Pazientare e colpire all’ improvviso. Chi abbia visto la sfida di ieri tra Atletico Madrid e Getafe, non sarà certo rimasto soddisfatto dello spettacolo offerto dalle due squadre in campo. Ad affrontarsi, d’ altronde, erano due patiti del tatticismo e della fase difensiva come Bordalàs e Simeone, che hanno schierato le squadre con un 4-4-2 speculare, e hanno dato a tratti l’ impressione di puntare più a non perdere la gara che a portare a casa i tre punti.
Per gli amanti dell’ estetica calcistica, i primi 15 minuti di partita saranno stati un vero e proprio supplizio: non è successo praticamente nulla. L’ Atletico, nonostante disponesse di una batteria di esterni ricca di qualità e corsa, e di due punte brave ad attaccare la profondità come Morata e Felix, non è riuscito a creare un solo pericolo dalle parti di Sorìas. C’ entra, sì, l’ ottima disposizione difensiva della squadra di Bordalas, che pure ha provato a fare il suo, andando però solo una volta in porta, ma l’ Atletico pareva essersi “incartato” in un giro palla snervante, attraverso il quale provava ad aprire il gioco in ampiezza sfruttando le aperture di Thomas in mediana e diversi cambi di gioco.
Cambiano gli interpreti, ma il direttore è sempre lo stesso: Diego Pablo Simeone. Il tecnico, nonostante possa contare adesso su giocatori più dinamici e dotati di maggior capacità di spinta, tiene sempre la squadra molto bassa, costringendo tutti gli interpreti a muoversi seguendo lo stesso spartito e a fare gare di grande sacrificio e intensità cercando di ricoprire tutto il campo, senza disdegnare di andare per vie aeree alla ricerca delle torri che di certo non mancano, essendo la squadra dotata di una discreta fisicità.
L’ arma in più di questo Atletico può essere, però, una: il maggior talento individuale. Intendiamoci, non che prima non ce ne fosse. La partenza di Griezmann non è certo un evento da poco, per una squadra che, tra l’ altro, non è abituata a spendere cifre folli sul mercato. Eppure, sembra questa la grande forza del cholo: Non snaturare una squadra che ha subito una netta rivoluzione.
Due episodi chiave: il gol, arrivato come un fulmine a ciel sereno nella notte del Wanda Metropolitano, con Morata che ha saputo schiacciare in rete, in modo imperioso, un cross pennellato di Trippier dalla destra. Già qui, si potrebbe sottolineare una prima differenza con Juanfran, dato che l’ ex Tottenham ha dimostrato di saper farsi valere anche giocando di prima, quando ha spalancato un’ autostrada di fronte a Joao Felix, poi di avere buona capacità di corsa, e ottimo tempismo nelle scelte, quando a servito l’ assist all’ ex Juventus, e quando è riuscito a mantenersi in linea tagliando fuori tuitta la difesa avversaria su lancio di Saul, mettendo in mezzo un traversone che per poco non trovava attaccanti pronti ad intervenire,
Dicevamo di Joao Felix: proprio il portoghese si è reso protagonista di una giocata sublime, la migliore della gara: salta due, tre avversari, dribblandoli in corsa, e poi viene atterrato in area da Bruno. guadagnandosi un rigore che Morata fallisce.
La migliore capacità dell’ Atletico resta immutata: capire i momenti chiave, per poi tramortire l’ avversario. Ma una maggior qualità tecnica percepibile nei singoli, può aiutare Simeone che pare aver recuperato anche Thoas, un po’ in panne lo sorso anno, a districare matasse complicate come quella del Getafe. Una partita brutta, a tratti soporifera, che è stata risolta grazie a pochi tocchi di classe. Piccoli dettagli che fanno la differenza: eppure, nulla pare essere mutato.