Formula 1: dopo il trionfo di Verstappen in Qatar è polemica per le condizioni in pista

Max Verstappen vince il suo terzo titolo Mondiale consecutivo già col secondo posto nella Gara Sprint di sabato, ma la gara della domenica mette in luce tutte le difficoltà di far correre la Formula 1 in Qatar, nonostante lo svolgimento in notturna. Le reazioni dei piloti.

Per Max Verstappen, la conquista del titolo Mondiale di Formula 1 già nel Gran Premio del Qatar, con cinque appuntamenti ancora da disputare, è stata poco più che una formalità. L'olandese della Red Bull, infatti, aveva già conquistato il titolo col secondo posto nella Gara Sprint di sabato sera, vinta dall'australiano della McLaren Oscar Piastri. Questo perché, nel frattempo, il suo compagno di squadra Sergio Perez si era dovuto ritirare al decimo giro a seguito di un incidente con la Haas di Nico Hulkenberg e la Alpine di Esteban Ocon.

Tutto il weekend in terra qatariota è stato, però, condizionato da problemi al tracciato, alle gomme e ai piloti, rilanciando ancor di più il tema della sicurezza per il quale la Formula 1 si batte ormai da decenni.

Formula 1: i nuovi cordoli di Losail

Nel pomeriggio di sabato, la Formula 1 ha disposto un'ulteriore sessione di prove libere, della durata di dieci minuti, prima dell'inizio delle qualifiche shoot-out (valide per determinare la griglia di partenza della Gara Sprint). È da ricordare che nelle gare che prevedono la corsa da 100 km al sabato, si disputa un'unica sessione di prove libere al venerdì, a cui seguono le qualifiche per la gara di domenica.

Una sessione di familiarizzazione col tracciato e coi nuovi track limits che, però, non ha fornito a Pirelli gli elementi necessari per confermare che le microfratture agli pneumatici utilizzati per più di venti giri fossero legati ai nuovi cordoli. In ogni caso, anche a seguito della Gara Sprint, la FIA ha deciso per limitare l'utilizzo delle gomme a diciotto giri, obbligando le scuderie ad effettuare tre pit stop "a pena di una violazione delle norme sulla sicurezza".

Il tema dei cordoli si è riproposto anche dopo la notizia del mancato schieramento nella gara della domenica di Carlos Sainz. Il pilota spagnolo della Ferrari, intervistato da Sky Sport, ha però tenuto a precisare che "fin quando non sarà effettuata l'analisi, non si può sapere cos'è successo". Lo stesso ha dichiarato il team principal Frederic Vasseur: "È chiaro che quello che è successo era inatteso. C'era un po' di pressione al serbatoio un'ora prima del via, forse derivante dai cordoli di ieri. Era impossibile risolvere il problema in tempo per la gara".

Formula 1: il ritiro di Sargeant

La gara, quindi, parte condizionata da una serie di obblighi regolamentari non previsti. A peggiorare la situazione, però, ci ha pensato l'afa, con una temperatura registrata di 31°C e un'umidità dell'80% nonostante l'inizio della corsa alle 17:00 locali, le 19:00 in Italia, quando il Sole era sì tramontato, ma non da così tanto tempo da rinfrescare il tracciato.

Il primo a risentire di queste difficoltà è stato il pilota della Williams Logan Sargeant. Lo statunitense, già debilitato da sintomi influenzali nel corso della settimana, ha visto ulteriormente peggiorare le sue condizioni di salute a causa del caldo e dell'umidità, ritirandosi al termine del 40° giro dopo aver zigzagato in pista prima di tornare ai box.

Sargeant ha così dichiarato, dopo essere stato dimesso dal centro medico: "La cosa migliore è che io e Alex (Albon) stiamo bene. Non sono stato al meglio questa settimana e sono rimasto disidratato per colpa di questo caldo. Non volevo ritirarmi, ma ho dovuto mettere al primo posto la mia salute. Mi scuso se non ho potuto tagliare la linea del traguardo".

Formula 1: visiere alzate e mani sul volante

Se Sargeant ha saggiamente scelto la strada del ritiro, altri suoi colleghi hanno corso in condizioni di estrema difficoltà. In alcuni replay, infatti, si sono visti Lando Norris e George Russell alzare le mani dal volante e sollevare le visiere nei rettilinei per prendere aria e provare a rinfrescarsi. Ancora peggio è andata a Esteban Ocon, settimo al traguardo ma che ha finito per vomitare nel suo casco al 15° giro.

Il pilota francese ha così dichiarato a Sky Sport: "Non è un miracolo che abbia finito la gara. Se non mi uccidi, la finisco sempre. È stata una gara difficilissima. Ho vomitato due volte, al giro 15 e al giro 16. Fisicamente sono a posto, adesso. Però faceva veramente caldo dentro la macchina. Probabilmente c'erano 80°C dentro l'abitacolo e questo, veramente, non è possibile".

Anche Fernando Alonso, sesto al traguardo, ha avuto grandi problemi a causa del surriscaldamento del suo abitacolo, riportando delle leggere ustioni al braccio e al gluteo destro. Lo spagnolo della Aston Martin ha dichiarato anche di aver richiesto dell'acqua e di non poter essere accontentato perché il regolamento non lo consente.

Formula 1: fino a che punto?

La Formula 1 negli ultimi trent'anni ha fatto enormi passi da gigante sul tema della sicurezza e, in particolare nell'ultimo decennio e sulla scorta dell'incidente mortale di Jules Bianchi, ha previsto infinite soluzioni per evitare che le gare sotto la pioggia si trasformino in tragedie, anche a costo di situazioni farsesche come il Gran Premio del Belgio del 2021.

Viceversa, il tema del caldo e dell'idratazione dei piloti ha ricevuto minore attenzione, salva la scelta di correre in notturna in certi Paesi caratterizzati da temperature diurne elevate (Singapore in primis, poi Bahrein, Qatar e Abu Dhabi). Ancora una volta ci si chiede fino a che punto si può spingere la "supereroizzazione" dei piloti di Formula 1 da parte della FIA e di Liberty Media. Certamente, quanto successo ieri a Losail porterà a riconsiderare notevolmente la gestione di certi appuntamenti.