Interviste D valore, Alessandro Aceti: "La prima di campionato non è andata come volevamo ma ci rifaremo"
Alessandro Aceti, classe 2004, è il protagonista della rubrica Interviste D valore. Il giovanissimo portiere del Brusaporto ha già le spalle larghe e non a caso dallo scorso anno è il titolare inamovibile della formazione bergamasca. Le buone prestazioni gli hanno permesso di partecipare al Torneo di Viareggio nella Rappresentativa Serie D. Per Alessandro Aceti è iniziata una stagione importante che potrà decidere il suo futuro sportivo, qualora dovesse continuare a mantenere questo rendimento, il passaggio tra i pro non è lontano.
Benvenuto Alessandro Aceti. Debutto amaro in campionato con una sconfitta contro la Casatese. Quali sono gli obiettivi stagionali della squadra?
La società quest'anno, nonostante delle 'perdite' importanti, ha investito molto nella rosa. Tutti i nuovi innesti si sono già integrati. La scorsa stagione il Brusaporto arrivando fino ai playoff, ha dimostrato di poter competere ad armi pari anche con le squadre sulla carta più forti. Quest'anno non saremo da meno. Purtroppo la prima di campionato non è andata come volevamo ma non vediamo l'ora che arrivino le prossime partite per poterci rifare.
Ti sei prefissato dei traguardi che vuoi raggiungere durante questa stagione?
Sono consapevole che quest'anno potrebbe essere una stagione importantissima anche per il mio futuro. Giocare in Serie D è sicuramente una bella vetrina e un possibile trampolino di lancio. La società mi ha dato fiducia e voglio ripagarla cercando di dare sempre il massimo perché credo che soltanto in questo modo si possano raggiungere obiettivi importanti sia a livello collettivo che individuale.
Classe 2004 sei tra i più giovani della rosa. Che rapporto hai con il resto della squadra nello spogliatoio?
Questo è il secondo anno che faccio parte della rosa del Brusaporto e già dalla passata stagione posso dire di essermi trovato di fronte un gruppo di bellissime persone oltre che bravi calciatori. Mi ritengo molto fortunato perché nella mia crescita iniziata l'anno scorso, è stata fondamentale l'atmosfera di tranquillità e serenità all'interno dello spogliatoio. Anche per quest'anno vale lo stesso discorso e infatti per i nuovi arrivati non è stato difficile integrarsi. Nel giro di un mese siamo riusciti già a formare un gruppo squadra dove si respira un'aria famigliare.
Sei cresciuto calcisticamente nel Brusaporto. Come ti sei avvicinato al calcio?
Fin da piccolo ho sempre avuto la passione per questo sport, infatti già all'età di 4 anni ero sul campo ma lontano dai pali. Fino ai 10 anni ho sempre giocato a centrocampo. Diventare un portiere è stata una mia decisione al 100% ma sicuramente un ruolo fondamentale in questa scelta lo ha avuto mio padre che in passato ha giocato come portiere. Essendo sempre stato il mio punto di riferimento, mi ha fatto involontariamente avvicinare a questo ruolo.
Oltre al calcio, quali sono i tuoi progetti futuri?
Non ho ancora chiaro nella testa ciò che voglio fare in futuro ed ora come ora, non avendo progetti precisi, non saprei rispondere con certezza. Posso però dire che ho alcune idee, ad esempio mi piacerebbe fare il fisioterapista/osteopata, lavori legati quindi al corpo umano.
Cos'è il calcio per te?
Il calcio per me è la valvola di sfogo più grande che esista. Un'occasione per staccare la testa da tutto ciò che può capitare di negativo ma soprattutto è per me una scuola di vita, grazie alla quale impari ad affrontare i tuoi problemi e a rialzarti dai tuoi fallimenti.