Intervista esclusiva ad Alessandro Melli: "Grande curiosità per Roma e Milan. Gasperini migliore allenatore italiano. Cuesta al Parma? Potrebbe essere la rivelazione...
Intervista esclusiva ad Alessandro Melli. Viene tesserato dal Parma all'età di 13 anni, il cui esordio in prima squadra risale al dicembre 1985 in Serie C1. Con il club ducale debuttò in Serie A il 9 settembre 1990, durante Parma-Juventus (1-2). In maglia gialloblù vinse una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA, mentre con quella della Nazionale Italiana Under 21 gli Europei del 1992. Nella sua carriera da calciatore, anche due brevi esperienze con la maglia del Milan e della Sampdoria.
Intervista esclusiva della nostra Redazione ad Alessandro Melli. L'ex calciatore, nativo di Agrigento, ha espresso il proprio parere su vari temi che riguardano il calcio italiano, soffermandosi, in particolare, sulla squadra con la quale ha contraddistinto la propria carriera, il Parma. Non sono mancate osservazioni interessanti sulle prospettive di diversi club in vista della prossima Serie A, dal Milan di Massimiliano Allegri alla Roma di Gian Piero Gasperini, oltre che dire la propria sulla scelta di Edin Džeko alla Fiorentina e Ivan Jurić all'Atalanta. Inoltre, ha rilasciato anche un parere sull'esito dei Playout di Serie B che hanno sancito la permanenza in cadetteria della Sampdoria ai danni della Salernitana.
Alessandro, grazie per aver accettato l'invito della nostra Redazione.
Il Napoli riparte dalla conferma di Antonio Conte e dal nuovo arrivo di Kevin De Bruyne. Questi due nomi, in particolare, proiettano il club partenopeo verso quale dimensione futura?
Il Napoli possiede già una base solida, considerando che è la squadra che ha vinto lo scudetto. Ha fatto diversi investimenti importanti e ha un allenatore di cui tutti sono a conoscenza del proprio carisma; se Conte ha scelto di restare, è perché sarà stato rassicurato dalla società su delle garanzie di una certa importanza; proprio l'acquisto di De Bruyne è la prova che le sue richieste stanno esaudendosi un po' alla volta. Dipenderà da come verrà completato il mercato, per cui occorrerà aspettare ancora qualche settimana per vedere quali altri nomi potranno arrivare non soltanto al Napoli ma anche in altre squadre.
Parte con i favori del pronostico per il prossimo campionato e credo che potrà essere anche una valida protagonista in Champions League; naturalmente, non sarà l'unica pretendente per il titolo e non sarà affatto facile difenderlo, perché troverà alcune sue rivali piuttosto agguerrite.
L'Inter di Christian Chivu ha iniziato la propria stagione. Dalle prime uscite del Mondiale per club, quali sono state le impressioni personali sulla squadra nerazzurra?
Mi ha dato l'idea di essere una squadra che ha bisogno di assestarsi nuovamente, ma non poteva essere altrimenti; proviene da una stagione in cui ha perso in malo modo il campionato e ancora peggio la finale di Champions League, quest'ultima non tanto per il risultato eclatante, quanto per l'entità della sconfitta. Ritengo che resti la squadra più forte e non bisogna dimenticare quello che è stato fatto fino a un mese fa.
È ancora presto per dare un giudizio più ampio su questa Inter, perché non si sono visti all'opera diversi calciatori titolari e Chivu è in piena fase di sperimentazione, ma resta ugualmente una delle favorite per vincere il campionato.
Specialmente dopo la finale dell'ultima Champions League, crede che possano esserci ripercussioni sull'autostima dell'Inter attuale?
La partita contro il Paris Saint-Germain ha rappresentato un piccolo terremoto calcistico; è vero che arrivare in una finale di Champions League resta un obiettivo che soltanto in pochi sono in grado di raggiungere, però il risultato ha sancito una differenza piuttosto netta tra le due squadre. Malgrado tutto, credo che ci siano tutti i mezzi per far sì che l'Inter possa riprendersi al più presto, perché si tratta pur sempre di una società tra le più complete e valorose, sia sotto il profilo dirigenziale che tecnico. Chivu, tra l'altro, è un allenatore che conosce già bene l'ambiente e sono certo che pian piano saprà farsi valere.
