Intervista esclusiva a Marco Fantasia: "E' il miglior momento per il volley azzurro. Attacchi inaccetabili verso la Egonu. Scudetto? Conegliano resta favorita, ma..."

La nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare Marco Fantasia, la voce del volley femminile per Rai Sport. Tanti gli argomenti trattati durante la nostra chiacchierata: dalla vittoria della Nazionale femminile alle Olimpiadi di Parigi al prossimo campionato di Serie A

Messe alle spalle le Olimpiadi, che hanno regalato l'oro alla Nazionale italiana di pallavolo femminile, ci avviciniamo sempre di più all'inizio della stagione per i club. A parlare, in esclusiva ai microfoni della nostra redazione, ci ha pensato Marco Fantasia, la voce del volley femminile per Rai Sport. Il noto telecronista ha condiviso i propri pensieri sulla vittoria delle Azzurre a Parigi e sul caso Egonu, nato nel post-Mondiale 2022 e ancora attuale. Non è mancato un commento sul primo grande trofeo della stagione: la Supercoppa italiana, in programma il 28 settembre, e sul campionato.

Ciao Marco, inizierei la nostra chiacchierata parlando della tua esultanza, diventata virale sul web, dopo la vittoria dell'Italia femminile a Parigi 2024: “Medaglia d’oro in faccia agli hater! Noi siamo con te!”. Cosa c’è dietro questa frase?

L'idea del video è venuta agli amici della Lega Pallavolo Femminile. Non ne ero entusiasta perché, pur essendo uomo di tv, da amante della radio preferisco stare di più dietro le quinte, e poi in quei momenti non puoi sapere cosa ti verrà di fare. O al contrario puoi rischiare di essere condizionato dall'idea di avere la telecamera puntata e perdere così spontaneità. Sono contento che chi ha visto il video si sia divertito e abbia apprezzato, anche se fatico a rivederlo per l'imbarazzo! La frase invece l'ho detta e la ripeterei. Qualcuno ha voluto interpretarla come una risposta a soggetti ben precisi, ma non è così, era gioia per la rivalsa di Paola Egonu su tutti coloro che negli ultimi due anni in particolare non hanno perso occasione per coprirla di insulti sui social. Gente infelice che non si sarà goduta nemmeno questo straordinario trionfo.

Che idea si è fatto del caso Egonu post-Mondiale 2022 e tutto quello che ne è scaturito? E se può darci un parere su quanto accaduto al murales dedicato proprio alla campionessa azzurra che é stato vandalizzato dopo
neanche un giorno.

Mi ricollego a quello che dicevo prima. Paola da quella sera in Olanda in cui si è sentita chiedere se era davvero italiana ha subìto attacchi inaccettabili, da gente la cui ignoranza era tale da non permettere loro di capire che ci troviamo davanti a un'atleta nata in Italia. È il colore della sua pelle il problema? Beh, se ne facciano una ragione. Siamo già in ritardo rispetto ad altri Paesi in questa evoluzione della società. Mi aspettavo quello che è successo al murale, però vorrei anche che Paola venisse finalmente fatta uscire dai riflettori. Non può essere sempre lei l'immagine della lotta, sacrosanta, al razzismo e alle disuguaglianze. Si finisce per metterla costantemente sotto il tiro di certa gente.

Ora spostiamoci sul gruppo dell'Italvolley femminile. Secondo te, come ha vissuto il passaggio da un periodo turbolento come quello delle ultime settimane con Mazzanti a questo nuovo periodo?

È stato un passaggio molto netto. Velasco ha richiamato le atlete che erano state escluse dall'Europeo dell'anno scorso e ha parlato con chiarezza a Egonu e Antropova. Alla prima ha restituito il ruolo di titolare, facendo leva sulla sua voglia di ritrovarsi, al tempo stesso chiarendo che l'avrebbe voluta sempre coinvolta intensamente nel lavoro e nei meccanismi del gruppo, senza favoritismi di alcun genere. A Kate ha spiegato l'intenzione di utilizzare spesso il doppio cambio palleggiatrice-opposta. E lei, che agli Europei aveva sofferto il dualismo non voluto con Paola, è diventata un'arma decisiva. I ritorni di Bosetti e De Gennaro erano assolutamente necessari per restituire al gruppo serenità e competitività.

Periodo che possiamo definire vincente: prima il trionfo in Nations League, poi l’Oro olimpico. Quanto c’è di Velasco in tutti questi successi?

Molto, soprattutto per l'aspetto mentale. Che questo gruppo sia forte lo sappiamo da almeno quattro anni, ma non abbiamo vinto tutto ciò che avremmo potuto. Sono convinto che al palmares manchino un mondiale, un europeo e forse anche un'olimpiade, quella di Tokyo. Velasco è riuscito a trasmettere alle ragazze la filosofia del “qui e ora”; pensare azione per azione, partita per partita, senza consumare energie pensando a come sarebbe finito un certo percorso, guardando troppo avanti. E ha restituito consapevolezze e certezze a giocatrici che rischiavano di perderle. Ovviamente ha lavorato anche sull'aspetto tecnico, ma quelle giocatrici erano già fortissime, dovevano solo tornare a convincersi di esserlo.

