Intervista esclusiva a Fernando Orsi: "Inter tra le più forti d'Europa, Inzaghi grande allenatore. Lazio? Tutti hanno le proprie responsabilità. Fàbregas fa bene a..."

Intervista esclusiva della nostra Redazione a Fernando Orsi. Cresciuto nelle giovanili della Roma, esordisce da professionista con il Siena in Serie C2 e vi resta per una stagione; nelle successive due, invece, approda nella categoria superiore con la maglia del Parma. Nel 1982 avviene il passaggio alla Lazio, con la quale ottiene la promozione in massima serie al primo anno in biancoceleste. Diversi gli anni vissuti nel club capitolino sia da titolare che da riserva, dal 1982 al 1985 e dal 1989 al 1998. A cavallo di questi due periodi, c'è l'esperienza di quattro campionati con l'Arezzo. Al termine della carriera da calciatore, diventa prima allenatore dei portieri della Lazio dal 1999 al 2001, poi vice di Roberto Mancini all'Inter dal 2002 al 2004.

Intervista esclusiva della nostra Redazione a Fernando Orsi. L'ex portiere, nativo di Roma, ha espresso il proprio parere su vari temi che riguardano il calcio italiano, soffermandosi, in particolare, sulla squadra con la quale ha contraddistinto la propria carriera, la Lazio. Non sono mancate osservazioni interessanti sulla stagione di diversi club dell'attuale massimo campionato italiano, dall'Inter di Simone Inzaghi al Parma di Cristian Chivu, oltre che dire la propria sulle condizioni della Juventus allenata da Thiago Motta e una dichiarazione rilasciata, di recente, da Cesc Fàbregas.

Fernando, grazie per aver accettato l'invito della nostra Redazione.

Ultima giornata di campionato conclusasi con il posticipo Atalanta-Inter. Risultato finale di 0-2, con le reti di Carlos Augusto e Lautaro Martinez. A nove giornate dal termine, quale significato assume questa vittoria per la squadra di Simone Inzaghi?

Anche questa gara ha rappresentato la conferma di un'autorità che l'Inter possiede nei momenti topici del campionato. Ha vinto uno scontro diretto molto difficile con una grande forza d'animo, dimostrando, per l'ennesima volta, di essere la più brava. Quando arrivano i momenti clou della stagione e c'è da fare la resa dei conti, dimostra di essere quella più pronta e determinata sul profilo mentale. Nonostante l'Atalanta abbia cercato di giocare a viso aperto ed essere arrembante, l'Inter ha controllato tutte le fasi con grande personalità, riuscendo a limitare il gioco avversario con una certa disinvoltura.

Merita ampiamente il primo posto, anche se la corsa per lo Scudetto non è affatto conclusa. Con questa vittoria di Bergamo, però, ha dato una bella zampata, considerando anche che il Napoli ha steccato la gara di Venezia. D'ora in avanti, sia il Napoli che l'Atalanta dovranno preoccuparsi di recuperare e di non compiere ulteriori passi falsi. È vero che l'Inter avrà un calendario molto fitto subito dopo questa sosta, per cui potrebbe lasciare qualcosa in campionato, ma resta che le sue rivali saranno chiamate a dare il massimo per cercare di recuperare terreno, la qual cosa non è affatto scontata.

Primo posto provvisorio in campionato con 64 punti, semifinali di Coppa Italia e quarti di finale di Champions League. L'Inter di Simone Inzaghi può essere in grado di eguagliare quella di José Mourinho della stagione 2009/10?

Non lo so se riuscirà a compiere un'impresa del genere, però ci proverà di sicuro. Conosco bene Inzaghi e so benissimo quanto lui sia determinato a raggiungere sempre tutti gli obiettivi di stagione. È già da diversi anni l'allenatore di questa squadra, ma lavora sempre con la massima concentrazione per cercare di vincere tutte le partite. D'altronde, la mentalità delle grandi squadre è questa e l'Inter sta dimostrando di esserlo già da tempo. In casa nostra c'è la tendenza ad incensare le squadre estere, come il Liverpool, il Barcellona o il Real Madrid, ma in Italia c'è una squadra che può essere catalogata tra quelle più forti d'Europa.

Arriva il periodo più intenso e difficile, perché, oltre alle ultime di campionato, ci saranno i quarti di finale contro il Bayern Monaco e le semifinali di Coppa Italia contro il Milan, due derby incerti che daranno grande adrenalina a entrambe. La stanchezza è un fattore fisiologico e vale anche per una grande come l'Inter, ma, nonostante le tante partite giocate finora, mi sembra di vedere una squadra ritornata ai suoi livelli più alti, dopo un breve periodo di debacle.