"Tudor sa trasmetterci le sue idee". Sono state le recenti parole di Manuel Locatelli. La Juventus di Igor Tudor, intanto, ottiene la seconda vittoria al Mondiale per club. Quali potenzialità crede che possa avere questa squadra in vista del prossimo campionato, oltre che in Champions League?
Direi che le due partite disputate dalla Juventus in questo Mondiale per club lasciano il tempo che trovano, perché mi è parso di aver visto una squadra vincere piuttosto facilmente contro due avversarie leggere, obiettivamente, per cui non darei tanto peso a queste due vittorie. Al di là di questo inizio di stagione, credo che Tudor abbia fatto un discreto lavoro da quando è arrivato, riuscendo a centrare l'unico obiettivo possibile, vale a dire la qualificazione in Champions League; è una squadra che, a mio avviso, va rinforzata ulteriormente, anche se occorrerà attendere luglio per vedere volti nuovi.
A oggi, mi sembra un po' più indietro rispetto a Napoli e Inter, per certi versi anche al Milan sul profilo tecnico, anche se i numeri dicono che il Milan, rispetto alla Juventus, ha concluso lo scorso campionato con un distacco importante.
"Se il Napoli ha vinto 2 scudetti in 3 anni e Parigi è diventata capitale d'Europa nel calcio, vuol dire che si possono fare risultati non solo a Torino o Milano". Sono state alcune delle parole pronunciate da Gian Piero Gasperini, durante la sua prima conferenza stampa da allenatore della Roma. Cosa ne pensa?
La Roma diventa la squadra più interessante da scoprire, perché la scelta di prendere Gasperini la trovo alquanto suggestiva. Personalmente, è una persona che conosco bene e stimo molto, posso dire lo stesso anche di Claudio Ranieri; la presenza di quest'ultimo sarà un fattore determinante, perché sarà una sorta di supervisore che aiuterà a tenere tutto l'ambiente unito e farà da contorno alla squadra.
Reputo Gasperini il migliore allenatore italiano in assoluto, perché è un professionista di altissimo livello che sa letteralmente allenare il singolo e la squadra, ma non riuscirei a inquadrarlo prettamente nelle vesti del gestore; proprio per questo motivo, avrà bisogno di un aiuto iniziale che potrà ritrovarlo proprio in Ranieri e questa condizione può creare l'incastro per un binomio che sia in grado di tenere tutti gli aspetti della squadra sotto controllo.
Si tratta di una novità assoluta e potrebbe venire fuori una bella sorpresa; riuscire a portare la Roma ai vertici sarebbe importante per il calcio italiano, oltre che per sé stessa, naturalmente; qualora non funzionasse questa sinergia, si potrebbe creare anche una sorta di autogol, augurandomi che ciò non accada. Quella della Roma è una situazione tanto affascinante quanto complicata, un'arma a doppio taglio. La curiosità resta tanta.
Quanti margini di miglioramento crede che Massimiliano Allegri potrà apportare al Milan? Inoltre, potrebbe esserci un vantaggio nel dedicarsi esclusivamente al campionato?
Penso che il Milan della passata stagione fosse una buona squadra, con qualità tecniche che, però, sono state poco sfruttate dagli allenatori scelti, anche se non me la sento di attribuire a loro tutte le responsabilità. Ho avuto la sensazione che la scelta iniziale di Fonseca non è fosse stata digerita in generale, mentre quella di Conceição si è rivelata un ripiego che non ha prodotto i risultati sperati, a parte la Supercoppa con l'Inter. La squadra avrebbe dovuto e potuto fare di più, non proprio vincere il campionato ma arrivare, almeno, un po' più avanti rispetto all'ottavo posto che ha ottenuto.
Detto questo, Allegri darà più di concretezza al gioco e conoscendolo vorrà vedere una squadra pratica, senza troppi fronzoli, anche perché ha dei calciatori nella rosa attuale con delle qualità importanti, quindi potrà sfruttarli senz'altro al meglio delle loro possibilità.