Ti aspettavi un percorso così netto (1 solo set perso in tutta la competizione) delle Azzurre a Parigi? E secondo te, qual era l’obiettivo iniziale: vincere o fare esperienza?

L'obiettivo non era certo fare esperienza, in questo gruppo giocano ragazze che hanno vinto scudetti e coppe, con i club e con la stessa Nazionale. Speravamo tutti di fare bene, anche di arrivare fino in fondo, l'arrivo di Velasco aveva sparso ottimismo su tutto l'ambiente. Certo, un cammino del genere è stato al di sopra delle aspettative, perché di partita in partita, salvo qualche normale momento di difficoltà, la squadra è cresciuta fino alla gara perfetta, la finale, nella quale le campionesse uscenti degli USA non hanno toccato palla.

Ritornando su Velasco, il ct azzurro ha parlato di un periodo di riflessione per capire cosa fare del suo futuro. Secondo te, resterà alla guida della Nazionale o andrà via?

C'è il mondiale tra un anno, non credo che Julio molli proprio ora. È anche vero che da adesso bisogna programmare il prossimo quadriennio olimpico, quindi è possibile che la federazione chieda al tecnico di impegnarsi fino a Los Angeles, oppure scelga di cambiare condottiero. In questo caso vedremo se verranno subito avviati contatti con i tecnici top del momento, come Santarelli o Guidetti, ma non escluderei nemmeno una promozione immediata per Lorenzo Bernardi, che in un anno nell'ambiente del volley femminile ha già fatto benissimo, prima sulla panchina di Novara e adesso in azzurro.

Chiuderei il capitolo Nazionale con questa domanda: che momento è per il volley azzurro in generale?

Il migliore possibile. Non solo per l'oro olimpico appena conquistato, ma anche perché le nostre nazionali giovanili continuano a fare molto bene nei tornei europei e mondiali. Il ricambio è garantito per gli anni a venire perché le società di base lavorano bene. La Serie A è un campionato di altissimo livello e bisogna fare in modo che sempre più giovani italiane vi facciano esperienza da titolari, per averle pronte per le grandi competizioni con la maglia azzurra.

Spostiamoci sui club. Sabato 28 settembre prenderà via la stagione con la sfida fra Conegliano e Milano che si giocheranno il primo trofeo della stagione: la Supercoppa italiana. Che sfida dobbiamo aspettarci?

Le protagoniste dell'Olimpiade avranno tempo per riposarsi e per riprendere l'attività con i club, quindi credo che in più di un mese ci sarà la possibilità di rivederle tutte in piena forma. Mi aspetto quindi una partita spettacolare per il pubblico di Roma e per chi seguirà in tv, e mi aspetto che il PalaEur venga riempito: al consueto entusiasmo del pubblico del volley speriamo si possa aggiungere per la prossima stagione la curiosità di chi ha conosciuto le ragazze dalle telecronache di Parigi e vorrà magari incontrarle dal vivo nel nostro campionato.

Che campionato si aspetta? Quale squadra sarà la rivelazione e quali invece vedi favorite per lo scudetto?

Conegliano resta favorita, ha perso due americane fortissime ma l'arrivo di Gabi non le farà rimpiangere. Dietro di loro Milano e Scandicci, anche quest'anno. Vallefoglia vorrà fare un ulteriore passo avanti dopo la scorsa buona stagione e sono curioso di vedere se Roma e Pinerolo confermeranno le belle cose fatte vedere la scorsa stagione.

Infine, vorrei spostarmi su un altro tassello che fa molto discutere: ildoppio incarico che nel volley spesso caratterizza la figura dell’allenatore. Come lo giudica?

La FIPAV si è sempre detta contraria, perché dal CT dell'Italia pretende dedizione assoluta e disponibilità a spostarsi quando necessario, come avvenuto con i viaggi di Velasco a Parigi per esaminare i dettagli della spedizione olimpica. È anche vero che gli allenatori top hanno il diritto di monetizzare la loro fama e le loro conoscenze tecniche. Magari qualcuno di loro accetterà di dedicarsi all'azzurro dopo una lunga esperienza in un club italiano o straniero e una bella sistemata al conto in banca; non ci troverei niente di male, è lavoro e nel volley non girano le cifre astronomiche che vediamo altrove. Se la federazione non cambierà rotta bisognerà aspettare per vedere sulla panchina azzurra i nomi che sono da tempo sulla bocca di tutti, ma le alternative valide non mancano. Anche da un punto di vista tecnico la scuola italiana non è seconda a nessuno, come dimostrano i tanti allenatori chiamati a guidare club e nazionali di prestigio in tutto il mondo.