L'Inter sta riuscendo a smentire quelle voci secondo cui giocare tante gare ravvicinate può essere, alla lunga, uno svantaggio sul rendimento stagionale, secondo Fernando Orsi?

Difatti, non mi sembra che l'Inter stia subendo delle conseguenze negative dal fatto che giochi così tante partite. È da diversi mesi che sta alternando le gare di campionato con quelle settimanali nelle coppe, eppure i numeri dicono che ne ha vinte tante e sta mantenendo un rendimento ad alti livelli. Le sue antagoniste, nonostante abbiano giocato meno, hanno fatto registrare qualche passo falso di troppo. Occorre ricordare che Atalanta ha compiuto degli exploit importanti, come quelli contro il Napoli e la Juventus fuori casa, ma ha anche pareggiato gare interne contro il Cagliari e il Venezia e perso quella contro il Como. Si può dire lo stesso del Napoli che, nelle ultime settimane, ha perso punti importanti e ha rallentato di molto la sua corsa.

Per essere lì in alto, significa che ci sono grandi doti fisiche e mentali per concentrarsi su tutte le partite. Oltre ai giocatori, c'è anche la qualità di un allenatore che è cresciuto progressivamente e sta dimostrando di saper gestire il gruppo nei minimi dettagli. È da quattro anni all'Inter e mi sembra che abbia portato dei risultati importanti: uno Scudetto, una finale di Champions League e varie coppe nazionali. Può soltanto migliorare, con la possibilità concreta di raggiungere ulteriori traguardi.

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"Non usciamo ridimensionati, abbiamo giocato alla pari contro una squadra fortissima, ma la gara è stata rovinata da una decisione assurda (espulsione di Éderson, ndr)". Sono alcune delle dichiarazioni di Gian Piero Gasperini nel post gara contro l'Inter. Quanto condivide queste parole?

È giusto che Gasperini esprima quello che pensa, poi le opinioni possono essere condivisibili o meno. Non credo che quell'episodio sia stato decisivo per indirizzare il risultato finale, perché non mancava molto tempo alla fine e l'Inter stava gestendo la gara con grande sicurezza, nonostante il solo gol di vantaggio. La vittoria è stata ottenuta con merito, giocando bene su un campo difficilissimo per qualsiasi squadra.

L'Inter ha dimostrato la propria superiorità su un'Atalanta che, forse, ha sentito troppo l'emozione di poter vincere una gara che avrebbe significato il primo posto. Il campo ha dato ragione a Inzaghi e ai suoi giocatori e, per quanto sia importante giocare in parità numerica, credo che la decisione dell'arbitro non abbia inciso in maniera determinante sull'andamento della gara.

Dopo la vittoria contro la Fiorentina al "Diego Armando Maradona", arriva il pareggio a reti inviolate sul terreno di gioco del Venezia. Qual è il giudizio personale sulla stagione della squadra allenata da Antonio Conte?

Se si considerano i numeri dei mesi di febbraio e marzo, quella contro la Fiorentina è stata l'unica vittoria. La squadra ha palesato delle difficoltà, dopo una cavalcata incredibile fino alla gara vinta contro la Juventus. A Venezia ha sciupato una grande occasione per non staccarsi ulteriormente dall'Inter, però ritengo che il percorso del Napoli sia, complessivamente, davvero buono. Resta fuori discussione che, se intende competere per lo Scudetto, dovrà tornare a vincere, come ha dimostrato di saper fare fino a fine gennaio.

Potrebbero confluire diversi motivi sul rendimento del Napoli nelle ultime giornate. Ci sono stati diversi infortuni che hanno condizionato l'assetto tattico, per ultimo quello accorso a Neres; un calo fisico e mentale dell'intera squadra è fisiologico, perché è andata fortissimo per molto tempo; la partenza di Kvaratskhelia, poi, non è stata così facile da archiviare, perché era uno di quei giocatori pronto a inventare la giocata per fare goal, mostrandosi un po' in difficoltà nell'inserimento delle azioni manovrate d'attacco volute da Conte.

Nonostante questi ostacoli, il Napoli resta a tre punti dall'Inter, quindi in campionato è ancora tutto apertissimo. Il suo allenatore sta svolgendo un grandissimo lavoro, per cui gli vanno soltanto riconosciuti i meriti per il rendimento che sta ottenendo con questa squadra.

