Arriva la svolta nell’inchiesta sulla morte dell’ex capitano della Fiorentina Davide Astori: alcuni esami avrebbero evidenziato dei problemi al cuore.
Ci sono stati due campanelli d’allarme prima della morte di Davide Astori: questa è la novità riportata da ” La Nazione” riguardante la prematura scomparsa dell’ex capitano della Fiorentina. In alcuni esami effettuati dal difensore avrebbero evidenziato extrasistoli ventricolari durante le prove sotto sforzo a cui era stato sottoposto Astori nel Luglio del 2016. Anche nell’anno successivo, in particolare nell’ultimo esame effettuato nel 2017, era stata evidenziata una extrasistolia a due morfologie a confermare che i medici e lo staff della Fiorentina avevano capito che qualcosa non andava. In sostanza, Astori soffriva “di una forma iniziale di cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, come è stato evidenziato nella perizia consegnata alla procura di Udine dai luminari Gaetano Thiene: una forma di cardiomiopatia, detta anche displasia aritmogena del ventricolo destro, che uccide progressivamente le cellule del miocardio e che possono ostacolare il funzionamento elettrico del cuore.
Ora la Perizia, affidata al capo procuratore Giuseppe Creazzo, dovrà rispondere essenzialmente a due domande: Astori doveva essere sottoposto ad esami più approfonditi? Ma soprattutto, il difensore della Fiorentina doveva essere fermato dall’attività agonistica? A questo proposito la procura di Firenze ha aperto un’inchiesta che nei prossimi giorni potrebbe arrivare ad una svolta perchè, se tutto dovesse essere confermato, lo staff della Fiorentina sarebbe colpevole della morte di Davide Astori.
