Intervista esclusiva ad Andrea Mandorlini: "Bravo Milan, ma l'Inter tornerà a vincere. Grande Atalanta. L'Udinese è un modello. Il Torino…"

Intervista esclusiva ad Andrea Mandorlini. Cresciuto nelle Giovanili del Ravenna, esordì da professionista con la maglia del Torino nella Serie A 1978/79. Dopo una stagione all'Atalanta e tre all'Ascoli, nel 1984 divenne un calciatore di quell'Inter di Giovanni Trapattoni che, nel 1989, si aggiudicò lo 'Scudetto dei Record' e una Supercoppa Italiana, oltre a una Coppa UEFA nel 1991. Concluse la propria carriera nel 1993 tra le file dell'Udinese.

Intervista esclusiva della nostra Redazione ad Andrea Mandorlini. L'ex calciatore nonché allenatore, nativo di Ravenna, ha espresso il proprio parere sulle condizioni delle sue ex squadre, con particolare attenzione rivolta a quella del suo cuore e per la quale ha giocato in molti anni di carriera, l'Inter. Si è soffermato, inoltre, sul Napoli di Antonio Conte e sull'Atalanta di Gian Piero Gasperini. Non sono mancate interessanti osservazioni anche sul Torino e sull'Hellas Verona, oltre a proferire belle parole nei riguardi dell'Udinese.

Andrea, buongiorno. Grazie per aver accettato l'invito della nostra Redazione.

Finale di Supercoppa Italiana. Dal 2-0 in favore dell'Inter al 3-2 per il Milan al termine dei tempi regolamentari. Qual è l'analisi personale su questa gara?

Principalmente, è stata una gara che ha fatto intendere cosa sia il calcio, uno sport in cui può accadere tutto quello che non si riesce a immaginare a priori in una partita. Se viene ancora seguito è grazie a gare come questa finale di Supercoppa Italiana. A prescindere dal risultato, sembrava che non finisse mai, intensa e piena di emozioni. Prima l'1-0 per l'Inter allo scadere del primo tempo, poi il 2-0 a pochissimi minuti dall'inizio del secondo, infine una rimonta incredibile del Milan. È stata molto brava la squadra di Sérgio Conceição e faccio i miei complimenti per questa vittoria.

Devo ammettere che il Milan, finalmente, ha disputato una partita di grande carattere. Malgrado quel 2-0, non ha mai mollato, anzi, ci ha creduto fino in fondo. Gli episodi sono determinanti in partite così difficili e credo che abbiano girato in suo favore, ma vanno sempre accettati. Anche se ho sofferto, perché in cuor mio sono interista, credo che il Milan abbia meritato questa vittoria.

Sull'aspetto tattico, è stato aggressivo ed è sempre andato a cercare di fare pressing alto sull'Inter in fase di non possesso, anche rischiando di subire in alcune situazioni complicate. Costruiva il gioco, in prevalenza, con una disposizione difensiva a 4, portandola anche a 5 quando occorreva arretrare. Bisogna dare merito a Sérgio Conceição di essere stato subito incisivo nel portare poche idee ma chiare, oltre che un'energia incredibile. Molto bravi anche i calciatori a recepire, nel modo più veloce possibile, tutte le indicazioni. Carattere e intensità di gioco sono state le componenti che hanno trasformato questa squadra. In pochissimo tempo, sembra che abbia trovato la propria identità.

Dall'altra parte, l'Inter ha sofferto abbastanza la disposizione del centrocampo. Quando è stato sostituito Çalhanoğlu ed è entrato Asllani, l'Inter è stata diversa. Poi, con l'uscita di Mkhitaryan e Dimarco, in cambio di Zieliński e Carlos Augusto, mi è sembrato che si fosse persa la compattezza. Verso la fine della gara c'è stato qualche spunto di Frattesi, ma la squadra aveva già perso gli orientamenti. Cambiare l'assetto del centrocampo e i suoi interpreti, in una parte della gara nevralgica, è stato piuttosto azzardato. Di certo, Inzaghi avrà avuto le proprie motivazioni nel fare queste scelte e ci sta che possano non essere migliorative. Anche sul gol di Pulisic del 2-2, credo che ci sia stata poca comunicazione, perché il Milan è riuscito ad arrivare sotto porta piuttosto agevolmente. Tutto questo, però, non toglie i meriti a una squadra che è stata più determinata dell'Inter nel volere la vittoria.