Anche per il Milan c'è da attendere questa fase di mercato, perché è probabile che ci saranno delle partenze e dei volti nuovi, ma sono sicuro che sarà una di quelle che potrà fare molto bene nel prossimo campionato.
Quanto Le ha meravigliato la scelta dell'Atalanta di lasciare l'eredità di Gian Piero Gasperini a Ivan Jurić?
Mi è sembrata una scelta un po' azzardata, sinceramente, anche se è vero che Jurić è un fedele seguace di Gasperini, quindi conosce bene il modus operandi che c'è stato all'Atalanta negli ultimi nove anni. Le ultime esperienze di Jurić non sono andate benissimo, ma questo non vuol dire che sia un allenatore non competente; la storia insegna che ci sono stati tanti bravi allenatori che non sono riusciti a far prevalere la propria presenza e trasmettere le loro idee, semplicemente perché non erano all'interno di un'ambiente congeniale. Potrebbe darsi che Jurić trovi proprio nell'Atalanta quel contesto che lo possa rilanciare da allenatore.
C'è la curiosità di vedere quanto riuscirà a integrarsi, anche se viene molto facile pensare che non sarà più l'Atalanta vista negli anni con Gasperini. Credo che in campionato la squadra si adatterà a un livello di prestazioni più basso.
Il Bologna di Vincenzo Italiano potrà diventare un nuovo modello del calcio italiano, come è avvenuto con l'Atalanta di Gian Piero Gasperini?
Non è affatto facile, perché l'Atalanta ha compiuto un percorso lunghissimo, ha disputato tre finali di Coppa Italia, ha lottato per contendersi lo scudetto in diverse stagioni ed è riuscita anche a vincere una coppa europea importante. Che il Bologna diventi la nuova Atalanta faccio fatica a crederlo, però resta certo che Italiano sta dimostrando di essere un ottimo allenatore già da tempo; ha sempre fatto bene, anche prima che arrivasse al Bologna, e ha acquisito un'esperienza piuttosto significativa.
È una certezza del calcio italiano, una realtà piuttosto consolidata che può migliorarsi ulteriormente, ma sarà importante capire anche le strategie che la società vorrà adottare per allestire la squadra. Per quel che si è visto negli ultimi campionati, direi che anche per il prossimo lo vedremo collocato in una zona alta della classifica.
Cosa ne pensa dell'imminente arrivo di Edin Džeko alla Fiorentina?
Si tratta di un grande attaccante, un campione. Ha un'età abbastanza avanzata, questo è vero, ma credo che potrà dare un contributo importante alla Fiorentina. Tutti i calciatori attuali sono seguiti sotto tutti i punti di vista, sanno gestire al meglio le proprie forze e c'è anche un processo d'invecchiamento più lento; poi, le rose si sono estese, per cui c'è anche la possibilità di gestire bene il minutaggio di tutti durante le partite.
Ai tempi in cui giocavo, un attaccante riusciva a raggiungere, al massimo, 34 o 35 anni. Ora è tutto cambiato, sono stati fatti passi da gigante su certi aspetti. Le società professionistiche di oggi hanno un livello altissimo di professionalità, dai medici ai preparatori atletici, c'è una conoscenza meticolosa del calcio e questo fa sì che un atleta possa rendere bene anche in un'età alta, come quella di Džeko.
Credo che non dovremo aspettarci di vederlo come attaccante titolare tutte le domeniche, ma darà ugualmente il suo apporto quando gli verrà chiesto di giocare, badando molto di più alla qualità che alla quantità. Se gestito bene, potrà essere la vera arma in più per la Fiorentina.
La panchina del Parma è stata affidata a Carlos Cuesta, allenatore spagnolo di 29 anni. Sorpreso da questa scelta?
Sì, sono rimasto piuttosto stupito, e sono sincero nell'ammettere di non conoscerlo bene. Il Parma ha avuto grandissimo coraggio a puntare tutto su un allenatore giovanissimo, questo è un aspetto che affascina molto. Potrebbe essere la rivelazione in grado di stravolgere e regalare qualcosa di diverso al nostro calcio. È un ragazzo di 29 anni che non ha mai allenato una prima squadra, anche se ha già avuto un'esperienza importante da vice in un grande club come l'Arsenal.
