Andrea Arnaboldi a Supernews: "Ho ancora voglia di giocare ma non escludo il ritiro. Italia protagonista in Davis"

Intervenuto ai nostri microfoni in esclusiva il tennista italiano Andrea Arnaboldi. Si è parlato degli obiettivi personali del giocatori e del suo futuro. Uno sguardo anche al momento del tennis italiano con Sinner protagonista assoluto e alla Coppa Davis in arrivo. Di seguito le parole di Arnaboldi.

In esclusiva ai microfoni di SuperNews è intervenuto Andrea Arnaboldi, tennista italiano classe 1987. Nel corso dell'intervista si è parlato degli obiettivi, del futuro del giocatore e del momento del tennis italiano. Sinner protagonista assoluto ma anche Arnaldi che è esploso negli ultimi mesi, oltre ai conosciuti Musetti e Berrettini. Infine uno sguardo sulla Coppa Davis in arrivo che ci vedrà protagonisti. Di seguito le parole di Andrea Arnaboldi sul mondo del tennis.

Andrea Arnaboldi, che tipo di stagione hai vissuto finora?

Parto un pò da lontano nel risponderti, dopo gli US Open del 2022 ho avuto problemi importanti alla schiena e un brutto infortunio ai pettorali che mi ha tenuto fuori praticamente fino alla fine dell'anno. Questa situazione mi ha fatto indietreggiare parecchio in classifica relegandomi oltre il 700esimo posto. E' stato difficile come anno, ho perso dei punti in classifica importanti che mi hanno costretto a giocare tutte le qualificazioni dei challenger oltre a non stare bene fisicamente.

Per la prossima stagione, che progetti e che obiettivi ti poni?

A me piace tanto giocare, ma in questo periodo non escludo niente. Sono in un momento di riflessione, voglio continuare a giocare ma devo capire come e in che modo. Giocare di più in doppio potrebbe anche essere la strada giusta da intraprendere però ora non sono in condizione di dare una risposta definitiva.

Prendi in considerazione anche l'ipotesi di un ritiro?

Prendo in considerazione anche questa ipotesi. Prendo in considerazione tante possibilità al momento, anche se non ho deciso ancora quale potrebbe essere la migliore. Le sensazioni in campo, sia fisiche che mentali sono comunque positive e la voglia ancora è tanta, quello è sicuro.

Sinner protagonista agli US Open anche se è uscito con Zverev, come valuti la sua stagione?

Direi molto positiva, la Race parla chiaro. Peccato per la sconfitta con Zverev, personalmente non me l'aspettavo, pensavo vincesse invece non è andata così. Poteva essere una bella occasione per andare in una semifinale Slam, ma sicuramente non mancherà occasione per lui.

Come hai visto la finale tra Djokovic e Medvedev?

Finale di altissimo livello tra due giocatori che hanno giocato veramente bene. A spuntarla ancora una volta è stato Djokovic, un marziano assoluto. Sono contento per questo risultato perchè sono un suo estimatore da sempre.

Arnaldi protagonista assoluto in questo momento, come valuti la sua crescita? Musetti e Berrettini?

Arnaldi l'ho seguito agli US Open e lo conosco da tanto tempo anche personalmente, abbiamo giocato spesso in doppio e contro in singolo. Ho sempre visto in lui oltre alla grande professionalità anche tanta determinazione e tanta qualità, mi è sempre piaciuto. Per certi versi non mi sorprende quello che sta facendo, in ottica futura lo vedo in continua crescita. Musetti ha qualità pazzesche, ha tutto il necessario per fare in fretta lo step successivo, ma ultimamente è troppo discontinuo e non troppo sereno e tranquillo in campo. Berrettini invece ha avuto troppi problemi fisici ultimamente, ma ha un potenziale pauroso.

Coppa Davis in arrivo, vedi l'Italia protagonista?

La squadra è ottima e completissima, siamo favoriti e saremo sicuramente protagonisti. E' stato convocato anche Arnaldi che diventerà ormai l'arma in più dell'Italia in Davis. I ragazzi faranno sicuramente bene. Dispiace per il forfait di Sinner.

Come giudichi l’esclusione di Fognini e tutto ciò che ne è scaturito con Volandri?

Da italiano e da giocatore sono molto dispiaciuto che ci siano questi attriti, questi "scambi di vedute" all'interno della Nazionale. Capisco Fabio Fognini da un lato che ha sempre onorato la maglia azzurra e aveva voglia di continuare a farlo, ma capisco anche Filippo Volandri che dal canto suo ha ritenuto in un miglior momento di forma altri giocatori. Anche senza Fognini e Sinner l’Italia è molto completa e competitiva, con un giocatore in più nel motore come Arnaldi.

Andrea Arnaboldi, la miglior partita della tua carriera?

Sicuramente tutto il Roland Garros del 2015 è stato il momento migliore della mia carriera, è stato bellissimo. La partita migliore è stata quella del record giocata contro Herbert, la partita più lunga giocata in tre set e finita 27-25, che ha battuto appunto i record di match più lungo in termini di tempo e di games giocati. Anche il primo turno nel tabellone principale dove ho vinto contro Duckworth al quinto set rimontando da 2 set a 0 sotto è stata una partita sensazionale. Due partite favolose all'interno di un Roland Garros con ricordi indelebili.

Il tuo best ranking è stato il numero 153 al mondo nell'ottobre 2015, hai rimpianti o pensi di aver fatto il meglio possibile?

Penso di aver fatto il meglio possibile per quello che era Andrea in quel momento. Per le conoscenze che ho adesso mi guardo indietro e penso che avrei potuto fare molto molto di più, però con il senno di poi è facile dirlo. Avrei potuto avere un migliore approccio alla gara, come aspetto mentale e anche come gioco. Guardandole ora avrei potuto sfruttare al meglio le mie capacità e i miei colpi migliori. Però sono comunque tranquillo e sereno perchè ho fatto il massimo per quello che potevo fare in quel momento. Non ci sono rimpianti.

Ti piace questo tennis di oggi, questi ritmi di gioco e i nuovi protagonisti?

Mi piace, ma ovviamente dipende da chi lo interpreta. Se guardo Shelton mi piace tantissimo, se guardo Rublev non mi piace. Se guardo Alcaraz mi piace molto, quando il tennis è troppo fisico si perde qualità di gioco e mi piace meno. Ovviamente alla fine conta sempre il risultato, ma anche l'occhio vuole la sua parte.

Andrea Arnaboldi ti vedi come coach in un futuro anche non troppo lontano?

Si certo. A me piace molto il tennis, il gioco e tutti gli aspetti di questo sport perchè li ho vissuti in primis su di me e li vivo anche adesso. Penso di poterli trasmettere e di poter dare tanto agli eventuali giocatori che allenerò. Si mi vedo come coach.