Marco Baroni, nel post gara di campionato contro il Bologna, ha ammesso tutte le proprie responsabilità per il 5-0 subito. Secondo Fernando Orsi, quali sono stati gli sbagli compiuti dall'allenatore biancoceleste?

Quando si prendono cinque reti in quella maniera, i demeriti sono di tutti. È giusto che Baroni si prenda tutte le responsabilità e, da bravo allenatore qual è, ci mette la faccia, ma in campo ci vanno pur sempre i suoi giocatori. Specialmente quando certe gare prendono una direzione non buona, è importante che ci sia qualcuno all'interno della squadra pronto a gestire i momenti critici. Non si è visto un solo giocatore che intervenisse a dare una strigliata, è accaduto sia nella gara di Bologna che in quella contro l'Inter di qualche mese fa. Non è possibile spegnere la luce proprio in partite di così grande importanza.

Credo che la stanchezza c'entri poco, perché qualche settimana fa la Lazio vinse contro il Milan credendoci fino all'ultimo secondo, mentre contro il Viktoria Plzeň è riuscita a portare via una grande vittoria in nove, addirittura. C'è stata una mancanza di energie sul profilo mentale, è un aspetto che va rivisto e discusso all'interno dello spogliatoio, perché, al di là degli errori che può commettere un allenatore, gli stessi giocatori devono porsi degli interrogativi su certe prestazioni in campo.

È stata la cosiddetta "giornata storta" oppure dalla gara di Bologna emergono segnali preoccupanti per la Lazio, in vista del finale di stagione tra gare di campionato ed Europa League?

Può essere una giornata storta, ma fino a un certo punto. Si sono viste delle lacune caratteriali e sarebbe un grave errore se non corressero subito ai ripari. Una situazione simile avvenne già contro l'Inter, ma contro quest'ultima, almeno, ci fu una reazione nel primo tempo e la Lazio giocò bene; contro il Bologna, invece, la squadra non è mai scesa in campo. È un campanello d'allarme piuttosto significativo per il proseguo di una stagione che, finora, è stata molto positiva.

Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno, però resta anche importante riflettere su una squadra che, in sostanza, è andata a fallire proprio uno scontro diretto utile per la quarta posizione in classifica. La prestazione è stata davvero sciagurata, per cui sarebbe auspicabile che qualche veterano, in particolare, prenda le redini della situazione e faccia da sprone in campo.

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Una parte della tifoseria della Lazio sostiene che Marco Baroni abbia adoperato un turnover piuttosto ridotto in questa stagione. Fernando Orsi cosa ne pensa a riguardo?

Non sono d'accordo, anzi, credo sia l'esatto contrario. Vedendo le formazioni tra le partite di campionato e quelle di Europa League, Baroni ruotava di volta in volta sei/sette giocatori e ha ottenuto questi risultati proprio perché ha cambiato di molto l'undici iniziale. In queste ultime settimane sta emergendo qualche difficoltà nelle scelte, in quanto alcuni giocatori sono rimasti indisponibili per problemi fisici, quindi non ha potuto alternare di molto.

Penso che il turnover sia stato una delle principali prerogative di questa Lazio, altrimenti non sarebbe arrivata a ridosso delle posizioni utili per la qualificazione in Champions League e non avrebbe raggiunto i quarti di finale in Europa League. Anche Baroni ha commesso degli errori in questa stagione, ma non conosco un allenatore che nella propria carriera abbia adoperato soltanto scelte giuste.

La Lazio non ha dei campioni, ma è una squadra che ha diversi buoni giocatori. Baroni c'ha messo tantissimo del suo, perché è stato bravo ad aggregare tutti e a creare un gruppo unito. Ha lavorato molto sul collettivo ed è così che andava fatto, perché si gioca sempre in undici. Poi, ci si poteva attendere che la Lazio riuscisse a ottenere qualche punto in più in campionato, però mi sembra che il rendimento sia pienamente in linea con le aspettative della società.

Bodø/Glimt come avversario nei quarti di finale della Europa League. Vincere questo trofeo diventa l'obiettivo stagionale primario della Lazio?

Credo che la Lazio non debba programmare a lungo termine, altrimenti sbaglierebbe. Occorre proseguire affrontando quel che resta della stagione di partita in partita, il Bodø/Glimt non fa eccezione. Quando arriverà il momento di giocare queste due gare dei quarti, la squadra darà tutto per superare il turno e accedere alle semifinali.

