Finals NBA, Durant e Perkins non se le mandano a dire.
Animi caldi in casa Cavs dopo la terza sconfitta consecutiva in queste Finals. LeBron e compagni non sembrano in grado di poter arginare il grande potenziale offensivo degli uomini di Kerr e rischiano di essere spazzati via con un pesantissimo 4-0, molto difficile da digerire, ma neanche così ingiusto, viste le numerose disattenzioni soprattutto difensive, a cui si aggiungono anche errori individuali, più di concentrazione che di tecnica. Emblematico è il finale dei tempi regolamentari di Gara 1 con Jr Smith che, dopo aver catturato il rimbalzo offensivo, fugge verso la propria metà campo convinto di essere in vantaggio di un punto, quando invece la situazione era di perfetta parità.
Come è normale in queste situazioni, per provare a stemperare la tensione, si cerca di far innervosire gli avversari, magari ricorrendo all'uso del trash-talking, una forma di insulto o di provocazione verbale con lo scopo di mettere in crisi psicologicamente il diretto interessato e condurlo, così, all'errore o a perdere le staffe. E' quello che è accaduto tra Thompson e Green in Gara 1, con quest'ultimo che dimostra di avere una certa affinità con questo tipo di tecnica.
La risposta da parte di Cleveland non si è fatta attendere ed è arrivata già in Gara 2, non da Thompson, nè da LeBron o Jr, bensì da Kendrick Perkins. Perkins è stato inserito nel roster dei Cavaliers poiché mancava ancora un giocatore per completare l'organico, ma non ha mai messo piede in campo e lo stesso Lue lo utilizza come una guida per i più giovani vista la sua grande esperienza.
L'ex centro dei Boston Celtics aveva avuto un battibecco con Steph Curry alla fine del terzo quarto di Gara 2, dopo che il #30 aveva sbagliato un tiro da 3 allo scadere. Per calmare gli animi sono dovuti intervenire i compagni di squadra, con Curry che si è allontanato dalla panchina avversaria visibilmente contrariato.
Tuttavia il peggio di sé Perkins lo ha mostrato interrompendo la conferenza stampa, post Gara 3, di Kevin Durant.
I due sono stati compagni ad Oklahoma per 4 stagioni, ma non sembra che tra loro scorra buon sangue, infatti quando Kendrick si è accorto che a parlare fosse proprio il #35 gialloblu, non ha perso l'occasione per concedergli un saluto non proprio tra i più affettuosi, mostrandogli il dito medio. Come auspicabile l'ala degli Warriors non l'ha presa benissimo e ha risposto al gestaccio con un diplomatico 'F*ck you! B*** ass!' che non lascia spazio a possibili ulteriori interpretazioni che non siano quelle prettamente letterarie.
Ora resta da capire cosa ci attenderà in Gara 4: questi siparietti di botta e risposta continueranno fino alla fine della serie o si tratta soltanto di un gioco delle parti per distogliere l'attenzione dal campo, in modo che gli stessi giocatori possano risentirne positivamente con un approccio più leggero e spensierato? Nessuno può sapere cosa succederà, ma conoscendo la forte rivalità che serpeggia tra le due franchigie non sono da escludere clamorosi colpi di scena, specie se queste Finals dovessero prendere una piega inaspettata come successe nel 2016 quando Curry e compagni vennero incredibilmente sconfitti in Gara 7 dopo essere stati in vantaggio per 3-1, sprecando ben quattro match point. Parola al campo dunque.