Subito dopo la rete del 2-0 in favore dell'Inter, siglata da Medhi Taremi, avrebbe immaginato di vedere la Supercoppa italiana tra le mani dei calciatori del Milan?

No, per niente. Dal punto di vista psicologico, in una gara così particolare, quel 2-0 poteva essere il k.o., invece è stato un motivo per rigenerarsi. Il Milan ha dato dimostrazione di crederci sul serio, ha lottato ancora di più e ha ottenuto quello che desiderava. Ripeto, è il bello del calcio. Questa gara ha insegnato che non bisogna mai mollare, soprattutto quando le situazioni sembrano compromesse.

Primo trofeo, in tempi record, per Sérgio Conceição. Egli, in conferenza stampa, ha dichiarato: "Leão è un fenomeno, deve imparare alcune cose e può diventare il migliore al mondo". Cosa ne pensa di queste parole dell'allenatore portoghese?

Credo che un giocatore con la sua tecnica in velocità e le sue qualità fisiche sia difficile da trovare. Quando sta bene, è uno che fa la differenza. Ha un'accelerazione e una progressione come pochi. Purtroppo, è stato discontinuo nel suo rendimento e suppongo che Conceição si sia riferito, soprattutto, a migliorare questo aspetto. Anche in questa finale di Supercoppa Italiana, il suo ingresso nel secondo tempo è stato determinante. L'ho visto felice di far parte di questa squadra e di sentirsi importante per l'allenatore. Sarò anche io molto curioso di vedere se Leão riuscirà a essere costante nel suo rendimento. Che sia uno degli attaccanti più forti al mondo è fuori discussione.

Simone Inzaghi, successivamente alla finale di Supercoppa Italiana vinta dal Milan, ha espresso queste parole: "È una sconfitta che brucia, ma l'Inter si rialzerà". Teme che potranno esserci cali di rendimento della squadra, sia in campionato che in Champions League?

No, non credo che ci saranno dei cali. È chiaro che questa sconfitta bruci tanto, sia alla squadra che a tutti i tifosi. Essere in vantaggio per 2-0 e subire il ribaltamento del risultato è sempre difficile da mandare giù. Inoltre, l'Inter ha subito l'unica sconfitta in campionato proprio nel Derby di andata, quindi c'è un doppio grande rammarico. A parte questa finale persa, l'Inter sa che ha ancora tanto da lottare su tutti i fronti, ha diversi obiettivi davanti a sé e avrà ancora tanto da dimostrare. Bisogna ripartire dalle note buone di questa sconfitta, come il gran goal di Lautaro Martinez e la buona prestazione di Taremi. La squadra, malgrado tutto, mi è sembrata in un buono stato di forma. Occorre subito archiviare questa finale e ripartire, pensando alla prossima gara da affrontare. Ci saranno tanti impegni importanti, soprattutto in Champions League, e questa Inter non abbasserà di certo la guardia, perché il desiderio resta sempre quello di vincere il più possibile.

Tra le dichiarazioni dei vari protagonisti, in relazione alla Supercoppa Italiana, emergono quelle di Fabio Capello: "Thiago Motta viene giustamente criticato, anche se nel primo tempo contro il Milan a Riad è stata la migliore Juventus di questo periodo. Inoltre, Dusan Vlahovic non ha una grande tecnica". Cosa ne pensa Andrea Mandorlini di queste parole?

Sulla prestazione sono d'accordo con Fabio (Capello, ndr). La Juventus ha disputato un gran primo tempo, ma credo che per dare giudizi sia necessario conoscere le cose da vicino. Le critiche vengono fuori sempre facilmente, in particolare quando le cose vanno male. Thiago Motta è l'allenatore ed è giusto che possa fare le proprie scelte liberamente. Nelle grandi squadre, come la Juventus, l'allenatore è sempre una figura importante, ma lo sono ancora di più i calciatori, perché sono loro i veri artefici dei risultati di una squadra. Ci sono tante componenti perché un allenatore riesca subito a ottenere risultati importanti o meno. Non va dimenticato che c'è stato un profondo cambiamento nella rosa della Juventus, per cui il percorso di crescita richiede tempo e pazienza. La squadra andrà migliorata con ulteriori innesti, ma la qualità verrà fuori. Fino a oggi, posso comprendere che i tifosi non siano contenti di quello che è stata la stagione, perché non ci sono stati grandi sussulti, ma restano ancora tante partite da giocare e potrebbero verificarsi tante situazioni che possono cambiare radicalmente gli scenari. Quindi, le somme andranno tirate al termine di questa stagione.