Dopo questa sosta, ci saranno due partite di campionato molto importanti che precedono quelle in Europa League, per cui va fatto un passo alla volta. Naturalmente, la Lazio vorrà andare il più a lungo possibile anche in questa competizione, ma sarebbe un errore sottovalutare la squadra norvegese, perché se è arrivata ai quarti vuol dire che ha delle qualità. Nessuno regala niente a nessuno, per cui occorrerà stare molto attenti.

Proprio il Bologna, ultimo avversario della Lazio in campionato, ha ottenuto, in solitaria, il quarto posto provvisorio che vale la qualificazione alla prossima Champions League. Qual è il pensiero personale sul rendimento della squadra felsinea e sulla gestione tecnica di Vincenzo Italiano?

Dopo il campionato strepitoso dello scorso anno con Thiago Motta, per Italiano non era facile subentrare come allenatore del Bologna, perché l'eredità era pesante e le responsabilità erano diverse. Sta dimostrando di avere grandi qualità e si sta vedendo una sana gestione del gruppo, con una filosofia calcistica diversa da quella del suo predecessore e tanta voglia di non porsi limiti. La squadra è nelle posizioni che contano della classifica, giocherà le semifinali di Coppa Italia con l'Empoli e la stagione non è ancora finita.

Personalmente, non mi meravigliano questi bellissimi risultati del Bologna, perché conosco bene Italiano ed è un allenatore molto preparato. In diverse occasioni, ho avuto l'opportunità di vederlo all'opera alla Fiorentina, so come gioca, so come la pensa. Ha una mentalità europea, perché a lui piace proiettare la sua squadra in attacco, cercando di verticalizzare il più possibile e aggredire gli avversari in fase di non possesso. È anche un gioco divertente, oltre che efficace. Direi che questa sua cultura calcistica stia regalando tante soddisfazioni, del resto parlano i risultati a suo favore.

Oltre a Bologna, Juventus e Lazio, anche Roma, Fiorentina e Milan rientrano nel gruppo di squadre che, potenzialmente, si contenderanno il quarto posto in campionato. Quale di queste sei resta favorita?

La lotta Champions sta diventando bellissima, proprio perché i risultati hanno portato più squadre sullo stesso livello e tutto si fa molto incerto. Mancano ancora nove partite e la classifica potrà stravolgersi, non c'è una di quelle interessate che riesce ad approfittarne per staccarsi. Tra queste sei, per come si era profilata la stagione nella prima parte, direi che la Roma abbia fatto un recupero incredibile, ritrovando grandissimo entusiasmo e piena convinzione di sé. Se la giocherà senz'altro, come credo che farà lo stesso anche il Milan che, tra alti e bassi, si ritrova non molto distante da un Bologna meritevole di questo quarto posto.

Resta impossibile dire chi tra queste possa essere la favorita da qui alla fine, perché quasi tutte stanno avendo una discontinuità di rendimento, soprattutto la Juventus che ha avuto una forte involuzione nelle ultime giornate, perdendo due gare importanti con sette reti subite; anche la Lazio ha avuto dei passi falsi piuttosto importanti, tra cui proprio quello nell'ultima gara contro il Bologna, come pure la Fiorentina che ha alternato vittorie bellissime a sconfitte deludenti. Non c'è una favorita, anche se, fino a oggi, il Bologna e la Roma mi sembrano quelle che abbiano una condizione psicofisica migliore rispetto alle altre quattro.

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Per il Parma un pareggio nell'ultima gara di campionato contro il Monza in trasferta. Si tratta più del cosiddetto "punto che muove la classifica" o di due punti persi?

Per una squadra che lotta per salvarsi, un pareggio resta sempre quel "punto che muove la classifica", perché il Monza ha dato dimostrazione di essere nelle condizioni di poter vincere questa partita; difatti, i tre punti non sono arrivati perché Bonny ha compiuto un'autentica prodezza, oltre a realizzare un gol pesantissimo per la classifica del Parma. Il risultato è stato giusto, entrambe hanno lottato alla pari. Portare a casa un risultato utile da una trasferta è sempre difficile, ottenuto contro una squadra che, nonostante le buone prestazioni delle ultime giornate, sta trascinando una stagione iniziata con il piede sbagliato. Mi dispiace molto il mio amico Sandro (Nesta, ndr), anche se sta cercando di onorare al meglio un'annata davvero difficile per il Monza.

