Intervista esclusiva a Giovanni Galli: "Kean ha qualità, deve capire che non può sbagliare. Milan, Morata non è una seconda scelta. Napoli, Conte può incidere subito"

Intervista esclusiva all'ex portiere, campione del Mondo con la Nazionale italiana del 1982, Giovanni Galli. Dagli affari di mercato Morata-Milan e Fiorentina-Kean alla vittoria della Spagna a Euro 2024, passando per l'arrivo in panchina di Conte al Napoli e la situazione portieri in casa Juve: ecco le sue dichiarazioni.

In esclusiva ai nostri microfoni è intervenuto il dirigente sportivo ed ex calciatore Giovanni Galli. Il Campione del Mondo con la Nazionale italiana dell'82, in carriera ha vestito, tra le altre, le maglie di Fiorentina, Milan e Napoli, collezionando più di 600 presenze in Serie A. Dopo il ritiro dal calcio giocato, si è impegnato in ambito politico e anche nelle vesti di opinionista sportivo e commentatore televisivo. Dalla nuova Fiorentina di Palladino al Napoli di Conte, passando per gli affari Morata-Milan e Di Gregorio-Juventus: ecco le sue dichiarazioni.

La Spagna ha superato l'Inghilterra nella finale di Euro 2024, si aspettava la vittoria della Roja? Che idea si è fatto, invece, sul cammino degli azzurri di Spalletti?

"La Spagna non ha mai perso, ha battuto tutte le squadre migliori del torneo e ha ampiamente dimostrato di essere la più forte. E' una nazionale giovane, con un gioco propositivo e di qualità. Forse la rosa più forte di questo Europeo era quella della Francia, ma la Spagna è la squadra che ha giocato meglio. La differenza in finale l'hanno fatta gli allenatori. Da una parte c'è una cultura calcistica propositiva, dall'altra un'idea di calcio vecchia di trent'anni, fondata su difesa e contropiede. Oggi bisogna avere maggiore spirito di iniziativa, altrimenti non si va da nessuna parte. Italia? Non c'è niente da fare, abbiamo raccolto quanto seminato negli ultimi anni. La vittoria dell'Europeo del 2021 è stata un'eccezione in mezzo ai tanti fallimenti post Mondiale 2006. Siamo partiti bene con l'Albania, ma la partita con la Spagna ci ha distrutti a livello di certezze e autostima. Mentalmente non avevamo più convinzioni e la partita con la Svizzera ne è la dimostrazione".

Dopo la gestione Italiano, a Firenze è arrivato Raffaele Palladino, è un profilo che le piace?

"Palladino arriva da un'esperienza a Monza dove le pressioni non esistono o quasi e alle spalle aveva un dirigente importante come Galliani, un professore nel settore. Ha fatto un anno e mezzo nell'ovatta, facendo comunque dei buoni risultati. Firenze ti mette pressione anche quando vinci 4-0. Bisogna capire se sarà in grado di trasmettere il suo entusiasmo, le sue idee e di avere la forza di superare i momenti più complicati. Insomma, ci sono tanti dubbi, però è sicuramente un allenatore preparato e l'ha dimostrato sul campo".

Qual è il suo giudizio sull'arrivo alla Fiorentina di Moise Kean? In maglia Viola può trovare i gol che gli sono mancati nella scorsa stagione?

"Si può dire che Kean abbia fatto davvero bene una stagione su cinque. Però è un ragazzo che ha fatto vedere di avere delle qualità. Adesso deve capire lui cosa vuol fare da grande. Per il lavoro che fa, per il rendimento e la sua carriera, deve capire che è importante il sacrificio e ciò che fa sul rettangolo verde, non quello che fa fuori. Ha davanti a sé la strada per tornare in Nazionale e ad alti livelli, se lo capisce la Fiorentina ha fatto un ottimo affare. Se pensa di più a tutto il resto, sarà un fallimento per tutti. Ha tecnica, fisico e forza: è un attaccante vero, a 24 anni deve decidere in che direzione orientare la sua carriera".

