Intervista esclusiva a Gaetano D'Agostino: "Bravo Dybala, scelta di cuore. Inter favorita, ma occhio alla Juve. L'Udinese ritornerà grande"

Intervista esclusiva della nostra Redazione a Gaetano D'Agostino. Nato a Palermo, è cresciuto nel settore giovanile della squadra rosanero dal 1990 al 1998. Entra a far parte della Roma a 16 anni, esordendo in Serie A nella stagione dello Scudetto giallorosso. L'esperienza più significativa l'ha vissuta con l'Udinese in cui militò per quattro stagioni. Carriera contraddistinta anche grazie alla maglia di Bari, Messina e Fiorentina.

Intervista esclusiva della nostra Redazione a Gaetano D'Agostino. L'ex calciatore ha condiviso i propri pensieri sulle squadre in cui ha vissuto gran parte della propria carriera, tra cui la Roma e l'Udinese. Egli annovera anche esperienze con Siena, Pescara, Benevento, Fidelis Andria e Lupa Roma. Non sono mancate interessanti osservazioni anche sul campionato cadetto e sulla Serie C.

Gaetano, buongiorno. Grazie per aver accettato l'invito della nostra Redazione.

Lei ha avuto la bravura e la fortuna di far parte della Roma dello Scudetto. Quella di De Rossi, invece, ha iniziato con un punto in due gare. Alla prossima di campionato c’è già il big match Juventus-Roma. Quale gara aspettarsi? Inoltre, qual è il giudizio personale su entrambe le squadre?

Sarà una partita molto difficile per la Roma, questo perché incontrerà una Juventus partita a mille. Due vittorie con altrettanti risultati netti ha dato un grande entusiasmo a tutto all'ambiente. Inoltre, si è già vista la mano di Thiago Motta sul gioco, esprimendo un buon calcio, oltre che ad aver dato subito spazio a diversi giovani interessanti. Il valore aggiunto del nuovo allenatore della Juventus sta anche nel puntare su chi è davvero bravo, indipendentemente dall'età. I risultati, tra l'altro, gli stanno dando piena ragione, vuol dire che ha visto giusto su individualità come Mbangula con il Como e Savona con il Verona. Per cui, giocherà anche in casa e sarà molto concentrata, mentre la squadra di De Rossi arriverà con un morale piuttosto dimesso, oltre che in un clima di incertezza per via del calciomercato. Roma è una città in cui i tifosi vogliono sempre il massimo dalla propria squadra e ottenere un altro risultato negativo può creare serie pressioni a tutti. Però, il calcio è sempre imprevedibile, per cui la Roma sa che non può sbagliare ulteriormente e proverà a invertire questo inizio di stagione molto deludente.


Lei cosa avrebbe scelto al posto di Dybala, in relazione alla vicenda che l’ha visto protagonista nelle ultime settimane del calciomercato? Arabia o Roma?

A essere sincero, ci avrei pensato mille volte sul da farsi (ride, ndr). Inutile dire che 75 milioni di euro sono una cifra monstre, ma è pur vero che nella vita di un calciatore non esistono soltanto i soldi. Soprattutto per chi, come me, ha una famiglia, gli affetti hanno la priorità su tutto, anche su affari di questa portata. Restano scelte soggettive, ma è pur vero che il bene delle persone care non vale tutti i soldi del mondo, secondo me. Ribadisco, i soldi sono importanti e tutti i calciatori valutano bene le migliori offerte durante la propria carriera, ma nel caso di Dybala credo che ci sia stato qualcosa che andasse oltre la convenienza economica. Vivere a Roma non è come vivere in Arabia, ci sono tante differenze tra i due luoghi e credo che lui abbia seriamente valutato questo aspetto.

E' stata una scelta di cuore, molto coraggiosa. Quindi, gli faccio i complimenti, perché è stato un esempio che può spezzare questa tendenza dei tanti calciatori che restano abbagliati da cifre faraoniche dei club arabi sul finire della carriera. Se è vero che la moglie di Dybala è riuscita a convincerlo a rinunciare a questa offerta incredibile, direi che è stata molto brava e coraggiosa anche lei. Non è da tutti, anzi, per cui questi modelli vanno soltanto elogiati e tramandati.


