Giro d'Italia, 12a tappa: a Fano il capolavoro di Alaphilippe. I big stanno a guardare, classifica immutata

Spettacolare azione del due volte campione del mondo, che al debutto assoluto al Giro d'Italia centra la vittoria di tappa dopo 10 giorni sempre all'attacco, spezzando un digiuno di successi che durava da 11 mesi. Non cambia la classifica generale: Pogacar lascia andare la fuga.

Annunciata come la tappa del Giro d’Italia 2024 più simile ad una Classica del nord, la 12° frazione non ha tradito le attese. La Martinsicuro-Fano, allora, non poteva che veder trionfare uno che di classiche se ne intende, avendo vinto tre Freccia Vallone, una Sanremo e uno Strade Bianche. Julian Alaphilippe centra il primo successo della carriera al Giro d'Italia, alla sua prima partecipazione. Per il francese, che non troppo distante da qui, a Imola, conquistò nel 2020 il primo dei due titoli mondiali della carriera, un successo meritatissimo dopo due tentativi di fuga a vuoto e dopo una prima parte di stagione piena di problemi. Quasi 120 km di fuga con una strategia perfetta insieme a Mirko Maestri e una condizione invidiabile, tra gli applausi scroscianti dei tifosi, a celebrare un successo che mancava da 11 mesi.

Giro d'Italia, classifica immutata. Si ritira Jakobsen

Non cambia nulla in classifica generale, dal momento che i big si sono presi una giornata “di ferie”. Comprensibile, alla luce delle tappe impegnative che chiuderanno la seconda settimana, anche se ci si sarebbe potuta aspettare almeno un po’ più di bagarre dopo aver deciso di far andare la fuga per la vittoria di tappa. Tadej Pogacar resta in rosa con 2’40” su Daniel Martinez e 2’58” su Geraint Thomas. Venerdì tappa per velocisti da Riccione a Cento, poi lo spettacolo della crono di Desenzano e del primo arrivo alpino a Livigno. I 193 km che hanno portato il gruppo dall’Abruzzo alle Marche, oltre alla solita andatura “folle”, hanno registrato emozioni e sorprese. La prima alla partenza, avvenuta senza Fabio Jakobsen. Lo sfortunato velocista della DSM non è riuscito a recuperare dopo la caduta a pochi metri dal traguardo a Francavilla ed è stato costretto a salire in ammiraglia prima del chilometro 0, lasciando il Giro 2024 senza vittorie e senza mai una volata da protagonista.

12a tappa, a vuoto il tentativo di Trentin

Che sarebbe stata una tappa all’insegna delle fughe era stato facile immaginarlo alla vigilia e il pronostico è stato rispettato fin dalle prime battute. I primi a scattare sono stati Trentin, Paleni e van Sintmaartensdijck, ma il loro tentativo si è esaurito dopo pochi chilometri, complice l’elevata andatura del gruppo, tutt’altro che incline a concedere spazio in particolare a Trentin, tra i favoriti d’obbligo della tappa. Parzialmente più fortunato è stato il tentativo successivo, condotto da Maestri, Clarke, Hepburn e Affini, scattati in prossimità di Civitanova Marche. Qui il gruppo ha lasciato via libera e ad approfittarne è stato Alaphilippe, uscito allo scoperto per unirsi ai battistrada. Missione compiuta, ma l’arrivo del francese ha sgretolato il gruppo dei fuggitivi, con un primo gruppetto di inseguitori che ha perso via via sempre più terreno a causa della scarsa collaborazione e il gruppo maglia rosa staccato di quasi tre minuti. Perfetta invece la collaborazione tra Alaphilippe e Maestri, con il francese che ha fatto transitare per primo il collega tanto sul Gpm di Osimo che su quello di Monsano e della Croce.

Giro d'Italia, Alaphilippe in trionfo a Fano

Con il secondo gruppo riassorbito dal gruppo maglia rosa, distante oltre 6 minuti, i due attaccanti si sono dovuti preoccupare solo del gruppetto di nov , formato da Trentin, Scaroni, Narvaez, Hermans, Benjamin Thomas, Valgren, Smith e Leemreize, capaci di portarsi sotto i 60” di ritardo ai -20 dal traguardo. L'avvicinarsi alla salita di Monte Giove ha però fatto saltare tutti gli schemi. Il gruppo maglia rosa ha accelerato, quello degli inseguitori si è frazionato ulteriormente, con Narvaez, Scaroni, Hermans e Clarke unici a reggere, ma soprattutto con Alaphilippe "costretto" a liberarsi della compagnia di Maestri, incapace di resistere al ritmo imposto dal francese e rapidamente riassorbito dal gruppetto Narvaez. Gli ultimi 10 km sono stati quelli dell'assolo di Alaphilippe, vincitore a braccia alzate con Hermans secondo davanti a Narvaez a 31".