Intervista esclusiva a Alessandro Scanziani: "Juventus inferiore a Inter e Milan. Sampdoria? Fossi Pirlo cambierei modulo..."

La redazione di SuperNews ha intervistato l'ex esterno di Inter, Sampdoria, Como e Ascoli, nonché ex allenatore. Il testa a testa tra Inter e Milan per lo scudetto, lo scandalo scommesse e la crisi del Napoli. Il consiglio speciale al tecnico dei blucerchiati.

Il calcio italiano è alle prese con l’ennesimo scandalo. Il ciclone scommesse che ha coinvolto alcuni tra i giovani giocatori più in vista del movimento tricolore è scoppiato proprio durante la pausa dei campionati per gli impegni delle nazionali. A proposito di questo, e non solo, la redazione di SuperNews ha raggiunto Alessandro Scanziani, ex giocatore, tra le altre, di Inter e Sampdoria, ed ex allenatore.

Scanziani, che idea di sta facendo di questa nuova bufera che sta travolgendo il calcio italiano?

Osservo con la curiosità di sapere come andrà a finire. Perché premesso che un calciatore non può scommettere, farlo sui risultati della propria squadra sarebbe ancora più grave. Spero che tutto si chiuda nella maniera più positiva, per il momento non me la sento di dare la croce addosso a nessuno. Sappiamo tutti che un mio caro ex compagno di squadra come Paolo Rossi finì coinvolto nella vicenda scommesse per un’ingenuità. Chi fa il furbo deve essere punito, ma non facciamo di tutta l’erba un fascio.

Tornando al calcio giocato, la Serie A si è fermata con il sorpasso del Milan all’Inter. Nessuno lo avrebbe immaginato dopo il derby stravinto dai nerazzurri. Ritiene che i passi falsi dell’Inter contro Sassuolo e Bologna siano dipesi anche dal fatto che la rosa di Inzaghi è “corta” a livello di alternative in attacco?

Il calcio di oggi è molto diverso rispetto a quello dei miei tempi. All’epoca si giocavano 30 partite all’anno e solo la domenica, oggi ce ne sono 38 solo in Serie A, le Coppe hanno i gironi e la fase ad eliminazione diretta e poi si gioca tutta la settimana. Sono stato allenatore e non riesco a immaginare come facciano i tecnici di oggi a preparare una settimana tipo in questo modo. Non a caso gli staff tecnici oggi sono composti da tanti professionisti, una volta c’era allenatore, vice e un preparatore. Detto questo ritengo la rosa dell’Inter competitiva, poi non è possibile dosare troppo le forze.

A proposito dei tanti impegni, ritiene che per lo scudetto si possa già immaginare un testa a testa per lo scudetto tra Inter e Milan o la Juventus potrebbe essere avvantaggiata dal non giocare le Coppe?

In base a quanto visto finora Inter e Milan hanno qualcosa in più. Tornando a quanto si diceva prima sicuramente la Juventus potrà trarre vantaggio dal fatto di allenarsi tutta la settimana senza avere impegni, però il gap tecnico tra la rosa dei bianconeri e quella delle milanesi c’è. Il calcio è imprevedibile, ma sarei sorpreso nel vedere la Juventus lottare per il titolo.

Come vede la situazione che si è creata con Garcia al Napoli? Con quale spirito un tecnico lavora nella quotidianità dopo essere stato di fatto sfiduciato da giocatori e presidente?

Da osservatore di calcio mi dispiace per quello che sta accadendo al Napoli. Ero convinto che potessero fare una stagione importante, anche se magari non come quella dello scorso anno che era quasi irripetibile. Uno dei doveri di un allenatore è quello di dare fiducia ai propri giocatori. Un mio vecchio maestro, G.B. Fabbri, mi diceva “Se ti fossi chiamato Scanzianoski saresti lo straniero più forte della Serie A”. Parole così mi davano tanta carica, per lui mi sarei buttato nel fuoco. A Napoli non mi sembra che tutti stiano dando il 100% per il proprio allenatore. Io sono contrario agli esoneri, ma se la situazione resta così non sono ottimista per Garcia. Quando il rapporto tra allenatore e giocatori non è buono cacciare il tecnico è più facile che cambiare 30 elementi.

Molto diversa è la situazione della “sua” Sampdoria. Andrea Pirlo gode della fiducia della società, ma la classifica è molto preoccupante. Secondo lei la rosa non è all’altezza di lottare per l’immediato ritorno in A o l’allenatore ha qualche responsabilità?

Io da tecnico non sono mai riuscito ad impormi evitando di far tenere, o acquistare, giocatori che ritenevo importanti. Detto questo, se fossi Pirlo cambierei sistema di gioco. Lui attua un 4-3-3 molto offensivo, soprattutto in casa la squadra spinta dai tifosi va all’attacco con tanti giocatori e finisce per farsi trovare troppe volte scoperta. Aggiungiamoci che ci sono tanti giovani al debutto ad alti livelli e che la qualità media della squadra non è elevata. Premetto che io giudico dall’esterno, senza neppure vedere gli allenamenti, ma secondo la mia esperienza Pirlo dovrebbe essere più cauto e schierare una difesa a cinque piuttosto bloccata per almeno 4-5 partite, con tre giocatori a protezione della difesa e due attaccanti. Se blindi la difesa la squadra prende fiducia e fai almeno cinque punti per ripartire, poi metti che là davanti si inventino qualcosa e si riesce a vincere qualche partita. Retrocedere sarebbe sportivamente drammatico, quest’anno è fondamentale quantomeno mantenere la categoria per poi progettare con calma la risalita.

Tutt’altro il clima che si respira a Como. La proprietà è molto solida e sta tornando l’entusiasmo tra i tifosi. Pensa possa essere l’anno giusto per tornare in Serie A?

Con il mio amico Ivano Bordon dico spesso che mi piacerebbe rivedere in A tutte insieme le squadre alle quali sono più legato, Ascoli, Como, Genoa, Inter e Sampdoria. Sarebbe bello soprattutto per le tifoserie. Non so se il Como possa essere già pronto per salire quest’anno, ma credo che entro un paio di stagioni ci siano tutte le condizioni per farcela. Però quando vedo proprietà straniere qualche domanda me la faccio. Io ho giocato per presidenti-tifosi come Mantovani e Rozzi, che investivano anche per passione. Se non sei tifoso mi chiedo cosa ci possa essere dietro se non la volontà di guadagnarci… Comunque a Como c’è la volontà di fare le cose per bene, quindi bene così.