Intervista esclusiva a Andrea Mandorlini: "Europei equilibrati, ma non dobbiamo chiedere troppo all'Italia. Esonero di Cluj una ferita. Padova? Il problema è l'ambiente..."
Euro 2024 è in pieno svolgimento, tra delusioni e sorprese. La redazione ha raggiunto l'ex difensore dell'Inter dei record ed ex allenatore, tra le altre, del Verona, reduce da un'esperienza in Romania. Il suo punto di vista sul percorso degli Azzurri, ma anche sugli opposti percorsi di due sue ex squadre, Mantova e Padova, nell'ultimo campionato di Serie C.
Il mercato estivo 2024 fatica a decollare. In Italia e non solo. “Colpa” degli investimenti, al momento assenti, in Inghilterra e in Arabia Saudita, “motori” della scorsa estate. Ma anche dello svolgimento di Euro 2024, "rallentatore" delle trattative. Per affrontare questo ed altri temi la redazione ha raggiunto Andrea Mandorlini. All’ex libero dell’Inter dei record di Trapattoni, poi allenatore di successo in Italia e all'estero, abbiamo chiesto di… fare le carte all'Europeo. Il tutto senza dimenticare una battuta sulla "sua" Inter, sul Verona, la squadra dove Mandorlini ha ottenuto i maggiori successi da tecnico e, sfruttando la scia di Euro 2024, anche sul calcio rumeno, che l’ex difensore conosce bene.
Salve mister e grazie per aver accettato il nostro invito. La sensazione destata dall’Italia ad Euro 2024 è quella di una squadra ancora in costruzione, senza un abito tattico definito. I moduli saranno anche solo numeri, ma Spalletti sta cambiando tanto e non ha trovato un assetto-tipo. Ritiene che il ct stia sperimentando troppo o che alla base delle difficoltà ci sia il più volte citato deficit di qualità della rosa e in generale del movimento, in particolare in alcuni ruoli chiave come l'attacco?
Contro la Croazia in particolare nel primo tempo ho visto una squadra frenata. Io ho giocato e so quanto sia difficile a livello psicologico in contesti particolari come quello che si era creato. Ho sentito le interviste di Spalletti e le sue lamentele per gli errori commessi. Sicuramente non abbiamo giocato bene, ma era troppo importante passare il turno e comunque personalmente non vedo dei valori tecnici eccelsi in questo gruppo. Nella prima partita abbiamo fatto bene, ma con tutto il rispetto abbiamo giocato contro l’Albania, poi di fronte ad avversari più forti e strutturati sono emerse difficoltà. In effetti nelle tre partite del girone sono stati fatti tanti cambiamenti a livello tattico e di uomini, ma alla fine il modulo è relativo. Quello che conta è dare il massimo in ogni partita e questo è successo. Ricordiamo tutti che in passato l’Italia si è spesso sbloccata dopo una prima fase sottotono, ma ogni anno fa storia a sé. Non bisogna commettere l’errore di pretendere troppo da questi ragazzi.
Per restare sugli Europei le chiedo una battuta sul calcio rumeno, che lei conosce bene, avendo allenato il Cluj in due riprese e con successo, facendo il Triplete nel 2010 e poi nella scorsa stagione. Che idea si è fatto della nazionale agli Europei? Il gruppo non è giovane, ma si conosce da tempo e gioca in maniera efficace. Difesa solida e attacco rapidissimo. Manca forse un centravanti di riferimento, come a tante altre nazionali. Si aspettava queste prestazioni?
Come hai detto tu la Romania è una nazionale priva di valori eccelsi, ma sanno sempre cosa fare in campo e stanno riuscendo a compensare la tecnica con il carattere, la compattezza e con il sapere essere sempre squadra. Conoscendo il calcio rumeno e alcuni di questi ragazzi non sono rimasto sorpreso più di tanto. Comunque a livello generale la fase a gironi non è stata spettacolare, non sono emersi valori tecnici significativi neppure tra le grandi. Vedo grande equilibrio.
Passando al campionato che verrà, l’Inter sarà ancora la squadra da battere. Ora, però, è scoppiata la grana Calhanoglu. Da allenatore, più che da simpatizzante nerazzurro, chi ritiene possa essere il vero insostituibile della rosa, se ce n’è uno? Il turco e Barella possono essere considerati più "centrali" rispetto a Lautaro? Ritiene che tenendo i migliori e inserendo un altro attaccante l'Inter possa davvero competere con le big d'Europa?
Da allenatore, ma anche da ex giocatore, dico che la cosa più difficile per una squadra è dover sostituire o comunque non avere un uomo che fa i gol. Quindi se devo fare un nome di un giocatore imprescindibile per l’Inter penso a Lautaro. Questo ovviamente senza nulla togliere a Barella e in particolare a Calhanoglu, che da quando è stato schierato come regista è stato in grado di cambiare la squadra. Dove rafforzare l’Inter? In campionato ha dominato, la delusione per la Champions resta perché la squadra era più forte dell’Atletico Madrid. Si sono già mossi molto bene con Zielinski e Taremi. Quest’ultimo sarà molto utile in attacco, ma non dimenticherei neppure Arnautovic. Ha avuto degli infortuni, ma agli Europei stiamo vedendo che giocatore è…
Non posso non farle una domanda sulla cavalcata del Mantova. Dopo la promozione il presidente Botturi l’ha ringraziata pubblicamente, sostenendo che grazie al rendimento della sua gestione la squadra ha ottenuto la riammissione. L’ha sentito durante questa stagione? Conoscendo la società, quali pensa possano essere le prospettive della squadra in Serie B?