Chivu ha dovuto prendere in mano una squadra in condizioni mentali piuttosto delicate, per cui non è stato chiamato per fare miracoli ma per porre rimedio e fermare un trend che, prima del suo arrivo, si stava facendo seriamente pericoloso. Tutti sapevano che il Parma fosse una neopromossa con l'obiettivo di salvarsi. Cinque punti in quattro gare non sono affatto male, credo che nessuno si sarebbe aspettato quattro vittorie. Serviva un cambio di passo per portare la squadra su una linea di galleggiamento che dovrà mantenere fino all'ultima giornata. Mi sembra che si siano visti dei segnali incoraggianti, per cui va mantenuto l'atteggiamento visto nella gara di Monza.

Per il resto, la lotta per non retrocedere è agguerrita, con quattro/cinque squadre coinvolte e racchiuse in pochissimi punti. Ci saranno diversi scontri diretti che saranno decisivi. Le vittorie varranno sei punti, non tre.

"Chiamatemi anche perdente come allenatore, ma lasciatemi perdere così, perché si gode nel vedere tanti ragazzi giovani che giocano un calcio del genere". Sono le parole di Cesc Fàbregas al termine di Milan-Como. Cosa ne pensa di questo pensiero dell'allenatore spagnolo?

Sono d'accordo con Fàbregas. Ciascun allenatore ha il proprio credo di gioco ed è giusto che lo porti avanti fino in fondo. Perdere non piace a nessuno, ma, se proprio devono arrivare delle sconfitte, è giusto che si perda portando avanti le proprie idee, altrimenti si rischia anche di non essere considerato credibile come professionista. Subire tante critiche fa parte del mestiere, ma l'aspetto principale è che il proprio lavoro venga difeso con dignità.

Poi, c'è da dire che sta dimostrando di essere gran bell'allenatore e mi piace il gioco che sta proponendo. Non si tratta tanto dei limiti tecnici quanto di quelli caratteriali, perché resta una di quelle squadre che hanno l'obiettivo di conquistare una salvezza tranquilla, ma la qualità c'è. Se ha perso delle gare come quella contro il Milan e contro la Roma è perché deve migliorare sul profilo del temperamento, cercando di non rischiare più del necessario. Penso che il Como si salvi tranquillamente, perché sa di avere una buona squadra e un ottimo allenatore. Si può soltanto migliorare e c'è da guardare con molta fiducia al prosieguo.

Cristiano Giuntoli ha confermato Thiago Motta, ponendo una risposta ai tanti interrogativi sul futuro dell'attuale allenatore della Juventus. Condivide questa scelta?

A questo punto della stagione, c'è da porsi una domanda: se andasse via Motta, chi verrebbe al suo posto? Non mi metto nei panni di Giuntoli, conosce meglio di chiunque altro la situazione e spetta a lui decidere, com'è giusto che sia. Se ha preso questa decisione, avrà avuto i suoi motivi. Un allenatore, poi, lavora per cercare di ottenere il meglio dalla propria squadra, nessuno vuole ottenere cattivi risultati e mettere a rischio la propria immagine. Avrà commesso vari errori, ma non si poteva pretendere che Motta creasse una Juventus come quella dei tempi d'oro.

Si tratta di un progetto che è iniziato con lui e sta andando avanti, seppur con diverse difficoltà. A fine stagione si farà un'analisi migliore, ma mancano ancora tante partite e c'è tempo per rimediare, con l'obiettivo di ottenere la qualificazione in Champions League. Non ho il compito di giudicare nessuno, posso soltanto limitarmi a esprimere un pensiero sul rendimento di questa squadra che non sta andando benissimo e che, indubbiamente, va migliorata su diversi aspetti.

In Serie B, il Pisa ritorna alla vittoria interna contro il Mantova, mentre lo Spezia pareggia a Cesena. A otto giornate dalla fine del campionato, cinque punti di distacco per la squadra allenata da Filippo Inzaghi sono da ritenersi sufficienti per consolidare il secondo posto?

Sì, penso che bastino per stare in condizioni tranquille. Anche se il campionato non è ancora finito, oltre al Sassuolo che attende soltanto l'aritmetica, credo che il Pisa riuscirà a ottenere direttamente la Serie A, mentre lo Spezia, che resta una gran bella squadra, sarà la favorita per i Playoff.

Fernando, è stato gentilissimo per aver condiviso i Suoi pensieri e La ringraziamo di cuore per questa intervista. Ci auguriamo di poterLa risentire, prossimamente.

Grazie a Voi, il piacere è stato tutto mio.