Portieri Mondiali, ecco chi sono i veri eroi della competizione

Pubblicato il autore: Vincenzo Di Vaio Segui

 

ochoa

Roma – Il Mondiale dai tanti goal segnati (2,83 di media nei gironi) sorprendentemente non ha nessun attaccante da prima pagina, bensì celebra il ruolo del portiere. Famosi e sconosciuti, superpagati e disoccupati, i democratici stadi brasiliani danno gloria a tutti. Anzi, invertono le logiche e mette in cima alla lista i portieri delle outsider di questa Coppa del Mondo. Ochoa, Howard, Enyeama, M’Bohli, Navas precedono, ma accolgono a braccia aperte meglio se accompagnate dai guantoni d’ordinanza, i più quotati Neuer, Benaglio, Julio Cesar ed il giovane Cillessen nello spazio riservato agli eroi del Mondiale.

Portieri Mondiali, basta un rigore per entrare nella storia

Nemmeno i congiunti più prossimi di Keylor Navas avrebbero mai scommesso che il numero uno del Costa Rica sarebbe diventato un idolo nazionale. Invece, il portiere del Levante (prima del Mondiale costava 800mila euro, mentre ora la sua quotazione tocca i 4 milioni) è riuscito, neutralizzando il rigore del greco Gekas, a portare la sua Nazionale ai quarti diventando, almeno fino alla fine della competizione, il costaricano più famoso dentro e fuori i confini nazionali. I rigori parati fanno risalire nel gotha anche chi si era perso per strada. E’ il caso di Julio Cesar, candidato a sostituire il celeberrimo Cristo di Rio de Janeiro se il Brasile dovesse vincere la Coppa del Mondo. Ormai dimenticato da tutti, finito fuori squadra al Qpr, l’eroe del Triplete di Mourinho ha svernato in Canada e si è ripreso il posto in Nazionale, anche per l’assenza di concorrenza (Rafael, candidato numero uno, si è rotto il crociato).Commosso durante l’inno, Julio si è distinto per aver fatto piangere di gioia il suo Paese dopo aver parato due rigori al Cile, durante un difficilissimo ottavo di finale in cui aveva già parato l’imparabile.

Portieri Mondiali, l’Africa ne lancia due

Nell’ennesimo “non Mondiale” delle squadre africane, il continente nero riesce a salire agli onori della cronaca grazie alle parate di due portieri. Il primo è senza dubbio il franco algerino Rais M’Bohli, estremo difensore che conosce l’est Europa come le sue tasche con un lungo passato dell’Olympique Marsiglia. Il barbuto Rais ha sfoderato ottime prestazioni nel girone di qualificazione (pressoché memorabile la gara, pur persa, contro il Belgio) rischiando di rovinare la festa a Sua Maestà la Germania, bloccata dalle sue parate fino all’inizio dei tempi supplementari. L’altro è il nigeriano Vincent Enyeama che conferma la sua ottima stagione tra i pali del Lilla (38 gare con 26 reti subite, ottimi numeri per un debuttante in Ligue1), dopo una lunga gavetta in Israele e delle buone apparizioni al Mondiale 2010. Su di lui si sono infrante le conclusioni della Francia di Benzema, poi passata proprio grazie ad un errore in uscita del buon Enyeama, probabilmente esausto dopo una gara sotto bombardamento.

Portieri Mondiali, c’è chi para anche Tourette e diventa un meme

Tim Howard è il nuovo Obama. Un presidente con barba e guantoni da portiere, è così che lo vedono i suoi fans dopo la gara persa ai supplementari contro il Belgio, nella quale il portiere dell’Everton ha compiuto una lunga serie di miracoli portando i suoi oltre il 90′ senza subire reti. Da ore circolano su internet fotomontaggi, meme e celebrazioni fotografiche del numero uno degli Usa. Si va dall’Howard che respinge gli aerei degli attentati dell’11 settembre a quello impresso sulla banconota da un dollaro. Nel miglior stile americano, Howard è davvero un eroe. Infatti il portiere di North Brunswick (New Jersey) lotta da anni contro la sindrome di Tourette: la malattia causa tic, stati di forte nervosismo con annesse espressioni verbali poco consone che aumentano alla presenza di una forte ansia come quella che precede le partite. Comportamenti davvero poco facili da gestire per un portiere, visto che deve mantenere calma e sangue freddo in ogni occasione.

Portieri Mondiali, l’uomo copertina è il messicano Ochoa

Settantuno reti subite in 37 gare con l’Ajaccio malamente retrocesso dalla prima alla seconda divisione francese. Dareste mai la porta della vostra Nazionale ad un portiere così? Probabilmente no. E se a questo aggiungiamo una squalifica, non molto chiara, per doping (assunzione di clenbuterolo)? Certamente no. Invece il Ct del Messico Herrera ha puntato tutto sul 13: numero sfortunato in molte culture, ma probabilmente amico dei Maya. Ochoa ha parato di tutto, ha messo in ginocchio il Brasile, si è piegato solo alla staffilata imprendibile di Sneijder ed al rigore di Huntelaar dopo aver messo la faccia, in maniera letterale, pur di difendere il vantaggio della Tricolor sull’Olanda. Il Mondiale toglie, il Mondiale dà…Ochoa probabilmente strapperà il contratto della vita in Europa, dopo aver salutato l’Ajaccio senza rimpianti ed aver affrontato il Mondiale senza avere certezze sul suo futuro di svincolato.

 

 

 

 

 

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