SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Francesco Cosenza, giocatore del Piacenza Calcio, squadra che occupa attualmente il nono posto nel girone A del campionato di Serie C. Il difensore biancorosso si é soffermato sul percorso della sua squadra e sugli obiettivi stagionali prefissati. L’ex giocatore del Lecce, che con i giallorossi vanta la vittoria di due campionati, ha inoltre parlato delle passate esperienze calcistiche e ha eletto la squadra di Serie A che più gli sembra esprimere il miglior calcio in questa stagione.
Francesco, iniziamo dalla fine: Piacenza. Come é nata la scelta di voler intraprendere questa nuova avventura in questo club? Cosa ti ha spinto a rimetterti in gioco?
Sicuramente il fatto di aver ritrovato il mio allenatore, colui che mi ha guidato anche con l’Alessandria, ma la differenza l’ha fatta il blasone e l’importanza di una piazza come Piacenza. Mi hanno voluto e mi sono sentito onorato, dal momento che venivo da 4 mesi in cui ero fuori lista con l’Alessandria. Questo mi ha dato grandi stimoli.
Martedì scorso il Piacenza ha battuto la Virtus Verona per 1 a 0, e adesso vi ritrovate noni nel girone A di Serie C a quota 29 punti. Potreste ambire ai primi posti della classifica? Quale obiettivo vi siete posti per questa stagione?
C’è molto da lavorare, perché siamo una squadra molto giovane e non possiamo fare voli pindarici. La classifica é molto corta, e alla base ci deve sempre essere l’umiltà della squadra che deve lottare per raggiungere il massimo. L’obiettivo che ci siamo prefissati é quello di migliorare rispetto allo scorso anno, in cui il Piacenza ha raggiunto una grandissima salvezza nel rush finale di stagione. Quest’anno, quindi, puntiamo ad un grande risultato, siamo un gruppo che ama le sfide: saremo felici se il risultato sarà quello di disputare i play-off, ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di un campionato molto difficile e che dobbiamo lavorare ancora tantissimo.
Il 5 febbraio giocherete in trasferta contro il Legnago Salus. Sarà la partita giusta per macinare altri preziosi punti e scalare ancora la classifica? Che gara dobbiamo aspettarci?
Ormai tutte le partite sono battaglie, perché il livello é abbastanza equilibrato, ad eccezione di Sudtirol e Padova che hanno qualcosa in più delle altre squadre. Tuttavia, anche lo stesso Padova ha faticato a vincere contro la Pergolettese, e ciò conferma quanto sia un campionato complesso. La nostra é una categoria in cui i giovani fanno la differenza, e questo comporta alti e bassi in ogni match. Contro il Legnago ci aspetterà una partita difficile, forse la più difficile, perché sulla carta ci danno per favoriti, ma é proprio questo l’errore da evitare. Dobbiamo essere una squadra umile, con la voglia costante di migliorarsi, e non dobbiamo sottovalutare in alcun modo l’avversario, perché il Legnago Salus ha delle pedine importanti. Molto dipenderà dal nostro atteggiamento.
Lecce é stata una parentesi importante nel tuo percorso calcistico, club con cui hai vinto 2 campionati, quello di C nel 2017-2018 e quello di B nel 2018-2019. Qual é il ricordo giallorosso più significativo per te?
Lecce é una parentesi bellissima della mia vita, perché é una piazza stupenda, della quale io sono innamorato. La considero la mia seconda città. Ho avuto la fortuna di approdare in giallorosso con la nuova società, e questo ci ha permesso di ripartire da zero e di creare un gruppo incredibile che si é rivelato vincente negli anni. Io e la mia famiglia siamo innamorati di Lecce. Mi lega a questa città una storia incredibile di amore puro.
Attualmente, la squadra giallorossa é prima in classifica in Serie B a quota 40 punti. Secondo te, saranno i salentini a conquistare la promozione in A quest’anno? Sono i candidati numero 1 nel campionato cadetto?
Non é sola. Il campionato di B é difficilissimo, e lo dimostra il fatto che squadre importanti e ben costruite come Parma e Spal si trovino in bassa classifica. Il Lecce ha un gruppo ben consolidato e sicuramente lotterà fino alla fine, ma c’è ancora molto da lavorare e non avrà vita facile. Io, ovviamente, faccio il tifo per loro.
