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Quattro mesi di reclusione con la concessione delle attenuanti generiche. Questo quanto richiesto dal Pm di Milano per Wanda Nara, agente e moglie del bomber neroazzurro Mauro Icardi.
I fatti risalgono al 2015 quando l’argentina diffuse i dati personali, tra cui il numero di telefono, tramite Facebook e Twitter dell’ex marito Maxi Lopez. Oggi la richiesta del vice procuratore onorario in Aula, a Milano.
La Nara non era presente in Aula e ha deciso di non sottoporsi all’interrogatorio previsto sempre per oggi. A parlare al suo posto, ovviamente, il suo avvocato, Giuseppe Di Carlo, che ha chiesto per la sua assistita l’assoluzione in quanto, sostiene, non vi è prova di responsabilità. “Non c’è la prova che sia stata lei l’autrice dei post sui social network e nemmeno che abbia creato un danno al calciatore”, ha dichiarato infatti il suo legale.
Non sono quindi giorni sereni per la manager e modella, nonostante le apparenze. Si perchè i video e le interviste che circolano nelle ultime ore descrivono una realtà ben diversa. Prima il concerto con le “Wags neroazzurre” , poi l’armadio colmo di centinaia di scarpe: questi gli ultimi “impegni” di Wanda Nara, a quanto pare rilassata in attesa del 29 ottobre, data della sentenza. Solo allora saprà, effettivamente, se e quanto dovrà rimanere in carcere.