Intervista esclusiva a Nicola Amoruso: “Che lotta per lo scudetto, vi spiego la differenza tra Roma e Fiorentina. Conte ha ragione sul VAR, ma…”

In quest'articolo vi presentiamo l'intervista esclusiva realizzata con Nicola Amoruso. L'ex attaccante del nostro Campionato ha detta la sua sulla lotta scudetto e le possibili sorprese in quest'ambito, il momento di Juventus, Roma e Fiorentina, le parole di Conte e la situazione della "sua" Reggina.

Nelle ultime ore abbiamo avuto il piacere d’intervistare l’ex attaccante della Juventus Nicola Amoruso. Nella sua lunga carriera ha avuto l’opportunità di giocare con tante squadre, da Nord a Sud dell’Italia. Ha vinto molto con i bianconeri e non solo: tre Campionati, una Coppa Italia (con la Sampdoria), una Supercoppa Italiana, una Coppa Intercontinentale ed una Supercoppa Europea, oltre che un Europeo Under-21.

Con lui ci siamo soffermati sugli argomenti principali del nostro calcio, toccando anche quelli di alcune delle sue ex squadre.

Salve Nicola Amoruso. Al vertice della Serie A troviamo sei squadre in due punti: chi sceglie come favorita per lo scudetto? E, secondo lei, ci può essere una grossa sorpresa quest’anno: cioè, almeno una tra Atalanta, Lazio e Fiorentina può arrivare a giocarsi il titolo fino in fondo?

Finalmente assistiamo ad una bella lotta per il vertice e, credo, che ce la porteremo avanti per un bel pezzo. Tante squadre a contendersi lo scudetto, il Napoli ha qualche possibilità in più perché, senza coppe europee, può risparmiare tante energie fisiche e mentali.

Erano anni che non si assisteva ad un Campionato così interessante: come sorpresa per lo scudetto dico Atalanta, anche se ormai non è più una sorpresa. È una squadra che può fare miracoli sportivi, quindi mi aspetto di tutto dalla Dea.

Si aspettava di più dalla Juventus, in ambito Campionato e Champions League, in questo inizio di stagione?

No, sta vivendo un passaggio normale e fisiologico, con un allenatore nuovo e giovane. C’è bisogno di tempo per lavorare, ma hanno intrapreso un percorso giusto, con alle spalle un Giuntoli che rappresenta un eccellente uomo di calcio. È lui il vero grande acquisto della Juve.

Per Nico Gonzalez sarà difficile riprendersi il posto da titolare, ora che tornerà a disposizione, con questo Francisco Conceicao?

Sì, perché, quando è entrato o ha giocato dall’inizio, Conceicao sì è dimostrato veramente forte. Nico Gonzalez può ricoprire, però, anche altre posizioni in campo, essendo un calciatore duttile ed utile in diversi ruoli. Servono abilità e classe alla Juventus, quindi possono coesistere. Thiago Motta è un allenatore, infatti, che ha bisogno di qualità per la sua tipologia di gioco.

Si sente di condividere lo sfogo di Conte sul VAR o magari, come ha detto Marotta, si tratta solo di un’abile strategia comunicativa?

Antonio ha ragione, ma vale per tutti, sia negli episodi a favore che contro. Io sono certo e convinto che il VAR debba incidere in tutte le situazioni dubbie, su ogni errore. Nell’episodio specifico di Milano non era rigore, come non lo era, però, a favore del Napoli nel match di Empoli.

I giocatori non si buttino al minimo contatto, il calcio è un gioco maschio; ora che sanno, invece, che concedono spesso il penalty in certe situazioni, si lasciano andare.

Ma per quanto riguarda l’uso del VAR, io la penso come Conte e, cioè, che debba intervenire sempre.

Le propongo il confronto Roma-Fiorentina: dopo 4 giornate entrambe le compagini hanno solo 3 punti in classifica. La Roma cambia allenatore, la Fiorentina rinnova la fiducia a Palladino. I risultati successivi sono sotto gli occhi di tutti: li dobbiamo, quindi, imputare alle due differenti gestioni societarie?

De Rossi è stato mandato via senza motivo. Qualche problemino ce l’aveva, ma non mi sembrava insormontabile. Poi, era la sua squadra quella costruita in estate, mandarlo via così è un affronto al calcio ed a De Rossi stesso. Alcune decisioni prese dalla Roma lasciano a desiderare.

Bene ha fatto, invece, la Fiorentina con Palladino ed ora vola. Agli allenatori bisogna stare vicino e dare fiducia, non mandarli via come capro espiatorio al primo problema.

Nicola Amoruso, lei è stato tanti anni alla Reggina. Ora è in Serie D, ma il suo resta un pubblico da Serie A. Può essere, secondo lei, questa la stagione giusta come l’inizio della risalita per i calabresi?

Vedere la Reggina nei bassifondi da così tanto tempo mi fa piangere il cuore. Tutto dipende dalle solide basi della società: spero che qualcuno con queste caratteristiche ci sia oggi o si faccia avanti domani. Perché il pubblico non è nemmeno da Serie B, ma proprio da Serie A, come ha fatto notare giustamente anche lei.