Ringrazio il presidente Botturi con il quale ho avuto e conservo un ottimo rapporto e che ritengo essere il vero artefice di quanto fatto dal Mantova. Nella mia gestione abbiamo avuto una media da playoff (15 punti in 10 partite, ndr) e ai playout abbiamo perso una partita per un episodio, eppure siamo retrocessi sul campo… Il calcio è strano, gli episodi purtroppo possono condizionare una stagione. Di recente in una convention a Rimini ho incontrato Possanzini e mi sono complimentato con lui perché è davvero un bravo allenatore. Nessuno si aspettava che il Mantova compisse un percorso così, c’erano sicuramente rose più forti e penso a Padova e Vicenza. Davide però ha dimostrato di essere un buon “allievo”, ha appreso tanto da De Zerbi ed è stato in grado di ribaltare i pronostici. Penso il Mantova abbia tutto per fare bene anche in Serie B.
Spostandosi di pochi chilometri, una piazza in cui lei è ancora amatissimo è quella di Verona. Ha un legame particolare con Setti e soprattutto con Sogliano, cementato poi a Padova. Tutti danno meriti a Baroni per l’impresa salvezza, ma c’è anche tanto del ds che ha saputo prendere giocatori giusti e di valore a prezzi accessibili… Sogliano ha deciso di restare. Pensa possa essere la miglior garanzia possibile per Zanetti all’alba di un’altra stagione in cui probabilmente ci sarà da soffrire? O che avrebbe fatto bene a cambiare aria, magari per approdare in un club più ambizioso?
Come ho già detto in altre interviste i meriti per la salvezza del Verona vanno ripartiti equamente tra Sogliano che è andato a pescare ottimi giocatori a gennaio e mister Baroni che ha saputo amalgamarli. Del resto senza unione di intenti non si possono ottenere risultati di questo tipo, soprattutto in una situazione particolare come quella che si era creata a gennaio. Per quanto riguarda la scelta di Sogliano di rinnovare con il Verona non posso che dire che Sean ha fatto ottime cose ovunque è stato, ma è molto legato alla piazza. Conosco bene il Direttore, abbiamo lavorato insieme anche a Padova arrivando a fare una finale playoff, poi l’anno dopo io non c’ero più e lui è stato esonerato a gennaio, ma la squadra costruita è comunque arrivata a giocarsi un’altra finale. Diciamo che entrambi siamo un po’ in debito con la fortuna…
Un’altra delusione, invece, l’ennesima, l’ha vissuta il Padova. Terzo secondo posto in quattro anni e promozione ancora sfumata, nonostante la rosa non fosse inferiore a quella del Mantova. L’esonero di Torrente ha fatto discutere, ora si ripartirà da Andreoletti. Sappiamo che la società è cambiata dai suoi tempi e che la Serie C è difficile, ma che idea si fa dall’esterno di questi continui fallimenti?
La Serie C è un campionato difficile e l’ho provato sulla mia pelle proprio nella mia ultima stagione a Padova. A cinque giornate dalla fine eravamo in testa con margine, poi abbiamo perso a Trieste per un gol di mano. Purtroppo il Var in C non c’era, come non c’è oggi, e alla fine siamo arrivati a giocarci tutto ai playoff. La finale contro l’Alessandria l’abbiamo dominata, avremmo dovuto stravincere e invece abbiamo perso ai rigori. Ritengo che sarebbe stato logico andare avanti insieme, ma sono state fatte scelte diverse. Il grosso problema della piazza di Padova è l’ambiente. C’è sempre troppa tristezza, troppa negatività. Capisco che ci sia pressione perché si tratta di una piazza importante, ma al primo evento negativo piovono subito critiche e ci si deprime facilmente. È un peccato perché la città è bellissima e i tifosi sono attaccati alla squadra, ma alla fine con un atteggiamento del genere tutto si ritorce contro. Sono sicuro che prima o poi la promozione arriverà, ma Padova non è la prima squadra importante che si impaluda per anni in Serie C. Investire è fondamentale, ma una mano deve darla anche l’ambiente. Poi, certo, è giusto programmare, ma a volte servirebbe anche un po’ di continuità, invece ogni anno si cambia…
Ringraziandola per la disponibilità, mister, le chiedo se bolle qualcosa in pentola. L'esonero subito al Cluj a gennaio grida ancora vendetta, visto il cammino successivo della squadra in particolare nei playoff e in Coppa... Rivedremo a breve Mandorlini in panchina?
Qualche contatto l’ho avuto. Sono pronto a ripartire, Italia o estero per me non fa differenza. L’esonero di Cluj mi ha fatto male. Si era creato l'ambiente giusto, avevo portato cinque giocatori nuovi e stavamo andando bene. Eravamo in semifinale di Coppa e in campionato era tutto aperto, visto che in Romania ci sono i playoff. Purtroppo chi è venuto dopo di me non ha fatto meglio... Il calcio comunque è così, ma la motivazione per ripartire c’è eccome e spero succeda presto…