Douglas Costa – Foto Getty Images© scelta da SuperNews
“Chi è santo scagli la prima pietra“. Non per scomodare gli ambienti sacri, ma mai codesto detto è stato più azzeccato in queste ore di lapidazioni verso Douglas Costa.
Dopo aver ceduto alla mossa del lama, il veloce esterno della Juventus è stato esposto ad una fucilazione senza fine, dove ognuno si trasforma in un Santo immacolato.
Ma cosa vogliamo farci? La colpa è tutta di quella maglia a strisce bianco nere, verso la quale si aizzano le folle, gli sguardi si accecano e le accuse aumentano. E’ la dura legge del giornalismo selvaggio e del mondo social, secondo cui Douglas Costa “dovrebbe essere messo fuori rosa dalla Juventus“, o ricevere, come minimo, sei giornate di squalifica. Viviamo nel mondo in cui l’odio viene aizzato da un tweet o da un post condito da termini coloriti, tanto che gli addetti alla carta stampata, alla tv o alle redazioni web ne risentono, alzano la posta in gioco e trasformano una pagina brutta di una semplice giornata di campionato in un caso da portare alle porte della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
Sia chiaro, Douglas Costa deve essere punito dalla giustizia sportiva, cosi come dalla Juventus. Il suo gesto è da condannare: un’affermazione cosi scontata, che basterebbe chiudere la questione qui. Invece no, è opportuno approfondire, analizzare tutta la gara del numero undici bianconero, dimenticando che molti altri, prima di Costa, hanno ceduto alla mossa del lama. Come dimenticare il caloroso incontro tra Totti e Poulsen a Euro 2004; oppure il galante colloquio tra Samuel e Nedved. Insomma, Douglas Costa non è un Santo, ma nemmeno coloro che forse portavano sulle spalle un nome più pesante del suo hanno potuto beneficiare di un processo di beatificazione.
Il giornalismo ed i social hanno la memoria corta, soprattutto se si tratta di qualcosa attinenti con due colori: il bianco ed il nero. E’ dal 2006 che un caso comune – perchè lo sputo di Costa non è un qualcosa venuta da marte – viene ingigantito e portato sulle home mondiali della rete internet. La Juventus fa aumentare il numero delle copie vendute in edicola, cosi come i più ricercati clic. E chi se ne frega se Cristiano Ronaldo ha finalmente messo le sue prime firme sulla Serie A.
Ciò che conta è distruggere, condannare. Quel che conta è che al centro ci sia soltanto una squadra.
“Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, a patto però di non dimenticare il passato.