Troverà anche qualche calciatore più anziano di lui e questo fattore accrescerà di molto le sue responsabilità. Diventa l'allenatore più giovane della Serie A e questa scelta del Parma potrebbe dar via a una sorta di rivoluzione, a dimostrazione ulteriore che nel calcio nulla è da dare per scontato e si può cambiare prospettiva in ogni momento.
Il problema vero di Cuesta ricadrà nella gestione dei primi mesi, i quali saranno determinanti per lui; in Italia c'è questa facile tendenza a non dare sempre il tempo e la possibilità di lavorare con calma, specie se non arrivano subito dei risultati positivi. Bisogna sperare, inoltre, che la città lo tuteli, soprattutto nell'eventualità di momenti un po' difficili. Sono molto curioso anch'io di vedere come sarà in grado di comportarsi. Spero bene, naturalmente.
Ange-Yoan Bonny potrebbe seguire presto all'Inter proprio l'ex allenatore del Parma, Christian Chivu. La considererebbe una perdita importante?
È un attaccante con una buona tecnica e ha fatto discretamente nell'ultimo campionato; non è uno di quelli che è riuscito a finalizzare tantissimo sotto porta, anche perché ha giocato spesso come "falso nueve", ma il suo contributo c'è stato. Ciò nonostante, credo che al Parma non cambi molto, a patto che si trovi un altro del suo stesso livello che possa sopperire alla sua assenza. Qualora dovesse andare all'Inter, non posso che augurargli le migliori fortune.
Alberto Gilardino, tra le altre un ex calciatore del Parma, è pronto per ricominciare dalla panchina del Pisa. È una scelta che condivide, personalmente?
Anche se è un allenatore molto giovane, ha già dimostrato si saperci fare molto bene al Genoa. Il Pisa ha fatto un'ottima scelta, perché Gilardino, oltre che un professionista in gamba, è sempre stato molto educato e non l'ho mai visto andare sopra le righe. Tra l'altro, è stato anche uno dei nomi che circolavano nei giorni scorsi per la panchina del Parma e, personalmente, speravo davvero che la società scegliesse lui; mi avrebbe fatto molto piacere vederlo all'opera e sarebbe stato un premio alla sua persona, perché lo reputo eccezionale. Dovrà fare ancora molta esperienza, proprio perché ha un'età bassa da allenatore, ma credo che potrà togliersi diverse soddisfazioni in futuro.
La Sampdoria riesce a ottenere la permanenza in Serie B ai danni della Salernitana. Quali riflessioni sono emerse dalla vicenda relativa ai Playout e dall'esito degli stessi?
Non posso che essere felice per la Sampdoria, perché è una piazza che ho sempre amato, malgrado ci sia rimasto per poco tempo, e merita di essere nel palcoscenico della Serie A. Premesso questo, dico che ha perso tutto il calcio italiano; quanto accaduto in queste ultime settimane ha destabilizzato quello che poi è avvenuto, perché i fatti dicono che la Sampdoria si è salvata nei Playout, ma è anche vero che la squadra era retrocessa sul campo al termine del campionato. Indipendentemente da quali squadre fossero coinvolte, questa è stata la sconfitta più grande per la Lega Calcio.
È da anni che tra i vertici del calcio italiano si parla di voler cambiare certe condizioni, ma sembra proprio che si ripetano ciclicamente le stesse situazioni, come questa degli ultimi Playout di Serie B. Credo che nulla cambierà sotto questo aspetto e ricapiterà di vedere uno scenario simile nei prossimi tempi, perché manca la volontà di mettere in ordine un certo sistema. Stravolgere i campionati in questa maniera non potrà mai essere un bello spot per il calcio.
Alessandro, La ringraziamo per questa intervista e ci auguriamo di poterLa risentire, prossimamente. È stato gentilissimo.
Grazie a Voi e alla prossima!