Quale giocatore del Lecce credi stia dando qualcosa in questa stagione?
Coda, perché é un giocatore che fa la differenza. I dati e i gol parlano per lui. La società é stata molto brava a portare in giallorosso un bomber del genere in una piazza così importante. I tifosi si sono subito innamorati di lui. Coda é un giocatore che segna, ma che si prodiga anche per la squadra. Il Lecce é stato ben costruito dal direttore Corvino e da tutta la società, che conosco bene e che so come lavora. Ogni giocatore é stato scelto per il proprio valore umano e sportivo. Complimenti ai giallorossi.
Quale squadra ti sta stupendo maggiormente in Serie B?
Il Cittadella, che ogni anno riesce sempre a confermarsi, a stare sempre sul pezzo e a rimodellarsi con giovani interessanti, ma anche la neopromossa Ternana, poi Perugia e Brescia. Mi aspettavo qualcosa in più da Parma e Spal, perché erano state costruite per vincere, e invece ora dovranno faticare fino alla fine, perché quando ti trovi così in basso é sempre più difficile recuperare nel girone di ritorno.
Cresci nelle giovanili della Reggina, che nella stagione 2008-2009 ti inserisce ufficialmente tra i difensori della rosa in Serie A. Il 1º novembre 2008 debutti in Serie A contro l’Inter, poi una serie di parentesi in altri club e il tuo ritorno in amaranto dal 2010 al 2012. Cosa ha significato per te vestire la maglia della Reggina? Che ricordo ti lega alla piazza e alla società?
La maglia amaranto rappresenta per me il coronamento di un sogno. Tutti i ragazzini di Reggio Calabria e provincia hanno l’ambizione di indossare quei colori. Io ci sono riuscito, e ho coronato il sogno di giocare in Serie A, anche se solo per una partita, nel mio esordio contro l’Inter. A Reggio Calabria sono cresciuto, quindi la Reggina per me é tutto. Quando si é reggini, si é reggini nel sangue e nel cuore. L’esperienza amaranto mi ha temprato tanto, mi ha fatto crescere e diventare uomo, perché lasciare la famiglia a 13 anni non é stato semplice. Negli anni scorsi ho avuto la possibilità di tornarci, ma non sarebbe stata la scelta giusta, perché non c’erano le condizioni ideali per farlo. Non ci siamo ritrovati, purtroppo, ma la Reggina rimane la mia squadra del cuore.
Con l’Alessandria conquisti la promozione in B al termine della stagione 2020-2021, ma dopo il grande successo il club piemontese decide di metterti fuori rosa. Cosa é successo esattamente? C’è stato un confronto con la società o non c’è stato modo di chiarirsi?
Abbiamo raggiunto un obiettivo incredibile, la promozione in B mancava da più di 46 anni. Abbiamo costruito una nuova famiglia che ha raggiunto un grande successo. Purtroppo però, come spesso accade nel calcio, dopo una grande vittoria le cose cambiano in maniera repentina. Probabilmente io sono ancora legato al calcio di qualche anno fa, quello in cui i rapporti non cambiano nel giro di un mese. Nel caso specifico dell’Alessandria, la società e lo staff hanno cambiato idea su di me, e non mi hanno reputato un giocatore in grado di dare un contributo in Serie B. Queste visioni differenti e il fatto di non aver trovato un club negli ultimi giorni di mercato hanno fatto sì che io venissi messo fuori lista. In maniera molto tranquilla, in un confronto con l’allenatore e il direttore sportivo ho fatto presente che non mi é piaciuta la gestione della situazione. In ogni caso, credo che il calcio di oggi sia anche questo, talvolta tende a favorire i giovani e a penalizzare i giocatori con più esperienza, che vengono erroneamente considerati “vecchietti” o calciatori a fine carriera. Ma non é così, perché quando dentro il fuoco brucia ancora, passerà ancora del tempo prima di appendere le scarpette al chiodo. Comunque, successivamente ho avuto modo di chiarire con la società.
La squadra di Serie A che più ti piace per il calcio che sta esprimendo?
Devo dire l’Inter, sta esprimendo un grande calcio. Da milanista, purtroppo, bisogna dare merito ai nerazzurri, anche se il gioco del Milan mi sta piacendo molto.