Vlahovic? Fosse dipeso da me, contro il Milan non l'avrei mai tolto, perché è l'unico terminale offensivo che può essere determinante. Soprattutto in gare uniche, come quella di Supercoppa Italiana, va sempre tenuto in campo, a meno che non ci siano problemi fisici che gli impediscano di continuare. Ritengo che sia uno di quelli in grado di fare grandissime cose in attacco, se sta bene sull'aspetto psicologico. Si può anche non possedere una tecnica eccelsa, ma si possono avere altre caratteristiche che consentono a un attaccante di essere incisivo. Sa andare molto bene in profondità e ha una grande forza fisica. Per quel che ha dimostrato finora, resta un calciatore importantissimo che terrei sempre in campo. Naturalmente, resta soltanto un mio pensiero.

Il Napoli apre il 2025 in memoria del piccolo Daniele e con l'entusiasmante 0-3 ai danni della Fiorentina, malgrado le assenze di Buongiorno, Kvaratskhelia e Politano. Quali riflessioni personali sono emerse sulla squadra allenata da Conte, al termine di questa ultima gara del girone d'andata?

La società ha portato volti nuovi che hanno rinforzato una squadra che già disponeva di calciatori importanti. Inoltre, è stato scelto un allenatore che non ha bisogno di presentazioni, perché tutti conoscono le grandi qualità di Antonio (Conte, ndr). Lui lavora per ottenere la vittoria in ogni partita, ha subito dimostrato una determinazione da vero leader e ha dato un entusiasmo eccezionale a tutto l'ambiente. Sa di essere bravo e di possedere delle capacità che consentono di migliorare i suoi calciatori in tutti i propri aspetti. Quando arrivano risultati importanti, poi, la consapevolezza delle proprie capacità cresce sempre di più.

Credo che non fossero in tanti, a inizio stagione, ad aspettarsi di vedere il Napoli in prima posizione, specialmente dopo la prima giornata di campionato con la sconfitta di Verona. Però, da lì la squadra si è subito rigenerata e sta facendo cose davvero importanti, restando sempre tra le prime posizioni. Resta, sicuramente, una delle squadre che vorranno vincere il campionato, è inutile nasconderlo.

Dopo la sconfitta contro l'Inter in Supercoppa Italiana, per l'Atalanta può esserci il rischio di un'autostima ridimensionata per il prosieguo del campionato?

No, non credo affatto che sarà questa parentesi della Supercoppa Italiana a far perdere le qualità dell'Atalanta. C'è un allenatore che ha dimostrato e sta dimostrando di saper reagire subito alle difficoltà. Gasperini, poi, con questo club ha ottenuto risultati unici che, fino a diversi anni fa, sembravano impossibili anche da pensare. Quindi, non sarà la gara persa contro l'Inter a ridimensionare un'Atalanta che darà tanto fastidio a qualsiasi avversario. Sarebbe bellissimo che riuscisse a lottare fino alla fine per lo Scudetto. Nulla è precluso, pur sapendo che resta davvero difficile tenere il passo di Inter e Napoli, perché ritengo che siano queste ultime due le vere favorite per la vittoria del campionato. Di certo, l'Atalanta darà tutto quello che può e resterà una protagonista indiscussa di questo campionato. È una realtà del nostro campionato che va preservata e coccolata, proprio perché molte società, anche estere, invidiano i risultati che ha ottenuto.

Per lo Scudetto, un nome soltanto. Chi lo vincerà, secondo Andrea Mandorlini?

Il Napoli, senza disputare le gare di coppa, ha qualche piccolo vantaggio sull'Inter che, però, ha dalla sua l'esperienza e la consapevolezza di essere la detentrice dell'ultimo Scudetto. Sarà davvero una lotta ad armi pari tra loro due, perché stanno dimostrando entrambe di possedere qualità importanti, seppur con caratteristiche differenti. Alla fine, faccio scegliere il mio cuore, per cui dico Inter.

Il primo club di Andrea Mandorlini da calciatore professionista è stato il Torino. Sulla squadra di Paolo Vanoli quali riflessioni emergono, fino a oggi?