Perso Zirkzee il Milan ha puntato su Morata, scelta giusta da parte dei rossoneri?

"Morata è un grandissimo attaccante. Rispetto a Zirkzee ha soltanto qualche anno in più, ma non può essere considerato solo una semplice alternativa all'olandese. Certo, Zirkzee poteva essere un grande investimento per il futuro, anche in chiave plusvalenza, ma Morata non è una seconda scelta. Lo spagnolo è stato determinante anche in nazionale all'Europeo, è un profilo che mi piace come professionista e come calciatore".

Fonseca ha preso il posto di Pioli in panchina, l'ex Roma può far bene in casa Milan? Che tipo di campionato si aspetta?

"Fonseca è stato sfortunato nella sua esperienza italiana, all'estero ha sempre fatto bene, è giusto che gli venga data una seconda chance. Ha sempre lavorato con i giovani, è sicuramente un allenatore preparato. Vale lo stesso discorso fatto in precedenza per Palladino, arriva in una piazza esigente, in un ambiente diverso, reduce da sei derby persi contro l'Inter. Gioco forza deve alzare l'asticella, bisogna vedere anche che squadra gli verrà messa a disposizione. Se si parte da Morata però l'andazzo è quello giusto".

Antonio Conte può essere subito determinante, come lo è stato in passato, anche sulla panchina del Napoli?

"Penso che Conte possa incidere subito. Il Napoli è una squadra di valore, che la scorsa stagione ha perso certezze e autostima. De Laurentiis ha commesso degli errori gravissimi, a cui ha posto rimedio chiamando al timone questo grandissimo allenatore. Pensava di poter fare a meno di Giuntoli e di Spalletti e che il mondo girasse intorno a lui, ma resta un imprenditore incredibile per ciò che ha fatto a Napoli. Lo scorso anno ha rappresentato una macchia, ora bisogna ripartire da zero".

Sembrerebbe finita la querelle tra Di Lorenzo e il Napoli, che idea si è fatto a proposito?

"Di Lorenzo deve recuperare da un Europeo disastroso e da una stagione non brillante. Deve tornare ad essere una certezza, il capitano e l'uomo guida di questa squadra. Se si mette in testa che può essere ancora un calciatore importante per il Napoli bene, altrimenti non so quanto sia positivo trattenere un giocatore controvoglia. Grazie alla sua professionalità e alla testardaggine del suo allenatore può tornare ad essere un giocatore fondamentale".

Di Gregorio potrebbe strappare fin da subito un posto da titolare alla Juventus?

"La Juventus ha fatto un investimento sulle caratteristiche di questo ragazzo, che sono diverse da quelle di Szczęsny. Il polacco, però, resta tra i migliori dieci portieri del mondo. Di Gregorio ha ancora tutto da dimostrare, ma per il calcio di Thiago Motta è perfetto. L'augurio è che possa far bene come fatto a Monza e che possa ritagliarsi spazi importanti sia alla Juventus sia in Nazionale. In questo momento però tra Szczęsny e Di Gregorio ci sono due gradini di differenza. La scelta fatta dai bianconeri preannuncia comunque una partenza del polacco, altrimenti l'investimento fatto non avrebbe senso. Senza Szczęsny, Di Gregorio sarà il portiere titolare della Juventus, con Perin come secondo".

Qual è il suo pronostico sulla sfida scudetto in vista della prossima stagione?

"Credo che la favorita sia l'Inter, che parte più avanti rispetto alle altre. Però è una squadra non più giovanissima, che punta anche alla vittoria della Champions. In questo caso, o hai una rosa ampia o tutto diventa più complicato. Bisogna avere 26 giocatori forti, l'Inter deve integrare la rosa sul mercato. Il cammino dello scorso anno è stato strepitoso, l'Inter potrebbe anche ripetersi".