Tour de France: il Monte Bianco è di Poels. Vingegaard e Pogacar appaiati, Ciccone re degli scalatori
L'ultimo arrivo in salita, per la 15ª tappa, premia la tenacia dell'olandese della Bahrain Victorious. Questa volta i grandi stanno a guardare, lo scatto dello sloveno a 400 metri dal traguardo non fa male e il danese resta in giallo alla vigilia della crono di martedì
La temutissima tre giorni delle Alpi al Tour de France 2023 si conclude con un pareggio che rinvia il verdetto alla terza e decisiva settimana. Neppure la scalata del Monte Bianco è bastata per fare chiarezza su chi sia il più forte tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar. I due campionissimi sono arrivati sulla linea dell’ultimo arrivo in salita perfettamente appaiati nel giorno del successo di Wout Poels. L'olandese della Bahrain Victorius è stato il più scaltro a scattare al momento giusto tra il folto gruppo degli attaccanti della prima ora. Secondo posto per un generosissimo, ma ancora battuto, Wout Van Aert. Ancora molto bene Adam Yates, qualcosa di più di un gregario di Pogacar e unico a tenere il ritmo dei due fino alla fine.
Tour de France, Vingegaard e Pogacar in parata sul Monte Bianco: verdetto rinviato all'ultima settimana
Restano quindi 10 i secondi tra Vingegaard e Pogacar alla vigilia dell’ultimo giorno di riposo, che precederà la cronometro di Combloux (22,4 km) con la temuta Côte de Domancy. Sulla carta, quindi, a sorridere può essere Vingegaard, dal momento che arrivare davanti alla prova contro il tempo era l’obiettivo di entrambi. Il danese potrà partire per ultimo martedì, due giorni dopo una domenica nella quale il gruppo dei migliori ha risentito delle fatiche del sabato.
Difficile capire chi arrivi meglio alla settimana decisiva. Pogacar è scattato solo all’ultimo chilometro, senza riuscire minimamente a fare la differenza. Vingegaard, anzi, sembrava stare meglio, ma non è partito forse per paura del contrattacco. Risultato: deciderà tutto con la crono e le salite dell’ultima settimana e il record del distacco minimo a Parigi, gli 8” tra LeMond e Fignon nel 1989, è in serio pericolo.
Sorriso italiano: Ciccone in maglia a pois
Intanto oggi ode a Poels, che ha fatto la differenza scattando ai -2,2 dalla Côte des Amerands, penultima ascesa di giornata. L’olandese ha così scremato il gruppetto che si era formato subito dopo la Côl des Aravis, completato da Dylan Teuns e Marc Soler. Lo spagnolo della UAE era stato il primo a rompere gli indugi, beffando in particolare Giulio Ciccone. L’abruzzese della Lidl-Trek è stato ancora tra i protagonisti della giornata riuscendo a strappare la maglia di leader della classifica degli scalatori a Neilson Powless, ma ha pagato cara la distrazione subito dopo lo scollinamento e forse la fatica per aver chiesto troppo a sé stesso sulle cote meno importanti della giornata.
Van Aert ancora battuto, Yates vede il podio
Difficile comunque rimproverargli qualcosa, così come a Van Aert, che ha animato la fuga buona insieme ad altri 15 scalatori, da Pinot a Uran passando per Mikel Landa e Krist Neilands, quest’ultimo protagonista nel finale di una paurosa caduta, per fortuna senza conseguenze. WVA chiude davanti al francese Mathieu Burgaudeau, terzo davanti a Craddock e a Landa. Ancora staccato Hindley, Carlos Rodriguez, rientrato nel finale su Vingegaard e Pogacar, rafforza il terzo posto, a 5'21" da Vingegaard, ma ora il rivale principale per il podio è un pimpantissimo Adam Yates, staccato di appena 19 secondi.