L'inizio di campionato è stato bellissimo. Le prime vittorie hanno dato subito tanto entusiasmo e sembrava che fosse davvero una stagione diversa dalle altre. Poi, ci sono state delle defezioni importanti, tra cui l'infortunio di Duván Zapata che ha creato non pochi disagi, perché la sua è stata un'assenza di cui la squadra ne ha risentito tantissimo. Da quel momento, c'è stato un importante calo di risultati ed è ripiombato quel malcontento che i tifosi, purtroppo, stanno vivendo da tempo. Proprio in relazione alla classifica, questo mese di gennaio è molto importante per portare qualche calciatore di spessore che possa risollevare le sorti del Torino. Credo che Vanoli abbia bisogno di una squadra più ampia per ottenere risultati migliori, perché è un allenatore tenace e preparato, ma necessita di essere supportato con ulteriori rinforzi.

Conosco la città, è stata la mia prima squadra in cui ho giocato. Ci sono cresciuto lì, so quanto sia importante tenere un certo atteggiamento in campo, perché l'attaccamento della tifoseria è davvero coinvolgente. Se i calciatori in campo dimostrano di avere voglia di lottare, l'apporto di questa piazza può essere determinante, perché spinge chiunque a dare sempre il meglio.

Cosa ne pensa delle contestazioni di una parte della tifoseria del Torino nei riguardi di Urbano Cairo?

Contestare per partito preso, secondo me, non è mai produttivo. È giusto manifestare il proprio dissenso se si ritiene che certe cose non vadano bene, ma non bisogna mettersi nelle condizioni di creare ulteriori tensioni. Credo che il Presidente Cairo abbia investito tantissimo in questi anni, quindi mi sembra un po' ingeneroso che diversi tifosi lo contestino. Si possono fare delle scelte sbagliate e non condivisibili, ma occorre avere rispetto. Questo è il mio pensiero da spettatore lontano dal conoscere certe dinamiche, poi bisogna andare a fondo delle ragioni per cui avvengono certe manifestazioni in cui prevale il malumore. È un vero peccato, perché credo che, soprattutto nei momenti delicati, ci sia bisogno di compattezza e di tranquillità. Spero che tutta la tifoseria si riavvicini presto alla squadra per il bene del Torino.

Da calciatore, Andrea Mandorlini ha concluso la carriera nelle file dell'Udinese. Rispetto al girone di andata della passata stagione, il club friulano si ritrova con 8 punti in più in classifica. Cosa ne pensa della squadra di Runjaic?

L'Udinese, anche quest'anno, c'ha visto giusto, a cominciare proprio dalla scelta dell'allenatore. Sta facendo vedere cose importanti, è una squadra che sta bene ed è unita. I numeri, del resto, sono tutti dalla parte di una società a cui sono molto affezionato. Ho terminato la carriera da calciatore a Udine, pochi anni dopo che il club diventasse di proprietà di Giampaolo Pozzo, un presidente che è sempre stato molto attento e vicino alle sorti dell'Udinese, oltre ad aver compiuto degli investimenti incredibili, portando calciatori di altissimo livello. Bisogna dare anche merito a tutto lo staff dirigenziale che è sempre stato composto da persone competenti e che ha permesso di ottenere risultati di un certo prestigio. È una società modello da tantissimo tempo, quindi spero che potrà continuare così il più a lungo possibile.

Andrea Mandorlini è stato anche l'allenatore dell'Hellas Verona per cinque stagioni. L'attuale compagine scaligera ha ottenuto 19 punti in altrettante gare. Qual è l'analisi personale sul lavoro svolto da Paolo Zanetti, oltre che sul rendimento della sua squadra?

Era partito molto bene, battendo il Napoli alla prima giornata, poi c'è stata una serie di risultati negativi che hanno fatto vacillare la panchina di Paolo (Zanetti, ndr) che, tra l'altro, ho anche allenato in una stagione giocata a Vicenza. Da qualche giornata, sembra che si stia riprendendo abbastanza bene. In Serie A è facile avere discontinuità, specie per quelle squadre, come il Verona, che devono lottare per salvarsi. Però, nel suo insieme, credo che questa squadra abbia anche dimostrato di riuscire a compiere prestazioni importanti per raggiungere il proprio obiettivo. Probabilmente, poteva avere qualche punto in più in classifica, ma il trend che sta avendo lascia ben sperare per il girone di ritorno. Il gruppo sa che deve fare questo tipo di campionato, quindi deve lottare fino all'ultima giornata per la salvezza.

