Fabio Gallo a SuperNews: "Questo calcio non va nella giusta direzione. Tifo Atalanta, difficile prevedere dove allenerò"
Fabio Gallo, allenatore ed ex calciatore dell'Atalanta e non solo, si apre a 360 gradi in una delle nostre Super Interviste. Tanti i temi trattati: dal calcio business al mercato, dall'importanza delle bandiere ai temi sportivi attuali. E poi un pizzico di malinconia.
Nelle ultime ore SuperNews ha raggiunto telefonicamente l'allenatore ed ex calciatore Fabio Gallo, persona molto garbata ed intelligente che si è resa disponibile a rispondere alle nostre domande.
Mi piacerebbe impostare l'intervista in due parti: la prima in cui parleremo di te a livello professionale e la seconda nella quale ti chiederò un parere su alcune delle tematiche calcistiche attuali.
Volentieri.
Posso chiederti subito per quale squadra fai il tifo?
Diciamo Atalanta (sorride, ndr).
A quale allenatore ti ispiri ed a quale giocatore ti sei ispirato?
Quando fai questo mestiere prendi qualcosa da tutti o comunque ci provi. Da chi è più bravo ad attaccare la fase offensiva e da chi ha avuto maggiore successo in quella difensiva ti ispiri, invece, per quanto riguarda l'organizzazione del reparto arretrato. Mi piace pensare questo, che cioè abbia preso qualcosa da ogni allenatore che ho avuto in carriera e lo stesso anche come calciatore. Il segreto è saper cogliere il meglio da tutti.
Come vedi te stesso a livello professionale da qui a 2-3 anni? In che tipo di progetto o di progettualità?
E' una domanda difficilissima, perché dopo i 5 mesi passati a Foggia in quella maniera non pensavo di restare senza panchina. A volte si è scelti per i propri meriti, altre volte, invece, quando si fa male e viceversa quando si fa bene. Non c'è una regola precisa in questo mondo.
Il Napoli, secondo te, può ripetersi dopo la cavalcata dello scorso anno ed i cambiamenti estivi (allenatore, direttore sportivo e la cessione di Kim)?
La possibilità di ripetersi ce l'ha, ma parte comunque da una stagione in cui non ha sbagliato praticamente niente e per l'allenatore nuovo tutto ciò rappresenta una grande sfida. Di certo il Napoli partirà come una delle squadre favorite per lo scudetto, ma non sarà la sola.
Come vedi questo calcio sempre più business e soldi provenienti dai Paesi Arabi (che ci stanno "portando via" anche calciatori sotto ai 30 anni e quindi nel pieno della propria carriera) e sempre meno rispettoso per le bandiere (mi viene mente ad esempio il caso di Maldini al Milan)? Questa parabola cambierà direzione secondo te, oppure no?
Secondo me continueremo a scendere, il calcio giocato conta sempre meno. Mi viene in mente anche Totti che stava lì solo per il suo nome, ma senza essere operativo. E veniva chiamato in causa solo quando c'erano da risolvere determinati problemi della squadra. In società organizzate come aziende, non c'è più spazio per le bandiere.
Veniamo alla tua Atalanta, in cui sei stato sia calciatore che allenatore (delle giovanili). Koopmeiners è in questo momento al centro delle attenzioni di calciomercato. Ti chiedo quanto perderebbe l'Atalanta e quanto guadagnerebbe la Juve in un eventuale futuro prossimo bianconero?
Parliamo di un grande giocatore che si è completato a Bergamo, essendo cresciuto in tutti e tre gli aspetti: tattico, tecnico e fisico. Per l'Atalanta sarebbe, quindi, una grande perdita; per la Juve un rinforzo di sostanza e qualità, ormai di livello internazionale.
Chiudiamo l'intervista con una domanda di fantacalcio. Sei l'allenatore di una big di Serie A ed il tuo direttore sportivo ti chiede il nome del primo atleta da comprare, garantendoti una grande liquidità finanziaria: che nome fai?
Leao e Kvaratskhelia perché sono due che spostano gli equilibri, ma io vorrei che si desse più spazio a giocatori italiani, che vengono sacrificati anche quando di fronte hanno rivali stranieri non più forti di loro.