l'Italia venga buttata fuori, a beneficio della reputazione del torneo e, paradossalmente, dell'Italia stessa".

L'Italia fuori dal 6 Nazioni

Numeri alla mano la richiesta del Times non è poi così assurda, sul giornale viene riportato il disastroso andamento degli azzurri: "In 20 stagioni, più un'altra tronca, ha ottenuto 12 vittorie in 103 partite, a una media di 1 quasi ogni 9 match".
In Inghilterra per vedere l'Italia fuori dal 6 Nazioni dovranno attendere almeno altri 4 anni, infatti l'Italrugby ha un'accordo per la partecipazione al torneo fino al 2024.

Dal debutto vincente nel 2000 ai 0 punti dell'ultima edizione

La prima partita dell'Italia al 6 Nazioni fu giocata il 5 febbraio del 2000 e a sorpresa gli azzurri vinsero 34 a 20 contro la più quotata Scozia. Da allora la nazionale azzurra ha conquistato 14 cucchiai di legno (titolo assegnato simbolicamente all'ultima classificata - ndr) e 9 Whitewash (titolo simbolico dato alla nazione che perde tutti e 5 gli incontri - ndr).
Le uniche consolazioni per l'Italrugby sono i 2 successi del Trofeo Giuseppe Garibaldi, coppa assegnata dal 2007 alla vincete della sfida tra Italia e Francia.
L'Italia fuori dal 6 Nazioni è la richiesta che arriva dal Times in virtù di questi scarsi risultati. In particolare nell'ultima edizione della competizione, gli azzurri guidati da Sergio Parisse non sono stati capaci di realizzare neanche un punto contro Galles (sconfitti 42 a 0 a Cardiff - ndr) e Scozia (partita casalinga persa 17 a 0 - ndr).
Dall'Inghilterra auspicano un ritorno al 5 Nazioni, ribadendo che l'Italia "farebbe meglio a misurarsi in una competizione in cui siano favoriti, e non in una dove vengono sovrastati e battuti pesantemente. Romania e Georgia rappresentano il livello di competitività dei loro standard".