Tra le prime esperienze da allenatore, c'è quella con lo Spezia. Le principali antagoniste di quest'ultima, Sassuolo e Pisa, restano le più accreditate per raggiungere direttamente il traguardo della prossima Serie A?

Il Sassuolo lo è, sicuramente. Ha una società solida con una forte disponibilità economica, oltre a un parco giocatori di alta qualità. Quindi, credo che il Sassuolo difficilmente sbaglierà l'obiettivo per quest'anno. È la principale favorita per vincere il campionato.

Per contendersi il secondo posto, sia Pisa che Spezia mi sembrano quelle più complete. Inoltre, per la lotta al terzo nome che andrà in Serie A ci sarà la bagarre dei Playoff, dove potrà accadere di tutto. Quello che risalta agli occhi della classifica è il distacco piuttosto considerevole tra le prime tre e la quarta, cioè la Cremonese. Mi sembra la squadra con un rendimento più continuo rispetto alle restanti che le sono dietro. Poi, bisogna fare i complimenti alla Carrarese e alla Juve Stabia, perché da neopromosse stanno facendo un campionato a ottimi livelli. Anche queste due, credo, se la giocheranno per un posto utile nei Playoff, come pure il Palermo, il Catanzaro e il Brescia. La classifica resta molto corta e potrebbe inserirsi anche qualcuna che, in questo momento, si trova più distaccata. Non bisogna dimenticarsi che è ancora un campionato lungo ed equilibrato, a parte che per le prime tre. Può succedere di tutto.

Due esperienze, in stagioni differenti, da allenatore del Padova per Andrea Mandorlini. Quanti meriti attribuisce a Matteo Andreoletti, alla sua prima stagione con il club euganeo?

A essere sincero, non lo conosco personalmente. I numeri dicono che stia facendo non benissimo, ma molto di più. Dopo oltre 20 gare è imbattuto, ha tantissimi punti di vantaggio da una squadra come il Vicenza che, a sua volta, sta facendo un campionato straordinario. Sicuramente, l'allenatore ha tantissimi meriti per essere riuscito a inserirsi subito molto bene all'interno della società, per cui gli faccio i miei complimenti per quello che sta facendo.

Credo che, dopo tutti questi anni di sofferenza, il Padova si meriti alla grande questo traguardo della Serie B. Anche io, quando ho allenato in questa bellissima piazza, ho vissuto momenti difficili dopo quella gara con l'Alessandria che doveva finire in maniera molto diversa. Il calcio, però, è anche questo. Dopo tante delusioni, la società e i tifosi meritano di gioire, assolutamente.

Nel Girone B e nel Girone C della Serie C, quale squadra potrà vincere i rispettivi campionati?

Nel Girone B, fino a oggi, è impossibile riuscire a dire chi potrà vincere il campionato. La classifica dice che al primo posto provvisorio c'è l'Entella che si è inserita molto bene. Un po' alla volta, è andata a recuperare punti nei riguardi di un Pescara che sembrava dominare, ma la Serie C può regalare questi brutti scherzi anche a squadre forti. La Ternana sta andando molto bene e, senz'altro, resta tra le favorite. Anche la Torres si è avvicinata con grande tenacia alle prime tre, quindi sarà protagonista insieme alle altre. Tra queste, credo che Ternana e Pescara siano le più attrezzate per vincere il campionato. Ci sarà da attendere anche il calciomercato di gennaio, dove potrebbero esserci delle sorprese, quindi fino all'ultima giornata sarà tutto in bilico.

Nel Girone C, il Benevento ha un allenatore che ha vinto tanto, oltre a essere una piazza con un'esperienza ad alti livelli negli ultimi anni, Credo che sarà lei la favorita, come testimonia anche il primo posto in classifica, pur sapendo che ci sarà ancora tantissimo da combattere. Sia Monopoli che Audace Cerignola stanno disputando un campionato ad alti livelli, anche se non bisogna dimenticarsi dell'Avellino che continuerà a crederci fino in fondo, sapendo che il distacco resta importante. Quindi, sì, credo che il Benevento sia la favorita per la vittoria finale.

Andrea, è stato gentilissimo per aver condiviso i Suoi pensieri e La ringraziamo di cuore per questa intervista. Ci auguriamo di poterLa risentire, prossimamente.

Grazie a Voi, il piacere è stato tutto mio.