Quattro stagioni per Gaetano D’Agostino nell’Udinese. Che impressioni ha avuto su Kosta Runjaić e su questo inizio di campionato del club friulano? In quale parte della classifica la colloca?

Direi che la salvezza resta il chiaro obiettivo di questa squadra, anche quest'anno. A differenza dello scorso anno, credo che l'aritmetica per la permanenza possa arrivare con alcune giornate di anticipo, senza dover soffrire fino all'ultimo secondo dell'ultima giornata. Iniziare con entusiasmo è una cosa molto bella, oltre che di grande aiuto. Pareggio a Bologna e vittoria in casa con la Lazio, quattro punti che possono accrescere l'autostima di tutti e far lavorare meglio anche il nuovo allenatore, Mister Runjaić, che vedo davvero molto determinato. Predilige la forza del gruppo e questo mi piace. Un plauso lo faccio anche a Gökhan Inler che sta lavorando con grande qualità al progetto dell'Udinese nelle vesti di direttore sportivo.

E' un club che resta di riferimento per tutti e mi auguro di cuore che l'Udinese potrà raggiungere quei risultati importanti di un tempo, puntando non soltanto a una salvezza tranquilla ma a osare di più, come può essere il raggiungimento di un piazzamento in Conference League. L'Udinese merita di ottenere grandi risultati e può togliersi belle soddisfazioni a partire già da quest'anno, ma lo dovrà fare restando con i piedi per terra, una caratteristica che ha sempre contraddistinto questa squadra e questa società.

Tra i singoli, c'è Florian Thauvin che mi piace molto; non è un caso che sia diventato il fulcro della squadra del nuovo allenatore, affidandogli anche la fascia di capitano. E' un elemento su cui l'Udinese dovrà fare affidamento per alzare la qualità del gruppo. Se Runjaić riuscirà a preservarlo a dovere, credo che diventerà presto un grande calciatore.


Altra squadra di cui Lei ha indossato la maglia è quella della Fiorentina. Cosa sta piacendo e cosa meno di questa squadra di Raffaele Palladino?

Per questa nuova Fiorentina ci vuole del tempo, inutile nascondersi. Palladino si è preso un'eredità importante come quella di Italiano, un allenatore che, malgrado non sia tra quelli che prediligo, ha fatto cose importanti. Ci sono stati diversi cambiamenti nella rosa e per conoscersi bene e trovare degli equilibri tra le parti occorre pazientare, non c'è altra soluzione. Nuovi principi di gioco e nuova mentalità. Palladino predilige l'aggressività e la rapidità nella conquista del pallone, a differenza di Italiano che prediligeva di più il possesso. Del resto, le prime gare della Fiorentina sono terminate tutte con un pareggio, vuol dire che ci sono dei meccanismi che, naturalmente, necessitano di maturare con i giusti tempi, ma si sono viste anche tracce di una personalità che man mano emergerà.

Il potenziale per fare bene è davvero alto. E' una persona molto pacata ed equilibrata ed è proprio l'equilibrio ciò che occorre a questa squadra per raggiungere risultati importanti. Credo che ci siano tutti i presupposti per tentare nuovamente un piazzamento o per la Conference League o per l'Europa League. Resto fiducioso per questa Fiorentina.

In ottica Scudetto, l'Inter resta la favorita anche per questo campionato?

Sì, credo che l'Inter parta anche quest'anno con i favori del pronostico, perché è la squadra più completa e con più esperienza. Tanti calciatori di qualità e un allenatore che ha dimostrato le proprie capacità con i risultati. Quest'anno, tuttavia, credo che la lotta per lo Scudetto sarà molto più combattuta rispetto alla passata stagione, dove la squadra di Simone Inzaghi ha vinto in larghissimo anticipo. E' probabile che l'antagonista principale sarà la Juventus, per cui bisogna tenere d'occhio una squadra che avrà tanta voglia di riemergere e tornare a vincere. Sarà una bella lotta tra le due e vedremo un campionato più avvincente.


Anche il Bari nella carriera da calciatore di Gaetano D’Agostino. Ci sarà da soffrire come lo scorso anno oppure il pareggio in extremis di Kevin Lasagna nell’ultima gara contro il Sassuolo può essere un chiaro segnale di ripartenza per obiettivi più prestigiosi?

