Olimpiadi PyeongChang 2018. Storico accordo tra le due Coree: è l’inizio della svolta?

Penso che un sogno così non ritorni mai più…” cantava Domenico Modugno al Festival di Sanremo del 1958. Ebbene sì, perché dopo quasi 30 anni dalla sua ultima partecipazione, la Corea del Nord torna a partecipare ai giochi invernali che si svolgeranno tra un mese nella Corea del Sud. Ora è ufficiale. E questo segna il trionfo dello sport, in un’edizione che sarà rinominata “Giochi della pace”.

Pyeongchang 2018

È un risultato storico, che riafferma con orgoglio i valori dell’Olimpismo, sempre più messo a discussione. Al di là del conflitto che tecnicamente segue Nord e Sud Corea da settant’ anni e per il quale non si è mai siglato un trattato di pace, l’edizione invernale del 2018 dei giochi olimpici segnerà, secondo i media, una piccola tregua che negli ultimi cinque anni ha visto susseguirsi test nucleari, missilistici ed esplosivi. L’ annuncio della presenza di una delegazione nordcoreana alla 23° edizione dei giochi (9-25 febbraio) sarà simbolica poiché non muterà né i rapporti tra le due diplomazie né porterà medaglie, ma sarà solo un’edizione diversa. Scioglierà nevi e ghiacci.

L' incontro

Nella giornata di ieri, a partire dalle 10 del mattino ora locale, nel villaggio neutro di Panmunjon, al confine tra i due paesi e a pochi chilometri dal 38° parallelo dove fu firmato l’armistizio della guerra del 1950-53, si sono incontrate le due delegazioni, a distanza di oltre due anni dall’ ultima volta. L’ incontro è avvenuto nella “Casa della Pace”. E non è un caso che sia stato scelto proprio quel luogo, poiché dista solo 80km dal più vicino sito di gare dei prossimi giochi. Le due “squadre” erano composte da cinque persone ciascuna: a guidare il Sud il ministro dell’unificazione Cho Myoung-Gyon, mentre per il Nord era presente il ministro per gli affari intercoreani Ri Son-Gwon. Oltre a loro, collegati via telefono dalle rispettive basi, il presidente Kim Jong-Un e Moon Jae-in.
L' accordo

Con l’incontro di ieri, sono stati definiti alcuni accordi. Per i prossimi giochi, infatti, la Nord Corea invierà una “delegazione di atleti, dirigenti, gruppi di sostenitori, artisti, rappresentanti della stampa e una squadra di taekwondo”. In cambio la Corea del Sud offrirà loro strutture e servizi. Questo in sintesi l’accordo dopo tre ore di colloqui. Se da una parte i giochi di Seul 1988 furono un fallimento, dall’ altra parte PyeongChang 2018 ci riuscirà. E questo grazie a Kim Jong-Un, leader del Nord, che durante il discorso di Capodanno l’aveva annunciato. Ma non è tutto, perché nell’incontro bilaterale le due delegazioni hanno stabilito di abbassare l’attuale tensione militare tra i due paesi, di riaprire le relative discussioni e di ristabilire la linea telefonica diretta, tagliata nel febbraio 2016. È l’inizio di un vero dialogo?
Le reazioni del mondo estero

Le reazioni dal mondo estero non sono mancate ad arrivare. Primo fra tutti a complimentarsi il presidente del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) Thomas Bach: “È stato raggiunto un accordo di puro spirito olimpico. Accogliamo con grande soddisfazione le proposte su cui Sud Corea e Nord Corea hanno raggiunto un accordo”. Ora al Cio bisognerà attendere le relazioni ufficiali e le proposte emerse dal faccia a faccia avvenuto ieri per decidere i nomi degli atleti partecipanti, il format della bandiera da presentare e gli inni alle cerimonie. Non a caso, Chang Ung, membro nordcoreano del Cio si trova già a Losanna, dove ha sede l’ente a cinque stelle.

Rio 2016

Giovanni Malagò

Anche in Italia non si sono fatte mancare le congratulazioni per ciò che è avvenuto. Giovanni Malagò, presidente del Coni, non si è fatto attendere e ha definito la tregua “un bel segnale, anzi qualcosa di formidabile”. Anche Mario Pescante, ambasciatore Cio all’ Onu ha detto la sua: “lo sport ha influenzato la politica: è straordinario” – le sue parole.