Intervista esclusiva a Samuele Papi: «l'addio di Mazzanti difficile da immaginare solo poco tempo fa, ma da allenatore ho capito che le situazioni cambiano all'improvviso»
Supernews ha avuto il piacere di intervistare Samuele Papi che dopo la grandissima carriera da giocatore da qualche anno ha intrapreso quella da allenatore. Attualmente è sulla panchina della Tinet Prata di Pordenone in A2 come vice di Dante Boninfante, altro campione di volley.
Supernews ha avuto il piacere di intervistare Samuele Papi grandissimo campione di volley attualmente secondo allenatore in A2 maschile sulla panchina della Tinet Prata di Pordenone. Gli abbiamo chiesto un commento sulla sua nuova realtà e un giudizio sulle due Nazionali.
Buon giorno Samuele, avete iniziato molto bene il campionato vincendo tre partite su tre, qual è il tuo giudizio?
Abbiamo avuto un ottimo inizio di stagione, sapevamo che quello di A2 quest'anno sarebbe stato un torneo duro e quindi abbiamo allestito una squadra molto buona con ragazzi che hanno voglia di lavorare e lo stanno dimostrando in campo. Stiamo lavorando tanto in palestra, sappiamo che arriveranno momenti duri ma crediamo davvero in questa squadra. Per ora siamo contenti.
Dove può arrivare Prata? Vi siete dati degli obiettivi?
Pensiamo una partita alla volta senza guardare troppo avanti anche perchè sappiamo che ci saranno partite molto tirate. Come detto prima questa serie A2 è molto dura, sulla carta ci possono essere un paio di squadre favorite ma io credo che regnerà un grande equilibrio.
Quali sono le differenze tra giocare ed allenare?
Ci sono grandi differenze, tu puoi arrivare fino ad un certo punto nell'insegnare ai giocatori e nel dare loro consigli ma alla fine in campo ci vanno loro. Alle volte mi verrebbe voglia di entrare in campo ma ovviamente questo non è possibile. La differenza più grande è che prima da giocatore dovevo gestire solo me stesso, ora devo gestire 12 atleti. Più passa il tempo e più mi sto calando nel ruolo capendo e vedendo aspetti che all'inizio mi sfuggivano.
Vedi tanta differenza tra l'A2 e la Superlega?
Devo dire che il livello in A2 è buono ma onestamente con la Superlega c'è differenza.
Parlando di Nazionale maschile ti aspettavi che non si arrivasse a Parigi 2024 direttamente dal Preolimpico?
Onestamente no però devo dire che è stata una stagione davvero lunga e molte squadre sono arrivate stanche. Io credo che comunque alla fine l'Italia sarà tranquilla guardando al ranking, basterà fare una buona Volleyball Nations League. Inutile pensare ormai a quanto è successo. Questo è un gruppo di ragazzi fortissimi anche mentalmente, arrivare a giocarsi un altro oro europeo ti fa maturare sempre anche se è arrivata una sconfitta. Lasciamoli lavorare tranquilli, è un gruppo che alle Olimpiadi può fare la grande impresa.
Guardando invece al femminile ti saresti immaginato solo qualche mese fa l'addio di Mazzanti?
Era difficile da immaginare anche se devo dire che io seguo più il maschile e le cose che conosco sono quelle che ho letto. Da quando faccio l'allenatore ho però capito una cosa, le situazioni possono cambiare all'improvviso. Mi dispiace perchè è un grandissimo allenatore, una persona seria che all'Italia ha dato molto. Speriamo che chi verrà possa fare molto bene.
Nel tuo nuovo ruolo da allenatore cosa vedi di vincente in De Giorgi e Santarelli?
De Giorgi è stato un grande giocatore e ha dimostrato di essere anche un grande allenatore. Conosce bene il volley e soprattutto sa amalgamare la squadra esaltandola rispetto al singolo. La mia esperienza da giocatore mi ha insegnato che quello che ti fa raggiungere grandi risultati è la squadra. Su Santarelli cosa posso dire? Sta vincendo di tutto, posso fargli solo i complimenti, sta dimostrando con i risultati di avere grandissime capacità e di far migliorare le sue squadre. Io credo che quello che davvero appaga un allenatore al di là dei risultati sia vedere crescere i propri giocatori, questa è la soddisfazione più grande.