C'è da premettere che a Bari si sta vivendo una situazione molto delicata in un clima piuttosto pesante e difficile per chiunque, ma, personalmente, non mi piace il profilo dell'allenatore attuale, Moreno Longo. Non mi sta convincendo il suo lavoro, perché sto vedendo poche idee, una squadra troppo lunga che punta tutto sulle qualità e sulle giocate del singolo. Non vedo un collettivo unito e organizzato, una componente che per una squadra che milita in Serie B è fondamentale. Sono miei pareri, naturalmente, e potrei anche sbagliarmi.

Dopo la gara persa contro il Cagliari nella finale dei Playoff di due anni fa, c'è stata un'involuzione incredibile, con una programmazione molto approssimativa, pressoché nulla, tant'è che lo scorso anno si è rischiato grossissimo. Trovo che sia una cosa triste vedere un Bari in queste condizioni, se si pensa a cosa si stava raggiungendo fino a pochi anni fa. Spero che si riuscirà a venirne fuori da tutte queste difficoltà, con figure motivate e all'altezza del nome di questo club.


Quali impressioni Lei ha avuto, invece, nei riguardi del Palermo?

Palermo è una grandissima piazza, con un potenziale enorme e una società alle spalle con una grande forza economica. L'aspetto che mi lascia molto perplesso è relativo proprio alla programmazione societaria; in altri termini, non riesco a comprendere quali obiettivi siano stati posti per questa squadra, quali siano le reali ambizioni. Nonostante l'arrivo di nomi importanti, come quello di Morgan De Sanctis, ci sono dei punti interrogativi intorno a questo club. Spero di sbagliarmi e che nel corso di questo campionato il Palermo riuscirà ad emergere come hanno fatto, ad esempio, il Parma e il Como nella passata stagione in cadetteria.


Per Lei anche un passato nel Messina di Bortolo Mutti, nella stagione 2005/06. Che effetto fa vedere la tensione tra il Presidente Sciotto e i tifosi, con il primo che chiede di sospendere la protesta per evitare ulteriori ripercussioni?

Sono convinto che i tifosi del Messina abbiano motivazioni valide per portare avanti la loro protesta, vuol dire che c'è qualcosa di vero che li sta portando a stancarsi e a vivere una condizione destabilizzante. E' probabile che siano state troppe le promesse fatte e non mantenute. E' un loro diritto contestare, purché sia svolto tutto pacificamente, questo è fuori discussione. Conosco l'ambiente calcistico di Messina ed i tifosi, anche perché ho giocato in questa bellissima città. Sono stati sempre vicini alla squadra e pronti a sostenerla, anche quando i risultati non arrivavano. Si possono anche non ottenere risultati sul campo ma per un tifoso l'aspetto più importante è la chiarezza da parte della dirigenza del club, qualunque essa sia. Il rispetto viene prima dei successi sportivi. Comprendo anche la posizione del Presidente che vorrà fare il bene del Messina, ma credo che i tifosi abbiamo il diritto di contestare. Spero che tutto si potrà risolvere con il dialogo tra le parti e la chiarezza, soprattutto.


Oltre al Messina in cui ha militato, qual è la Sua impressione sulla Serie C, in particolare del Girone C? Quali club lotteranno per vincere il campionato?

Nel Girone C ci sono sempre diverse squadre che se la giocano. Tante piazze importante, tanta concorrenza. E' un campionato molto logorante e imprevedibile, per cui è difficile fare nomi con certezza. ll Benevento è partito bene, ma dovrà lottare tantissimo, come toccherà allo stesso modo all'Avellino, al Crotone, al Catania. Sono tante le componenti che possono essere decisive alla fine della stagione e non è detto che quelle più forti sul profilo economico riescano ad avere la meglio. Investire e spendere tanto non è sinonimo di risultato garantito. I risultati li porta il campo e tenere gli equilibri in una squadra di Serie C è davvero molto difficile.

Molto bene! E' stato gentilissimo per aver condiviso i Suoi pensieri, Gaetano. Grazie per questa bella intervista, augurandoci di risentirLa prossimamente.

"Il piacere è stato mio. Grazie a Voi!"