Intervista esclusiva a Fulvio Collovati: “Una sciocchezza mandare via De Rossi. Inzaghi? Un genio. Fonseca non ha grosse colpe”
Fulvio Collovati ha rilasciato ai nostri microfoni delle dichiarazioni in merito alle sue ex squadre da giocatore: l'esonero di De Rossi, il cammino di Simone Inzaghi all'Inter, la situazione del Milan, il momento dell'Udinese e la reazione del Genoa alla perdita di due calciatori big sul mercato.
Nelle ultime ore abbiamo raggiunto, in esclusiva, Fulvio Collovati. L’ex difensore della nostra Nazionale (con la quale ha vinto il Mondiale del 1982) è cresciuto nel Milan e, oltre che nella squadra rossonera, ha giocato nella sua brillante carriera anche con le maglie di Inter, Roma, Udinese e Genoa.
Con lui abbiamo affrontato i temi principali del nostro calcio, proprio collegandoci alle compagini in cui ha militato da calciatore.
Salve Fulvio Collovati. Due parole sull’esonero di Daniele De Rossi: si aspettava un epilogo del genere nella storia tra Capitan Futuro e la Roma?
No, è stato un fulmine a ciel sereno, anzi, oserei dire un esempio di dilettantismo allo stato puro. Prendere una decisione del genere, dopo soltanto 4 partite, mi fa dire che c’è qualcosa che non quadra.
Penso per esempio a chi ha fatto la squadra ed ho delle perplessità. A chi ha fatto sì che nella rosa ci siano dei doppioni come Dybala e Soulé (a Genova, ad esempio, ha giocato solo uno dei due).
La scelta di mandare via De Rossi è, con certezza, una decisione sciocca.
I tifosi giallorossi non hanno preso bene la decisione della società e, ancor meno, la scelta del sostituto. Si aspettava anche lei un nome diverso e cosa può dare Juric alla Roma?
Juric non ha colpe, un’occasione come quella di allenare la Roma non si rifiuta. Ora però si ritroverà di fronte un ambiente ostile, che non ha preso bene la scelta di esonerare De Rossi. Il pubblico sarà ostile anche se i giallorossi non cominceranno a vincere, non ti perdonerà nulla. Il tecnico croato rischia di diventare un facile bersaglio.
Tornando per un attimo a De Rossi, credo che la scelta di mandarlo via parta dalla stagione scorsa ed è una decisione, ripeto, frettolosa e che non condivido.
Simone Inzaghi, derby a parte, si sta confermando uno degli allenatori più bravi nel panorama europeo. Lo vede per tanti anni ancora all’Inter (attuale contratto in scadenza nel 2026) o pensa che sia destinato presto ad una squadra big internazionale?
L’Inter è già una big internazionale. I risultati, che potrebbe ottenere con le big della Premier e della Liga, sono convinto che li possa raggiungere anche con la compagine nerazzurra, che gioca un calcio totale. Sì, totale come l’Olanda degli anni ‘70 e ’80. Lo dico da molto tempo.
Si parla tanto di costruzione dal basso, ma Inzaghi sono anni che costruisce dal basso con Bastoni e non solo, con Calhanoglu e Barella che scalano in copertura, grazie ad una sinergia di movimenti straordinari, che regala il suo gioco.
Fonseca–Milan: giusto mettere subito in discussione anche lui, o forse in Italia ci dimostriamo ancora una volta troppo ingenuamente frettolosi nel giudicare gli allenatori?
Io ho commentato la partita Milan-Liverpool e posso dire che la colpa è di chi ha fatto la squadra e se ne deve assumere la responsabilità. Se l’ha fatta Ibrahimovic, ad esempio, non è colpa di Fonseca.
La squadra paga la fragilità difensiva (con il Liverpool potevano prendere 6 goal). L’attacco è ok, ma a centrocampo manca un play. Reijnders, l’unico a poter ricoprire quel ruolo, è stato spostato più avanti. Certo i rossoneri pagano anche la sfortuna che si è fatto male Bennacer ma, a mio modo di vedere, la squadra è stata costruita male.
L’Udinese, dopo la salvezza in extremis dello scorso anno, è partita alla grande: può rappresentare la squadra rivelazione della stagione?
Devo ammettere che, per quanto riguarda l’Udinese, conosco poco sia i giocatori che l’allenatore. Certo è che si sta dimostrando una delle squadre rivelazioni della prima parte di Campionato, ma confermarsi per tutta la stagione non sarà affatto facile.
Una squadra che si confermerà in maniera continuativa è senz’altro l’Atalanta, che rappresenta ormai una realtà del nostro calcio.
Ammiro molto Gilardino: riuscirà il Genoa, grazie al suo lavoro ed all’organizzazione di gioco, ad ammortizzare bene le due cessioni eccellenti in avanti di Retegui e Gudmundsson? A cosa può puntare il Grifone in questa stagione?
Il Genoa l’anno scorso ha chiuso il Campionato ad un passo dal decimo posto e l’obiettivo deve essere quello di migliorare l’ultimo piazzamento, ma senza quei due sarà dura riuscirci.
Anch’io, come lei, stimo Gilardino che è bravissimo, ma va messo nelle condizioni di poter emergere e senza quei due (Retegui e Gudmundsson,ndr) diventa complicato.